Periodica Magazine: lo spazio per il dialogo aperto
Prova costume? Bocciata
Ho consegnato questa riflessione in ritardo. Vorrei dirvi perché mi piace procrastinare per essere più efficiente sotto pressione, ma mentirei. Ho tardato perché ogni dito, battuto sulla tastiera, era pesantissimo.Ogni lettera un macigno. Perché il concetto di “prova costume” è una cosa che ci tormenta tutti, a prescindere dalla forma fisica di partenza. Perché il numero segnato sulla bilancia di ciascuno di noi è diventato un segno di colpa morale, un simbolo di fallimento personale. Sei troppo o troppo poco, per indossare un costume d’estate e per qualunque altra cosa. L'espressione stessa "prova costume" evoca immediatamente un giudizio e un confronto con un ideale di bellezza irrealistico e inaccessibile, saldamente ancorato a canoni estetici promossi dai media e dalla società. Tale linguaggio, ripetuto incessantemente, non solo intensifica l'ansia e l'insicurezza legate alla percezione del proprio corpo, ma contribuisce a portare avanti una cultura di conformità e omologazione. Ma questa, purtroppo, è una storia che va avanti da tempo. Nel 1946, l'introduzione del bikini da parte del designer francese Louis Réard segnò un punto di svolta epocale per la moda balneare. Era un capo d'abbigliamento molto audace per gli standard dell'epoca e richiedeva un corpo snello per essere indossato "correttamente" secondo i canoni dettati dalla moda del tempo. Negli anni '50 e '60, l'esplosione della cultura del fitness, delle riviste di moda e delle pubblicità visive iniziò a proporre un ideale di bellezza femminile sempre più ristretto e specifico. Icone come Brigitte Bardot e Ursula Andress divennero i simboli di un'estetica incentrata sulla magrezza e sulla tonicità, consolidando un modello corporeo irraggiungibile per la maggior parte delle donne. Negli anni '80 e '90 le riviste cominciarono a promuovere regimi di esercizio fisico e diete specifiche per raggiungere il corpo "perfetto" per l'estate.Supermodelle come Cindy Crawfor, le cui immagini erano onnipresenti nei media, divennero gli esempi a cui concorrere per avere un corpo “da sogno”: magro, muscoloso e privo di imperfezioni. Con l'avvento dei social media, la pressione per conformarsi a questi standard estetici si è ulteriormente intensificata. Piattaforme come Instagram e Facebook hanno reso ancora più immediata e a macchia d’olio la diffusione di immagini ritoccate e filtrate di corpi perfetti. Influencer e celebrità hanno iniziato a condividere regolarmente le loro "routine di preparazione alla prova costume", spesso ignare di alimentare un ciclo infinito di confronto e insicurezza tra i loro follower. Il linguaggio e le immagini legate alla "prova costume" non sono neutrali; veicolano un giudizio implicito e promuovono un'ideologia che privilegia l’appartenenza a standard estetici specifici. Così, la narrativa tossica dei corpi da bikini ha contribuito a radicare profondamente nelle società occidentali l'idea che il valore di una persona sia inestricabilmente legato alla sua apparenza fisica. Decostruire questa narrativa tossica richiede anche una consapevolezza critica del linguaggio e delle immagini che consumiamo quotidianamente. Sostituire il linguaggio giudicante e promuovere la diversità corporea può contribuire, infatti, a creare una cultura più rispettosa e accogliente per tutti i corpi. Se ciò non fosse sufficiente, per comprendere più a fondo l'impatto della "prova costume" sulle persone, ho condotto un sondaggio sui social media. Ho ricevuto decine di risposte che, per rispetto della privacy e della fiducia riposta in me, ho deciso di non rendere pubbliche. Conservo queste testimonianze con immensa gratitudine e rispetto verso coloro che hanno condiviso con me le loro esperienze intime e personali. Nessuna delle persone che ha partecipato al sondaggio ha riportato esperienze positive. Leggerle mi ha fatto comprendere quanto profondamente questa narrativa influisca su di noi, spesso in modi invisibili. Persone che reputo esteticamente impeccabili hanno messo a nudo insicurezze che non avrei mai immaginato, rivelando un lato umano e vulnerabile che viene celato dietro immagini apparentemente perfette. Le risposte hanno evidenziato una diffusa ansia e un senso di inadeguatezza, alimentati dal confronto costante con altri. Questa pressione non risparmia nessuno, indipendentemente dall'aspetto fisico o dallo stato di forma. Una delle testimonianze più toccanti descriveva come la preparazione per l'estate sia diventata un rituale di autocommiserazione e giudizio, piuttosto che un momento di gioia e libertà. Un'altra testimonianza raccontava di come, nonostante anni di allenamento e diete, la sensazione di non essere mai abbastanza persistesse. È, dunque, fondamentale creare uno spazio dove ogni corpo possa essere accettato e rispettato per la sua unicità, rompendo così il ciclo di giudizio e confronto che tanto nuoce alla nostra salute mentale e fisica. Riconoscere l'impatto devastante della "prova costume" è il primo passo verso la costruzione di una società più empatica e rispettosa. È evidente come questa pressione estetica non solo rifletta una cultura distorta dell'aspetto fisico, ma anche una profonda ingiustizia nel modo in cui vengono imposte aspettative irragionevoli. Vale davvero la pena rinunciare al piacere e alla libertà che il mare e l'estate offrono?
Saperne di piùAmore digitale vs amore analogico?
La digitalizzazione delle emozioni è un fenomeno chiaramente manifesto e tangibile: decidiamo di collegarci, connetterci con l’altrə ancora prima di sentirlə. Ci illudiamo che la disponibilità dell‘altrə coincida con il trovarlə online. E la esigiamo! Trascurandone l’entità. Ogni momento pare utile e buono per incontrare l‘altrə. Spoiler: così non è. L‘altrə non è oggetto di consumo prontə all’uso, nè esiste al fin di gratificarci. Il tema è dunque il seguente: nella società moderna la dimensione del desiderio (connessa con l’attesa ed il fisiologico vissuto di frustrazione nel posticipare la gratificazione) diventa sconosciuta. Piuttosto, è il sistema stesso a creare bisogni che necessitano di un’impellente, urgente e immediata gratificazione (justeat, prime, netflix: ne abbiamo di ogni!). E lo stesso accade per le relazioni. Bauman fu uno dei primi a parlarne: la modernità liquida ha a che vedere con una trasformazione globale e trasversale ove il progresso della tecnologia ci spinge ed abitua ad avere sempre di più e sempre più rapidamente. Frustrazione, noia e fatica diventano intollerabili. Calandoci nella nostra realtà possiamo pensare alle chat: le usiamo quotidianamente per approcciare l’altrə e le ragioni per cui le preferiamo al contatto umano (nonché al corteggiamento umano) sono numerosissime: no limiti orari, di luogo o distanza maggior disinibizione e coraggio possibilità di contattare più persone in contemporanea comodità senso di protezione ed evitamento del rifiuto ridotto investimento emotivo e temporale Si, tuttə noi le usiamo per questo. E nello specifico delle dating app, assistiamo ad un vero e proprio cambio di paradigma nei copioni relazionali: rispetto al mondo analogico (e dunque al flirt e al corteggiamento vis a vis, con annessa assunzione di rischio), le dating app consentono all’opposto un minor investimento e la duplice possibilita‘ del contatto - sia online che offline. Ma davvero il tempo digitale corrisponde a quello emotivo? Alcuni dati alla mano: dal 2000 (e con l’avvento di Tinder nel 2012) assistiamo ad un’impennata del web come mezzo di ricerca dellə partner; le dating app vengono utilizzate per il 76% da uomini ed il 24% da donne con un uso medio di circa 30 minuti al giorno*. Inoltre, il web permane il secondo modo che utilizzano le coppie etero per incontrarsi (30%) mentre per le coppie gay è quasi il primo (65%). ** Mica poco! Quanto al delicato periodo della pandemia e del lockdown, prevedibilmente il tutto ha subito un incremento: +20% conversazioni su Tinder, Bumble e OkCupid e + 28% la lunghezza delle conversazioni su Tinder. Lo studioso Jannini ha anche messo a punto la più grande ricerca sugli effetti del lockdown sull’attività sessuale (pubblicata sulla rivista The Journal of Sexual Medicine), asserendo che “per molti la libido si è completamente assopita. Le coppie che invece hanno mantenuto un’intimità sono anche quelle in cui si è registrata un’incidenza minore di ansia e depressione. E questo non ci stupisce perché il sesso è da sempre un antidoto allo stress”. I più giovani, costretti all’isolamento e allo spazio limitato dello schermo, hanno fatto regolarmente ricorso alla pornografia online e al sexting, mantenendo così e soddisfando le dimensioni sociali, emotive e sessuali. Alias si fa quel che si può con quel che si ha. Le nuove relazioni liquide, intrise nel tessuto sociale e culturale di oggi aspirano al senso di aggregazione, appartenenza e alla sicurezza ma sperimentano ansia ed ambivalenza nel creare delle nuove connessioni che richiedono energie, impegno e tensioni spesso intollerabili. In conclusione: sebbene l’online e le dating app celino rischi, offrono anche opportunità la cui esperienza necessita di esser supportata da un’adeguata formazione digitale e sessuale affettiva (Miur, ci senti?) Riconoscersi nei propri bisogni, restarvi in contatto e definire uno spazio interno e relazionale è quanto può rendere funzionale ogni tipo di relazione. “Il piacere digitale può essere raggiunto solo se riusciamo nella grande sfida di integrare lo strumento tecnologico nelle nostre vite, senza rinnegare e sminuire quelli che sono i fattori costituenti delle relazioni” (M. Spaccarotella, 2020). *studio agenzia Ogury, 2017 ** MIT Technology Review, studio di Ortega e Hergovich, 2017 LUCIA SCARANO
Saperne di piùCome il ciclo mestruale influenza la salute mentale
Il ciclo mestruale è un aspetto fondamentale della vita di molte donne. Tuttavia, nonostante la sua rilevanza, esistono ancora molti miti e malintesi riguardanti il modo in cui il ciclo mestruale può influenzare la salute mentale. Tra questi ad esempio: 1. La Sindrome Premestruale (SPM) Non Esiste: Uno dei miti più diffusi è che la SPM sia una scusa o una finzione. In realtà, la SPM è una condizione medica riconosciuta che può causare una varietà di sintomi fisici ed emotivi. Questi includono irritabilità, tristezza, sbalzi d’umore, mal di testa, intolleranza verso gli altri, ansia e affaticamento. Riconoscere l'esistenza della SPM è il primo passo per affrontarla efficacemente. 2. Tutte le Donne Sperimentano la SPM nello Stesso Modo: Un altro mito comune è che la SPM si manifesti allo stesso modo per tutte le donne. In realtà, l'esperienza della SPM può variare notevolmente da persona a persona. Alcune possono avere sintomi lievi, mentre altre possono sperimentare sintomi così severi da interferire con le loro attività quotidiane. 3. I Sintomi Emotivi Sono Solo nella Testa: Questo mito sottovaluta l'impatto reale che i cambiamenti ormonali possono avere sulla salute mentale. Le fluttuazioni dei livelli di estrogeni e progesterone possono influenzare i neurotrasmettitori nel cervello, contribuendo a sintomi come depressione e ansia. 4. Il Ciclo Mestruale Influenza Solo il Corpo, Non la Mente: Il ciclo mestruale è un processo fisiologico complesso che coinvolge non solo il corpo ma anche la mente. Ignorare questo aspetto significa non riconoscere l'interconnessione tra il fisico e il mentale. L'Interconnessione tra Ciclo Mestruale e Salute Mentale I cambiamenti ormonali che si verificano durante il ciclo mestruale possono avere un impatto significativo sulla salute mentale. Gli ormoni come estrogeni e progesterone non solo regolano il ciclo mestruale, ma, come abbiamo detto, influenzano anche i neurotrasmettitori nel cervello, come la serotonina e la dopamina, che sono cruciali per la regolazione dell'umore. Riconoscere l'impatto del ciclo mestruale sulla salute mentale è fondamentale per affrontare efficacemente i sintomi e migliorare la qualità della vita. Sfatare i miti e comprendere l'interconnessione tra corpo e mente permette di adottare strategie pratiche per gestire le difficoltà. Con una combinazione di autoconsapevolezza, abitudini sane e supporto adeguato, è possibile affrontare meglio i cambiamenti emotivi legati al ciclo mestruale. Fasi del Ciclo Mestruale e Salute Mentale: • Mestruazione: E’ la prima fase del ciclo, durante la quale il calo degli ormoni può portare a sintomi fisici ed emotivi, come affaticamento e tristezza. • Fase Follicolare o Post-mestruale: Questa fase inizia con la fine delle mestruazioni e dura fino all'ovulazione. Durante questo periodo, i livelli di estrogeni iniziano a salire, il che può portare a un miglioramento dell'umore e dell'energia. • Ovulazione: Intorno alla metà del ciclo, l'ovulazione può causare un picco di energia e benessere emotivo grazie agli alti livelli di estrogeni. Tuttavia, alcune possono sperimentare ansia o irritabilità a causa dei rapidi cambiamenti ormonali. • Fase Luteale o Premestruale: Dopo l'ovulazione, i livelli di progesterone aumentano mentre quelli di estrogeni diminuiscono. Questa fase può essere associata appunto ai sintomi della SPM, come sbalzi d'umore, irritabilità e depressione. Come ritrovare equilibrio e benessere, sia fisico che mentale, durante tutto il ciclo ormonale 1. Mappatura: Tenere un Diario del Ciclo (quindi ogni giorno per tutto il mese) per monitorare i sintomi fisici ed emotivi può aiutarti ad identificare schemi ricorrenti in ogni fase e prevedere quando si potrebbero verificare i sintomi. Questo ti consentirà di prepararti meglio e adottare misure preventive. 2. Alimentazione Bilanciata: Una dieta equilibrata può contribuire a stabilizzare l'umore. Alimenti ricchi di omega-3, come il pesce e cibi ad alto contenuto di fibre e vitamine del gruppo B possono essere particolarmente utili. 3. Esercizio Fisico Regolare: L'attività fisica può migliorare l'umore e ridurre i sintomi della SPM. Anche una semplice passeggiata quotidiana può fare una grande differenza. 4. Gestione dello Stress: Tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga e la respirazione profonda possono aiutarti a ridurre lo stress. 5. Sonno di Qualità: Assicurati di dormire abbastanza per mantenere un equilibrio emotivo. Crea una routine di sonno regolare che ti aiuti a migliorare la qualità del riposo. 6. Supporto Sociale: Parlare con amici, familiari o professionisti della salute mentale può offrire supporto emotivo e pratico. Non esitare a cercare aiuto se i sintomi diventano difficili da gestire. 7. Integratori: Alcuni integratori, come il magnesio, la vitamina B6 e l'olio di enotera, possono aiutare a ridurre i sintomi della SPM. Consulta sempre un medico o un farmacista prima di iniziare qualsiasi integratore. Anche i prodotti naturali possono avere controindicazioni o interazioni con altri farmaci quindi evita sempre il fai da te Quando Cercare Aiuto Professionale Se i sintomi della SPM o del ciclo mestruale interferiscono gravemente con la tua vita quotidiana, potrebbe essere necessario cercare un aiuto professionale. Condizioni come il Disturbo Disforico Premestruale (PMDD) richiedono ad esempio un trattamento specifico. La PMDD è una forma più grave di SPM che può causare sintomi debilitanti, come depressione intensa e ansia. Una Life Coach specializzata in ciclicità può accompagnarti a connetterti profondamente con le tue fasi per comprendere cosa il tuo corpo sta cercando di dirti con determinati fastidi. Con il suo supporto è possibile alleviare tali fastidi (ovviamente parliamo dei comuni disturbi collegati al ciclo mestruale e non ad una patologia per la quale è sempre consigliato un consulto medico!) Ricorda che stare male non è mai normale e con il giusto supporto puoi tornare a stare bene! PAOLA GHILARDINI - Life coach al femminile
Saperne di piùAffrontare l'endometriosi: un'analisi più approfondita della patologia tra le opzioni terapeutiche e le nuove prospettive future
L'endometriosi è una malattia ginecologica dolorosa – fisicamente e psicologicamente – cronica con interesse anche urologico e gastroenterico, che in Italia colpisce il 10-15% delle donne in età fertile. Tra queste, il 30-50% è infertile o ha difficoltà a concepire a causa delle conseguenze provocate dalla suddetta patologia, la quale richiede una gestione complessa e multidisciplinare. Si sa, purtroppo, che le pazienti in realtà affette sono tante più di quelle inserite in queste percentuali, poiché tutte le donne che non sanno di esserne affette si trovano nel “buco nero” del ritardo diagnostico. Se risulta chiaramente che questa malattia colpisce un numero significativo di donne, tanto da essere paragonabile in frequenza al diabete, diventa difficile comprendere perché la sanità pubblica non si impegni a garantire assistenza a queste cittadine, fornendo una copertura per la terapia ormonale necessaria. Mentre l'insulina viene regolarmente fornita per il diabete, perché la responsabilità finanziaria della terapia farmacologica necessaria deve gravare sulle spalle delle donne? Oltre al fatto che la multidisciplinarietà, ossia l'approccio necessario per affrontare patologie così complesse, comporta costi elevati. Il reddito, quindi, diventa un elemento chiave e discriminante tra chi può e chi non può permettersi le cure, considerando la vasta quantità di visite onerose che le pazienti devono affrontare e farsi carico. Cosa succede a chi soffre di endometriosi? Le pazienti affette subiscono l’insediamento e la crescita fuori sede di tessuto endometriale, ossia la mucosa che riveste la parete interna dell’utero e che si sfalda più o meno mensilmente durante il ciclo mestruale. L’impianto ectopico può avvenire a livello di diversi organi, quali ovaie, tube, intestino, vagina e vescica (ma anche altri), causando: dolore: pelvico cronico; durante le mestruazioni (dismenorrea); nei rapporti sessuali (dispareunia); durante l’evacuazione fisiologica intestinale; durante la minzione (disuria); uno stato infiammatorio dei tessuti; la formazione di tessuto cicatriziale e aderenze. Se trascurati, possono anche causare ipofertilità o infertilità. In alcuni casi, è il dolore è così acuto e persistente da compromettere il normale svolgimento delle attività quotidiane. A questo sintomo si possono accompagnare: irregolarità del ciclo mestruale; problematiche a livello intestinale; gonfiore addominale; difficoltà nel concepimento (ipofertilità). Ecco perché si parla di multidisciplinarietà: i professionisti coinvolti per la risoluzione dei rispettivi problemi sono tanti! Endometriosi… Da cosa è causata e cosa possiamo fare? Le cause della malattia non sono chiare: sono tutt’ora in studio, ma la ricerca scientifica sembra iniziare a portare i suoi frutti. Un primo studio, pubblicato su Nature Genetics, ha condotto una metanalisi su 760.000 donne, identificando 42 regioni genomiche con varianti associate all'aumento del rischio di endometriosi. Questa ricerca apre nuove prospettive per la comprensione genetica e potenziali trattamenti personalizzati. Tuttavia, secondo esperti come Paolo Vercellini e Stefano Ferrari, la predisposizione genetica è solo una delle variabili nell'endometriosi. Altri fattori come la lunghezza dei flussi mestruali e la menopausa, infatti, possono influenzare la patogenesi. La teoria di John Sampson suggerisce che il numero di mestruazioni durante la vita di una donna potrebbe essere cruciale e che l'amenorrea, quindi, potrebbe essere una forma di prevenzione. Altri studi menzionati includono la ricerca australiana sulle varie forme di endometriosi e quella giapponese sul possibile ruolo dei fusobatteri nell'insorgenza o nell'aggravamento della malattia. Nonostante gli studi e i progressi, è bene sottolineare che, ad oggi, non esiste una cura definitiva; pertanto, la terapia, personalizzata sulla singola paziente, ha lo scopo di: bloccare la progressione della patologia; attenuare la sintomatologia. L’approccio all’endometriosi è di 2 tipologie: farmacologico; chirurgico. Il trattamento viene stabilito caso per caso insieme alla paziente e in base alle sue caratteristiche: età; intensità del dolore; presenza di cisti; eventuale desiderio di intraprendere una gravidanza. Questi trattamenti, tuttavia, possono causare effetti collaterali, portare a recidive e avere un impatto significativo sulla gravidanza della paziente. Terapia farmacologica Il trattamento farmacologico dell'endometriosi è spesso il primo passo nella gestione dei sintomi. Gli analgesici, come gli antinfiammatori non steroidei (FANS), sono la prima linea contro il dolore e l’infiammazione legati all’endometriosi, migliorando la qualità della vita delle pazienti. Un altro aspetto essenziale nella gestione dell’endometriosi è la regolazione degli ormoni coinvolti: nei casi più gravi o in cui ci sia la necessità di una gestione più mirata, infatti, vengono impiegati farmaci ormonali. Questi includono contraccettivi orali combinati, progestinici e agonisti del GnRH, che mirano a controllare la crescita del tessuto endometriale e a portare ad amenorrea, cioè l’assenza di ciclo mestruale, sopprimendo l’attività ovulatoria, così da alleviare i sintomi dolorosi. Il GnRH (Gonadotropin-Releasing Hormone) è un ormone prodotto nell’ipotalamo e svolge un ruolo chiave nel controllo del sistema riproduttivo. La principale funzione è stimolare la produzione e il rilascio di ormoni gonadotropici dall’ipofisi anteriore. Gli ormoni gonadotropici rilasciati in risposta al GnRH sono: l’ormone luteinizzante (LH) l’ormone follicolo-stimolante (FSH) Questi, a loro volta, influenzano direttamente le gonadi, regolando la produzione degli ormoni sessuali, come il testosterone nei maschi e gli estrogeni nelle femmine. Le terapie ormonali con i contraccettivi orali combinati (pillola estroprogestinica) possono rallentare la crescita dei depositi endometriosici (1ª linea di trattamento della patologia), utilizzati principalmente per le donne che non desiderano una gravidanza nel breve periodo (ma in futuro sì). I contraccettivi orali possono essere assunti in modo continuo, specie se il dolore peggiora durante le mestruazioni. Altri farmaci (2ª e 3ª linea) che sopprimono l’attività delle ovaie sono, di solito, utilizzati solo se le pazienti non possono assumere contraccettivi orali combinati o quando il trattamento con i contraccettivi orali combinati da solo risulta inefficace. Un significativo approccio farmacologico per gestire l'endometriosi è, inoltre, rappresentato da vari tipi di progestinico, che, utilizzato in modo continuativo, inibisce efficacemente l'endometrio (e di conseguenza l'endometriosi), bloccando il sanguinamento. L’uso di agonisti ed antagonisti del GnRH mira a ridurre la produzione di estrogeni temporaneamente, contribuendo così a gestire i sintomi legati alla patologia. Questi farmaci, impiegati da tempo per trattare l'endometriosi, presentano, tuttavia, inconvenienti, tra cui il rischio di abbassare drasticamente i livelli ormonali estrogenici nell'organismo, provocando una situazione simile alla menopausa. Ciò comporta potenziali rischi (osteoporosi, alterazioni metaboliche, ecc.) e disturbi (vampate di calore, secchezza vaginale, insonnia, ecc.), rendendo difficile la tollerabilità a lungo termine della terapia (terapia temporanea, interrotta entro i 6 mesi). Per ridurre questi sintomi, è raccomandato di prescrivere una terapia ormonale aggiuntiva (terapia add-back) non appena vengono iniziati gli agonisti del GnRH. L'aggiunta di ormoni significa aggiungere una combinazione di estrogeni e progesterone (contraccettivi orali). Questa terapia aggiuntiva elimina gli effetti collaterali mentre viene mantenuto l'effetto terapeutico. Recentemente è stato introdotto un nuovo farmaco che combina gli aspetti positivi dell'agonista del GnRH con una quantità costante di estrogeno, mirando a eliminare gli effetti negativi del trattamento. Questo approccio si presenta come molto promettente. Un altro concetto chiave da comprendere è il ruolo dell'aromatasi, un enzima cruciale coinvolto nella produzione di ormoni sessuali, principalmente nella conversione degli androgeni in estrogeni. Questo processo è noto come aromatizzazione ed è fondamentale per il corretto funzionamento del sistema endocrino, che regola il sistema riproduttivo. Gli androgeni sono gli ormoni sessuali maschili, tra cui il testosterone, che sono prodotti principalmente nei testicoli degli uomini e nelle ovaie delle donne, ma sono presenti in quantità minori anche nelle donne. Nelle donne, questa conversione è particolarmente significativa, perché gli estrogeni svolgono un ruolo chiave nel controllo del ciclo mestruale, nella maturazione dell’ovulo e nella regolazione di vari processi fisiologici. Nell’endometriosi e in altre condizioni legate agli squilibri ormonali, la regolazione dell’attività dell’aromatasi può diventare un punto focale per il trattamento. Gli inibitori dell’aromatasi sono farmaci progettati per ridurre l’attività di questo enzima, limitando così la produzione di estrogeni (3ª linea di trattamento). Gli inibitori di aromatasi, come l’anastrozolo, hanno mostrato promettenti risultati nella gestione dell’endometriosi. La loro efficacia e sicurezza (possibili effetti indesiderati: dolore articolare, osteoporosi, formazione di cisti, aumenti livelli colesterolo) stanno ancora emergendo, ma rappresentano un campo di interesse significativo. L'approccio farmacologico, quindi, deve essere personalizzato in base alle esigenze della paziente e ai suoi obiettivi di salute riproduttiva. È essenziale, tuttavia, bilanciare i benefici con gli effetti collaterali potenziali, discutendo attentamente con il medico le opzioni disponibili. Nuove scoperte farmacologiche Recenti sviluppi hanno portato all'introduzione degli inibitori della PI3-chinasi, agenti mirati ai pathway cellulari coinvolti nella crescita del tessuto endometriale e rappresentano un progresso significativo nell'ambito farmacologico per l'endometriosi. La sperimentazione clinica di questi inibitori ha dimostrato, difatti, risultati promettenti, aprendo nuove possibilità per trattamenti personalizzati ed efficaci con minori effetti collaterali. Parallelamente, le terapie immunomodulatrici, in fase di sviluppo e di studio, potrebbero rivoluzionare la gestione dell'endometriosi, regolando la risposta immunitaria e riducendo l'infiammazione associata. Queste terapie aprono nuovi scenari nella gestione dei sintomi, puntando non solo al controllo del dolore, ma anche alla modulazione delle cause sottostanti della malattia. Terapia chirurgica Quando ci si opera per endometriosi? La scelta sull’intervento chirurgico ricade nei casi in cui la paziente: non risponda alla terapia farmacologica; desideri intraprendere una gravidanza, in quanto l’azione dei farmaci non si concilia con il concepimento. La chirurgia proposta si divide, poi, in 2 modalità: conservativa; demolitiva. È importante notare che l'approccio chirurgico può influire sulla fertilità e, pertanto, la decisione di sottoporsi a un intervento deve essere attentamente ponderata e discussa con il team medico. Chirurgia conservativa La chirurgia conservativa mira a preservare gli organi riproduttivi e minimizzare l'asportazione di tessuto sano. Questo approccio è particolarmente cruciale per le donne che desiderano mantenere la loro fertilità. Durante la procedura conservativa, il chirurgo cerca di rimuovere o trattare selettivamente le lesioni endometriosiche, risparmiando al contempo il tessuto sano circostante. La laparoscopia, una tecnica minimamente invasiva, è spesso utilizzata per esplorare l'addome e rimuovere le lesioni con maggiore precisione. Questo metodo consente una rapida ripresa e riduce al minimo le cicatrici visibili. Nel contesto della chirurgia minimamente invasiva, una pratica emergente è l'utilizzo del laser CO2, progettato per affrontare l'endometriosi mediante la vaporizzazione del tessuto endometriale e delle eventuali cisti. Questo approccio si distingue per la sua capacità di preservare in modo più efficace il tessuto sano retrostante. Applicabile nella maggior parte dei casi, dimostra un livello di efficacia paragonabile a quello della chirurgia tradizionale. Un vantaggio significativo di questo intervento è la rapida ripresa della paziente. Solitamente, la dimissione dall'ospedale avviene dopo solo un giorno di ricovero, evidenziando la sua natura efficiente e meno invasiva rispetto a procedure più convenzionali. La chirurgia conservativa può richiedere un approccio più frequente a causa della ricorrenza delle lesioni nel tempo, ma, nonostante ciò, offre un equilibrio prezioso tra la gestione dei sintomi e la preservazione della funzionalità riproduttiva. Chirurgia demolitiva La chirurgia demolitiva rappresenta un approccio più incisivo ed è consigliata alle donne affette da endometriosi grave, che non hanno più l'intenzione di concepire e che non rispondono adeguatamente alla terapia farmacologica (può essere considerata come preparazione all'intervento stesso). L'intervento demolitivo prevede la completa rimozione delle lesioni endometriosiche, l'isterectomia totale (comprendente la rimozione dell'utero e della cervice) e l'ovariectomia (rimozione delle ovaie). In situazioni di questo tipo, l'omissione dell'asportazione dell'utero e/o delle ovaie potrebbe comportare la ricomparsa dell'endometriosi, sottolineando l'importanza di una procedura completa per affrontare efficacemente la condizione a lungo termine. Approcci chirurgici innovativi Nel campo chirurgico, l'introduzione della chirurgia robotica ha rappresentato un passo avanti significativo. Questa tecnologia permette interventi chirurgici più precisi e meno invasivi, riducendo il trauma per la paziente e migliorando i tempi di recupero. L'applicazione di queste tecniche all'endometriosi offre prospettive promettenti per migliorare l'efficacia degli interventi chirurgici senza compromettere la qualità della vita post-operatoria. Terapie rigenerative e cellulari Le terapie cellulari e rigenerative stanno emergendo come opzioni rivoluzionarie per l'endometriosi. Studi sulle cellule staminali mesenchimali indicano la possibilità di utilizzare queste cellule per ridurre l'infiammazione, promuovere la riparazione del tessuto danneggiato e migliorare la funzionalità dell'utero. Queste prospettive terapeutiche potrebbero rappresentare una svolta nel trattamento, offrendo soluzioni che vanno oltre la gestione dei sintomi per affrontare le cause profonde della malattia. Prospettive future e ricerca molecolare La ricerca molecolare sta ridefinendo la nostra comprensione dell'endometriosi. L'identificazione di biomarcatori specifici apre la strada a terapie personalizzate che prendono di mira le radici genetiche della malattia. Studi sull'epigenetica e sul microbioma uterino stanno portando a una comprensione più approfondita delle cause scatenanti, offrendo nuove opportunità di trattamento e prevenzione. Conclusioni L'endometriosi porta con sé sfide quotidiane, sia fisiche che emotive, ma anche cambiamento, assieme a una prospettiva sempre più promettente. L'affrontare l'endometriosi richiede una visione completa delle opzioni terapeutiche disponibili, tenendo conto delle esigenze individuali e dei desideri riproduttivi delle donne colpite. La collaborazione tra medici, ricercatori e pazienti è, quindi, essenziale. Nella complessità della malattia, poi, emergono questioni di accesso alle cure e a finanziamenti, richiedendo un impegno più forte da parte di tuttə, affetti e no, per garantire equità in ogni aspetto caratterizzante la salute di tuttə. LORENZO CIOL
Saperne di piùSBALZI D'UMORE
Sbalzi d’Umore? Potrebbe essere colpa del tuo Ciclo Il ciclo mestruale è un processo naturale che accompagna tutte le donne in età fertile e dura generalmente tra i 26 e i 35 giorni. Questo ciclo è suddiviso in diverse fasi: mestruale, follicolare o post-mestruale, ovulatoria e luteale o premestruale. Ogni fase è caratterizzata da cambiamenti ormonali significativi che non solo preparano il corpo per una potenziale gravidanza, ma influenzano anche l'umore e il benessere psicologico. Vediamole brevemente: 1. Fase Mestruale (Giorni 1-7 ca.) La fase mestruale inizia con il primo giorno di sanguinamento e dura generalmente dai 3 ai 7 giorni. Se la fecondazione non è avvenuta il corpo luteo regredisce riducendo bruscamente la produzione di progesterone, determinando lo sfaldamento dell'endometrio e l'inizio della mestruazione. Durante questa fase, i livelli di estrogeni e progesterone sono bassi. La diminuzione di questi ormoni può portare a sintomi come: • Affaticamento: La perdita di sangue e la diminuzione dei livelli di ferro possono contribuire a una sensazione di stanchezza e mancanza di energia, tutto è in fase discendente e necessita di riposo e abbandono. • Irritabilità: La combinazione di dolore mestruale e bassa energia potrebbe renderti più suscettibile a sentirti irritabile. • Tristezza: Potresti sperimentare sentimenti di tristezza o depressione leggera a causa della fluttuazione ormonale. 2. Fase Follicolare o Post-mestruale (Giorni 7-11 ca.) Il ciclo mestruale è appena finito e l'utero inizia a prepararsi per l'arrivo dell'ovulo eventualmente fecondato. Gli estrogeni ed il testosterone iniziano a salire. La ghiandola pituitaria rilascia l'ormone follicolo-stimolante (FSH) che segnala ai follicoli nelle ovaie di iniziare a maturare un ovulo per questo ciclo. Anche il fluido cervicale cambia, da secco/appiccicoso a più cremoso fino a diventare elastico (ad albume d'uovo) subito prima dell'ovulazione. Durante questa fase, i livelli di estrogeni iniziano a salire, raggiungendo il picco poco prima dell'ovulazione. L'estrogeno è noto per avere effetti positivi sull'umore, poiché può aumentare i livelli di serotonina nel cervello, un neurotrasmettitore associato a sentimenti di benessere e felicità. Effetti sull'umore: • Aumento dell'energia: L'aumento degli estrogeni può portare a un miglioramento dell'energia e della vitalità. • Miglioramento dell'umore: Potresti sentirti più positiva e ottimista a causa dell'effetto dell'estrogeno sui livelli di serotonina. • Maggiore motivazione: Le fluttuazioni positive degli ormoni possono aumentare la motivazione e la capacità di affrontare nuove sfide. 3. Fase Ovulatoria (Giorni 12-20 ca.) E' la fase più corta perché coincide con il rilascio dell'ovulo da parte delle tube di Falloppio. E' l'unico momento del mese in cui siamo fertili. L'ovulo vive tra le 12 e le 24 ore ma possiamo considerarci fertili già 3/4 giorni prima poiché la cervice uterina inizia già a produrre un muco che può favorire la sopravvivenza degli spermatozoi e potresti notare questo muco filante che da cremoso diventerà sempre più simile all'albume d'uovo. Questa fase è caratterizzata da un picco nei livelli di estrogeni e un aumento dell'ormone luteinizzante (LH). L'aumento degli estrogeni continua a influenzare positivamente l'umore. Effetti sull'umore: • Picco di energia: Potresti sperimentare un aumento dell'energia e della libido durante l'ovulazione. • Autostima elevata: Gli alti livelli di estrogeni possono migliorare la fiducia in te stessa e la sensazione di essere attraente. • Socievolezza: Potresti sentirti più estroversa e desiderosa di socializzare durante questa fase. 4. Fase Luteale o Premestruale (Giorni 21-28 ca.) Il tuo picco ormonale si è concluso e le tue energie stanno iniziando a calare. Il corpo luteo cresce sulla superficie dell'ovaia producendo progesterone, la cui crescita segnala all'utero di non sfaldarsi e alla ghiandola pituitaria di smettere di produrre FSH e LH. I livelli di estrogeno continuano a crescere. Verso la fine di questa fase, se l'ovulo non è stato fecondato, il corpo luteo si riassorbe, il progesterone e gli estrogeni calano fino a far arrivare il mestruo, mentre il testosterone cresce. Questa fluttuazione ormonale può portare a sintomi premestruali (PMS) che influenzano l'umore. Effetti sull'umore: • Sindrome premestruale (PMS): Sintomi comuni includono irritabilità, ansia, depressione, sbalzi d'umore, mal di testa, intolleranza verso gli altri. Questi sintomi sono in gran parte dovuti alla diminuzione dei livelli di serotonina, causata dalla fluttuazione degli estrogeni e del progesterone. • Stanchezza e difficoltà di concentrazione: L'aumento del progesterone può causare sensazioni di affaticamento e difficoltà a concentrarsi. • Aumento dell'appetito: Potresti sperimentare un aumento dell'appetito e delle voglie di cibo, il che potrebbe influenzare ulteriormente l'umore. Meccanismi Biologici Dietro le Fluttuazioni dell'Umore I cambiamenti dell'umore durante il ciclo mestruale sono principalmente attribuiti alle fluttuazioni degli ormoni estrogeno e progesterone, che influenzano i neurotrasmettitori nel cervello. L'estrogeno è noto per aumentare i livelli di serotonina e dopamina, migliorando l'umore e la sensazione di benessere. Il progesterone, d'altra parte, può avere un effetto calmante, ma i suoi metaboliti possono anche provocare sintomi di ansia e irritabilità quando i livelli diminuiscono. Serotonina: Gli estrogeni aumentano i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore associato a sentimenti di felicità e benessere. Quando i livelli di estrogeni diminuiscono, come nella fase luteale, la serotonina può diminuire, contribuendo ai sintomi della PMS. Dopamina: Gli estrogeni influenzano anche i livelli di dopamina, che giocano un ruolo importante nella motivazione e nel piacere. I cambiamenti nei livelli di dopamina possono influenzare l'energia e l'umore generale. Allopregnanolone: Un metabolita del progesterone che ha effetti calmanti sul cervello. Tuttavia, fluttuazioni rapide possono causare ansia e depressione. Strategie per ogni Fase per Gestire le Fluttuazioni dell'Umore Fase mestruale: E' fondamentale riposarsi e rilassarsi per rilasciare le tensioni, abbiamo bisogno di calma e silenzio per riconnetterci con noi stesse e con le nostre radici. Se sei una persona sportiva prediligi sport con movimenti dolci come yoga o stretching o semplici passeggiate e prenditi del tempo per te stessa: trova un momento per un pisolino, bevi tisane con zenzero o malva per rilassare la pancia, concediti dei bagni caldi con sali o oli essenziali e guarda un film che ti piace. Prediligi certi nutrienti che ti servono per reintegrare quelli persi nel sangue e per gestire o prevenire i fastidi, in particolare: ferro, zinco, vitamine B e C e Magnesio e Omega 3 per ridurre i crampi. Se sei una libera imprenditrice cerca di organizzare il tuo lavoro in modo da rallentare in questa fase e soprattutto fai ordine in casa. Fase post-mestruale: Se sei una persona sportiva questo è il momento giusto per intensificare gli allenamenti. Se devi studiare questa è la fase migliore per farlo, così come per creare qualcosa di nuovo, mettere il massimo impegno nei progetti esistenti o per programmare i tuoi prossimi impegni. Fase ovulatoria: Se sei una persona sportiva è il momento per allenamenti cardio e intensi. Mangia cibo antinfiammatorio. Fase premestruale: Se sei sportiva prediligi esercizi di mantenimento, lunghe passeggiate e concediti ove possibile più ore di sonno. In questa fase il corpo ti richiede più riposo, non ascoltarlo può essere una causa dei sintomi premestruali. Mangia cibi ricchi di magnesio, vitamina B, omega 3 e zinco, poca caffeina e zuccheri. Supporto di una Life Coach Femminile: una Life Coach specializzata in ciclicità può accompagnarti a connetterti profondamente con le tue fasi per comprendere cosa il tuo corpo sta cercando di dirti con determinati fastidi. Con il suo supporto è possibile alleviare tali fastidi (ovviamente parliamo dei comuni disturbi collegati al ciclo mestruale e non ad una patologia per la quale è sempre consigliato un consulto medico!) Ricorda che stare male non è mai normale e con il giusto supporto puoi tornare a stare bene! PAOLA GHILARDINI - Life coach al femminile
Saperne di piùLo sapevi che ogni mese sei 4 donne diverse?
Hai mai notato durante il mese quanto sei diversa? Ci sono giorni in cui sei super produttiva e concentrata e in 2 ore hai completato tutta la tua to do list, altri giorni in cui non hai voglia di fare nulla, staresti solo sotto le coperte e ti senti rallentata in tutte le attività. Sere in cui hai una gran voglia di uscire e altre in cui per te esistono solo il divano e Netflix e guai a chi ti parla. Ti sei mai chiesta come mai? Hai mai notato se queste differenze si susseguono casualmente o seguono un pattern che si ripete sempre più o meno uguale durante il mese? Se non l'hai mai notato ti svelo che la risposta corretta è la seconda. Ogni mese sei 4 donne diverse, una per ogni fase del ciclo mestruale (che ti ricordo, comprende tutte e 4 le fasi e non solo le mestruazioni) o del ciclo lunare, se per qualsiasi motivo ti trovi in un momento della tua vita in cui non stai mestruando. Miranda Gray ha descritto ognuna di queste fasi attraverso un diverso archetipo femminile. Gli archetipi sono forme pensiero contenute nell'inconscio collettivo (come le definì Jung) e quindi comprensibili e condivisibili da tutti. Se ad esempio ti dico di pensare alle qualità e alle caratteristiche di un re, di un esploratore, di un'innocente o di una saggia, probabilmente gli aggettivi saranno più o meno simili a quelli di chiunque altro li descriva. Questo perché quelle che ti ho enunciato sono tutte figure archetipiche. Troviamo gli archetipi nelle metafore, nelle fiabe e nei romanzi, nella mitologia greca (gli dei sono tutti archetipi), negli Arcani dei Tarocchi e potrei andare avanti all'infinito. In questo articolo ti parlerò delle energie che Miranda Gray ha attribuito ad ognuna delle fasi del ciclo (sia ormonale che lunare, perché sono uguali): La Megera o Strega o Crona è l'archetipo connesso alla fase mestruale, alla luna nera/nuova, all'elemento Terra ed all'inverno: il nostro inverno interiore. E' un momento in cui abbiamo bisogno di ritirarci in noi stesse per ritrovare la nostra forza interiore e sentirci al sicuro. Esteticamente potresti non avere voglia di prenderti cura di te e prediligerai vestiti comodi e poco appariscenti. In questa fase non solo il corpo necessita di dormire di più, ma anche la mente ha bisogno di più tempo per sognare; con "sogni" intendo anche momenti di fantasia e immaginazione ad occhi aperti. In questa fase prendi nota dei sogni e della conoscenza interiore che ti portano. In questa fase siamo sensibili e poco in risonanza con tutto ciò che avviene all'esterno. Se dedichiamo tempo a noi stesse, accettandoci, lasceremo che le intuizioni fluiscano liberamente. Essendo una fase di rallentamento tutto il corpo è meno agile, amiamolo ed accettiamolo anche nelle sue rotondità. Questa fase ci spiega che la nostra rabbia non va repressa ma ascoltata, compresa e trasformata. Evita il contatto con i media per limitare i tuoi sentimenti ai problemi più immediati. Potresti sperimentare una forte sensibilità ai problemi degli altri. La Fanciulla o Vergine è l'archetipo connesso alla fase post-mestruale o follicolare, alla luna crescente, alla primavera e all'elemento Aria. Il corpo ritorna in piena forma e recupera la sua flessibilità ed il suo dinamismo. In questa fase siamo pronte ad esprimere ciò che abbiamo imparato e ciò che è uscito fuori dal nostro subconscio in fase mestruale, proiettandolo all'esterno. In questa fase è più semplice portare a termine dei compiti in cui si necessita prontezza mentale, attenzione ai dettagli e capacità analitica e siamo completamente indipendenti, non necessitiamo quindi l'appoggio degli altri. Siamo più socievoli ed inclini ad uscire e socializzare. Potresti aver voglia di indossare vestiti chiari che sottolineino le linee del tuo corpo o sportivi/sbarazzini. E' il momento di mettere a fuoco gli obiettivi della tua vita e pensare a come raggiungerli. Ora disponi delle energie fisiche e mentali per portare a termine i progetti incubati in fase mestruale. Puoi trasformare le tue intuizioni in azione. Questa è la fase giusta per un'attività fisica più strong. Consuma cibi ricchi di calcio e proteine. La Madre è l'archetipo connesso all'ovulazione, all'estate, alla luna piena e all'elemento Fuoco. Questo è un momento caratterizzato da una grande autostima e sicurezza in sé stesse. ln questa fase è probabile che le persone si avvicinino a te spontaneamente in cerca di comprensione, aiuto o consigli. L'energia creativa originatasi nell'utero prende vita e forma in questa fase, come il seme che ha messo radici nella terra in inverno dà i suoi frutti d'estate. Potresti aver voglia di indossare vestiti con colori che ti connettano alla natura, lunghi e con stampe a fiori. Se ci sono le condizioni permettiti di camminare a piedi nudi in un prato, aprendoti così al contatto con la natura. Esprimi tutta la tua creatività in un progetto o in un'attività artistica o manuale. Dai energia alle tue piante. Mangia cibi ricchi di ferro e tante verdure. Passa del tempo con i tuoi figli o i tuoi progetti. L'incantatrice è l'archetipo connesso alla fase premestruale o luteale, alla luna calante, all'elemento Acqua e all'autunno. E' un periodo in cui le nostre energie, avvicinandoci alla fase Strega/Megera, tendono verso l'interno. Le forze fisiche diminuiscono ma si ha bisogno di essere attive e questo può generare agitazione e frustrazione. Nonostante il tuo corpo richieda riposo, la tua mente è inquieta ed iperattiva. Questo può risultare distruttivo se non si incontra una maniera d'espressione positiva. Se riusciamo a connetterci con la nostra parte oscura ed impariamo a fornirle stimoli, a capirla ed a lasciarla esprimere, essa può diventare la nostra più grande sorgente creativa. In questa fase abbiamo la capacità dell'intuizione, lasciamo quindi da parte gli aspetti della vita più pratici per sviluppare un'altra maniera di imparare. In questa fase ci sentiamo anche più seduttive e sicure di noi, non riusciamo a nascondere ciò che proviamo e siamo più polemiche. Questo archetipo ci ricorda che l'oscurità dentro di noi è la fonte da cui proviene la nostra energia che può creare o distruggere. Apprendere l'equilibrio nell'espressione di questa energia, è la chiave per vivere questa fase in modo sano. Potresti avere voglia di vestirti e truccarti in modo più aggressivo o provocante. Mangia alimenti ricchi di vitamina B e di minerali. Cerca di dormire di più e di evitare lavori che richiedano una lunga concentrazione. E' importante segnalare che ti potresti sentire diversamente nelle varie fasi lunari o ormonali, rispetto alle sensazioni descritte. Questo perché siamo tutte diverse e nessuna di noi è sbagliata, quindi ognuna di noi vive le fasi in un modo suo. Le energie riportate sono quelle in cui si rispecchia la maggior parte della popolazione ma se tu le vivi diversamente va benissimo così. Ma a cosa ti serve riconoscere le energie di ogni fase? Farlo ti aiuterà a prevederle e questo ti aiuterà ad organizzare al meglio la tua vita lavorativa e personale, sfruttando le potenzialità di ognuna. Come si fa? Il primo passo è mapparti (se non sai come funziona, ti invito a leggere il mio articolo su cos'è la mappatura e come può aiutarti). Non ti dirò che sarà facile e veloce riuscire a capire e prevedere tutto di te. Ecco perché tante donne si rivolgono ad un life coach specializzato in ciclicità per accompagnarle a comprendere meglio il loro ciclo mestruale (o quello lunare a cui connettersi se non si mestrua) e sfruttarne le potenzialità. Perché prese dalla routine quotidiana non ci prendiamo mai del tempo per ascoltarci e chiederci come stiamo, non ne siamo capaci. Facendolo inizierai ad ascoltarti, a legittimarti ciò che davvero ti serve e quindi ad amarti! PAOLA GHILARDINI - Life coach al femminile
Saperne di piùMenopausa perché parlarne (e non solo tra donne)
Di menopausa se ne parla ancora troppo poco ed è necessaria una rivoluzione affinché non venga più vista solo come la fine della fertilità, ma l’inizio di una nuova età feconda La menopausa (che non è una malattia, bensì un momento fisiologico) è quel periodo coincide col termine della fertilità della donna e vi sono una serie di sintomi che accomunano la maggior parte (ma non tutte, sia ben chiaro) delle donne. Per questi sintomi però vi sono rimedi utili per garantire ugualmente una buona qualità della vita. La menopausa generalmente arriva intorno ai 45-55 anni di età, ma può essere anche precoce o tardiva. Non è un evento improvviso, ma è caratterizzato da un periodo antecedente nel quale vi sono delle alterazioni all’interno del ciclo mestruale, le mestruazioni possono essere più ravvicinate, più abbondanti, o più distanziate tra loro. Tutto questo perché va a diminuire la quantità di estrogeni nel sangue a seguito dello stop delle attività delle ovaie. Questa diminuzione di estrogeni può provocare diversi sintomi tra cui: - Vampate di calore; - Sudorazioni notturne; - Palpitazioni e tachicardia; - Insonnia; - Ansia, irritabilità, calo dell’umore e facilità dell’affaticamento; - Cefalea; - Calo della libido e del desiderio sessuale; - Aumento del rischio di malattie cardiovascolari e osteoporosi. Di fronte a un simile cambiamento, molte donne non riescono ad accettare questa nuova fase della vita, il loro corpo che cambia e il desiderio sessuale che cala. Ma siamo sicure che sia sempre la menopausa la causa di tutto? Ho approfondito questo tema con Doriana Cecconello, conosciuta su Instagram come Menopausa Bastarda (di professione social media manager), una pagina dove Doriana parla di menopausa in maniera ironica e dà consigli alle donne su come gestire questo periodo. Doriana, raccontami della tua esperienza con la menopausa. Allora, io ho 57 anni , quasi 58, sono in menopausa definitiva da cinque anni e sicuramente sono andata in crisi a livello emotivo, però fisicamente non mi sono sentita particolarmente diversa rispetto a prima, questo devo dirlo. Sicuramente la menopausa mi ha portato a un periodo della mia vita in cui ho capito che gli anni passavano, però a differenza di molte altre donne, che mi hanno scritto anche sul mio profilo, credo di essere stata fortunata perché a livello fisico non ho avuto assolutamente nessun tipo di cambiamento, se non vampate- che ho ancora adesso- e umore altalenante, per il resto devo dire che è stato abbastanza leggero come cambiamento. Quindi diciamo l'aspetto della menopausa che è stato più inaspettato è quello psicologico Un cambiamento a livello emotivo, psicologico c’è per forza perché hai degli alti e bassi umorali. Per me è stata una cosa molto forte, all'inizio credo di aver sofferto anche un po’ di depressione. Ci sono tantissimi tabù: molte persone pensano che con la menopausa finisca tutto, molte donne si trascurano perché pensano che non ne valga più la pena. E’ un pensiero che hanno anche tantissimi uomini e questo pensiero arriva dal passato, dalle nostre mamme che ci hanno trasmesso questa concezione negativa della menopausa. Cosa pensi debba cambiare nella società per cambiare questa narrazione negativa della menopausa? Sicuramente iniziare a parlare della menopausa ai nostri figli in maniera positiva. Molte donne attribuiscono i propri problemi legati al desiderio sessuale alla menopausa: il 90% delle donne con cui ho parlato mi ha riferito questo problema, ma io mi domando, ce l’avevi prima? Nel caso, si va dal ginecologo e si trova una soluzione, non diamo sempre la colpa alla menopausa: molto spesso è una questione di mentalità che ci porta a colpevolizzare la menopausa, quando secondo me non è così. Hai notato anche un cambiamento nelle relazioni in generale , oppure dal punto di vista sociale, dopo la menopausa? Si, diciamo che il passaggio a questa nuova fascia d’età è una delle esperienze più forti che una donna possa sperimentare nella vita, poi ho sentito tantissime esperienze di donne che si sentono sole. Una donna mi raccontava di sentirsi particolarmente sola, non aveva sorelle, non aveva la mamma e si lamentava che non potesse parlarne con nessuno. Anche questa però è una questione di mentalità, bisognerebbe estendere questa conversazione anche ai figli maschi, al partner e agli uomini in generale. Vorresti aggiungere qualcos’altro sul tema della menopausa? Secondo me bisognerebbe parlare di più della menopausa perché è ancora molto sottovalutato come periodo della vita. Bisognerebbe anche fare delle iniziative in più sulla menopausa, delle attività ad hoc. In conclusione, la menopausa è una fase di transizione nella vita di una donna che, purtroppo, è spesso circondata da tabù e stereotipi negativi. Tuttavia, è fondamentale riconoscere e valorizzare il contributo delle donne durante questo periodo e oltre. Le donne in menopausa non dovrebbero essere viste come meno attive o meno capaci, ma piuttosto come individui con un'enorme ricchezza di esperienza, conoscenza e potenziale da offrire alla società. È importante smantellare il concetto errato che la menopausa segni la fine della vitalità e della rilevanza delle donne. Al contrario, questo momento di transizione può essere considerato come un'opportunità per le donne di reinventarsi, di esplorare nuove passioni, di intraprendere nuove sfide e di continuare a contribuire in modi significativi alla società. Dare valore alle donne in menopausa significa riconoscere e celebrare la loro resilienza, la loro saggezza e la loro capacità di adattamento. Significa anche promuovere una cultura che sfida gli stereotipi legati all'età e che valorizza la diversità delle esperienze femminili. Quando le donne sono sostenute e valorizzate durante la menopausa, non solo migliorano le loro prospettive individuali di salute e benessere, ma si crea anche una società più inclusiva, equa e ricca di risorse. In conclusione, è essenziale promuovere una visione della menopausa che riconosca e celebri il valore continuo delle donne nella società. Le donne in menopausa meritano rispetto, sostegno e opportunità per continuare a crescere, a contribuire e a ispirare gli altri con la loro vitalità e la loro saggezza. ANTONELLA PATALANO
Saperne di piùOdore vaginale come empowerment?
Le narrazioni tossiche che da sempre hanno riguardato le nostre vulve & vagine sono molte. Tuttavia, una in particolare è stata posta al centro di una retorica che, nel corso del tempo si è trasformata da shaming a powerful, associata prima a una proliferazione di mercato senza precedenti che, approfittando del senso di mortificazione e vergogna delle donne, ha creato le basi per una diffusione dell’odore vaginale perfetto e poi, una vera e propria riappropriazione e auto affermazione della propria unicità che ha sfidato i canoni imposti dalla società. L’idea che l’odore naturale della vagina fosse di cattivo gusto e dovesse essere “coperto” ha radici antiche (si hanno testimonianze di soluzioni posticce come irrigazioni vaginali o l'abbondante uso di talco utilizzate dalle donne per mantenere le loro parti intime "fresche e pulite" molto prima dell'invenzione delle moderne salviettine disinfettanti e dei deodoranti intimi) ma solo nel 900 la vergogna delle donne rispetto al proprio odore verrà sfruttata ufficialmente, in una sapiente azione di marketing, per dare il via a un’esplosione senza precedenti di prodotti di igiene intima femminile. Alimentando un senso di profondo imbarazzo e plasmando la percezione che le donne stesse avevano del proprio corpo e creando una domanda che persiste ancora oggi. Un esempio storico significativo è rappresentato dall'azienda Lysol nel 1946, che attraverso campagne pubblicitarie che colpevolizzavano le donne per i problemi coniugali dovuti al loro odore corporeo, promuovevano la propria lavanda per l’igiene femminile come soluzione a tutti i litigi con il marito. Successivamente, tutta una serie di altri prodotti ha invaso il mercato grazie ad aziende come Femfresh, Bidex e FDS, che hanno presto sviluppato una gamma di intimate refreshing products (da spray a salviette per la zone vulvare da tenere in borsa per un touch up durante la giornata) trasformandoli in beni di consumo di prima necessità e rendendoli accessibili a un numero sempre più cospicuo di persone grazie al posizionamento nei negozi (ampliandone così la domanda e l'offerta attraverso la maggiore visibilità). Non solo: anche la pubblicità ha avuto un ruolo notevole nell’ascesa della popolarità di questi prodotti. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta i prodotti per l’igiene intima femminile che promuovevano una “vagina profumata a fresca” hanno iniziato infatti a essere pubblicizzati più frequentemente e con una maggiore propensione anche in riviste femminili mainstream e in televisione, facendosi strada così fra un pubblico sempre più vasto. Il problema intrinseco alla pubblicizzazione di questi prodotti però può essere ricondotto banalmente al come venivano pubblicizzati e al presupposto stesso sul quale si fondava questa pubblicizzazione, ossia il fatto che l’odore naturale della vagina fosse qualcosa di sgradevole, umiliante e da nascondere, caricando le donne di un’ inutile quantità di vergogna intorno al loro corpo. Prima di continuare, sentiamo però di dover fare uno statement importante: le vagine devono avere un odore e no, non devono profumare di fiori, zucchero, biscotti della nonna o qualsiasi altra cosa vi sia stata fatta credere. Ogni vagina ha un odore diverso, unico e, non sempre ricorda i prati fioriti: anzi, non dovrebbe neppure. Tramite l’uso di messaggi persuasivi e delle emozioni umane per influenzare le nostre decisioni di acquisto i prodotti di igiene intima femminile sono stati commercializzati dunque come la soluzione a un problema - di per sé inesistente - che nel tempo ha ampliato i propri confini anche ad ambiti come la femminilità in generale. In alcuni studi infatti è stato evidenziato come il linguaggio codificato usato da alcune aziende per promuovere, a fini di vendita, l’immagine della vagina perfetta abbia generato a lungo andare stigmi non solo inerenti all’odore vaginale, ma anche a temi come le funzioni corporee (come il ciclo mestruale e le perdite) e la sessualità. Un caso particolarmente noto riguarda l’azienda Femfresh che legò l’immaginario della vagina “fresca e inodore" a quello di castità e purezza, convalidando e aggravando lo stereotipo della giovane ragazza innocente e virginale che si preparava alla prima notte di nozze utilizzando il loro deodorante prima dell’atto, allargando dunque lo spazio dalla sola “igiene” intima all’intera sessualità e alle norme sociali sul sesso. Negli ultimi decenni, il mercato ha subito una rivoluzione radicale, adattando i propri prodotti alla richiesta reale dei consumatori, sia dal punto di vista comunicativo (discostandosi della retorica tossica che li ha accompagnati in passato), sia dal punto di vista dei bisogni effettivi delle donne, che hanno abbracciato l'idea di un'igiene intima sicura per le proprie vulve, evitando l'uso eccessivo di prodotti profumati e educando sé stesse e gli altri sulla normalità e bellezza del corpo femminile. Ovviamente, a questo proposito non possiamo non dedicare uno spazio apposito - prendendolo come campione - al nuovo detergente intimo di This, Unique, che rappresenta l’esempio perfetto di come un prodotto al giorno d’oggi dovrebbe essere e di quali valori dovrebbe trasmettere. In linea con tutta la filosofia del brand, che si prodiga per abbattere lo stigma e la vergogna che circonda il ciclo mestruale & co, aumentando la consapevolezza ed eliminando i tabù tramite le proprie piattaforme, anche il detergente è stato formulato per rispettare al 100% le nostre zone intime, garantendo una pulizia efficace mentre mantiene l'equilibrio delle mucose. Infuso con estratti naturali di Croton Lechleri e ingredienti biologici, è ideale per l'uso quotidiano e il suo leggero profumo non è invasivo e non mira a modificare o mimetizzare il nostro odore, bensì a donare una sensazione di freschezza e protezione durature. Infine, il modo in cui è cambiato l’approccio all’odore vaginale nel tempo, è frutto di una società che ha saputo trasformare un tabù in un punto di forza ed emancipazione femminile e che ha posto al centro della propria narrativa un’immagine positiva e di empowerment dell’odore vaginale. L’esempio più eclatante è stato quello dell’attrice Gwyneth Paltrow, la prima a catturare l’attenzione dei media mondiali lanciando la candela “al profumo della mia vagina”, seguita da Erykah Badu - famosa cantante e grande attivista americana - note per aver creato una linea di incensi inspirati alla sua parte più intima, realizzati con parti di mutande da lei stessa indossate e bruciate incluse poi nel prodotto finale, con l’obiettivo di condividere con il mondo gli ideali di totale libertà femminile. MARTA BORASO
Saperne di piùMUSICA E IL RESTO ...RESTA! (e diventa siginficato)
Musica e il resto scompare! ...o anche no? E soprattutto, cosa resta? Carə lettorə e ascoltatorə, è vero. Veniamo da giorni sonori e magari ne abbiamo anche a sufficienza ma prendiamoci un momento per analizzare e comprendere perché la musica abbia una così grande, immensa valenza comunicativa, linguistica, educativa e divulgativa e di cosa vogliamo realmente trattare ora. Si sa, la musica è immediata, giunge proprio a tuttə. Ma come? Breve spiegone cognitivista: la musica è linguaggio e dunque una forma di comunicazione grazie alla quale gli esseri umani entrano in contatto tra di loro. Il linguaggio, attraverso la comunicazione, diventa quindi relazione, partecipazione, scambio. Inoltre, esso rende comunicabile il pensiero. Dunque, la comunicazione linguistica assolve funzioni di tipo sociale, relazionale, referenziale. Un sacco di roba! Cosa accade quindi quando ascoltiamo un brano il cui testo ci coinvolge particolarmente? Che quelle parole assumono significato e diventano per noi modi di abitare e percepire il mondo. Secondo il modello teorico del referenzialismo, le cose vanno più o meno così: ° vivo un'esperienza ° la traduco in pensiero ° che a sua volta si associa a parole, simboli, suoni ° di cui in seguito mi avvalgo per costruire affermazioni a proposito di esperienze simili alla mia Dal momento che tuttə viviamo esperienze analoghe, le parole che udiamo attivano inevitabilmente i nostri pensieri. In tal modo il linguaggio consente alle persone di comunicare. E così funziona la musica! Ampliando ulteriormente: cosa ci dice la musica della donna? Che immagini e significati ci propone? Spesso, narrazioni intrise di visioni polarizzanti, l'evidente sessismo mascherato tra sentimentalismi ed inappropriate ironie, stereotipi e legittimazione poetica della violenza di genere il tutto NORMALIZZATO E ORECCHIABILE. E purtroppo, la musica così fatta conserva un ruolo cruciale nel sostenere e legittimare la violenza di genere. E' importante domandarci cosa tutto ciò produca in noi (e cosa abbia già prodotto, intergenerazionalmente) a livello di crescita e consapevolezza morale, personale, relazionale, culturale. La produzione di significato è una delle funzioni della cultura. E dunque vogliamo consapevolezza e responsabilità collettiva! Vogliamo creare significati e linguaggi condivisi, una musica che resti e generi apprendimento, sensibilità, cultura. “Dire qualcosa è sempre fare qualcosa” * * Teoria degli atti linguistici, Austin&Searle, 1974 LUCIA SCARANO
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