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Periodica Magazine: lo spazio per il dialogo aperto

UN CICLO PER LA SALVAGUARDIA DEL PIANETA

UN CICLO PER LA SALVAGUARDIA DEL PIANETA

Come la gran parte delle giornate celebrative, anche quella dedicata alla salvaguardia del nostro Pianeta ha un’origine caliginosa che non può che offuscare l’espressione di tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente. Il giorno della Terra è legato, infatti, a una vera e propria catastrofe ambientale, avvenuta nel 1969 al largo delle coste di Santa Barbara, in California, dove si rovesciarono ben 100.000 barili di petrolio greggio. Tutti sappiamo quanti episodi simili si siano verificati nel corso del tempo che hanno inquinato risorse che, per essere reintegrate, avrebbero bisogno di milioni di anni. Basta spostarsi con la memoria indietro di poco più di un anno per ricordare, ad esempio, la serie sconvolgente di incendi dolosi che interessò l’amazzonia, per racimolare spazio da destinare ai terreni agricoli. Mentre la Terra, intanto, sta a guardare, mandando chiari segnali: i più evidenti, sotto gli occhi di tutti, sono quelli legati agli eventi metereologici estremi quali tempeste da un lato, e ondate di calore dall’altro. Più che mai è necessario che ciascunə contribuisca, adottando stili di vita sostenibili. Tuttə sappiamo che è difficile rinunciare a una serie di convenzioni che riguardano gli ambiti più svariati della vita, dall’alimentazione, ai trasporti, alle scelte di consumo.  L’idea di This Unique è partita da qui: non è accettabile che tuttə coloro che hanno il ciclo mestruale, a lungo, abbiano avuto come soluzione principale quella di usare assorbenti e tamponi farciti di plastiche micro e macro. Secondo alcuni studi, un singolo pacchetto di assorbenti tradizionali (che quasi di sicuro tuttə abbiamo usato per un periodo più o meno lungo della vita) conterrebbe 2,4 g di plastica, equivalenti, per essere chiari, a circa 4 buste della spesa. Per quanti anni mediamente le mestruazioni accompagnano ciascunə di noi? 30. Solo in Italia, quanti milioni di persone hanno le mestruazioni? 21 milioni, per circa 4 giorni al mese. I numeri sono strabilianti, perfino spaventosi se consideriamo che ogni assorbente che contiene plastiche impiega più di 400 anni a decomporsi. Per fortuna, si stanno diffondendo nuovi metodi per vivere il ciclo in maniera green, dagli assorbenti lavabili alle coppette mestruali: ma non tuttə si sentono a proprio agio con questi strumenti ed è necessario che, per vivere un’esperienza ricorrente come le mestruazioni, ciascunə possa scegliere l’accessorio con cui più si sente a suo agio. Non potevamo stare a guardare: questo è uno dei motivi che ci ha convintə a credere nell’avventura di This Unique per proporre un prodotto compostabile come scelta di consumo sostenibile nei confronti, in primis, della Terra. Vediamo la sostenibilità come un percorso e siamo fierə di muovere i nostri passi in quella direzione, con voi.

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ddl Zan

ZAN ZAN! ODISSEA DI UN DDL

A tutti piace fantasticare, arrovellarsi, smarrirsi tra le proprie allucinazioni fino a trasformarle in incubi, un po’ come il protagonista di Auto da fé, così convinto della morte della moglie che, pur vedendola di fronte a sé in carne e ossa, la credeva un fantasma. Di recente, alcuni hanno affermato, attanagliati appunto da fantasticherie, che il vero obiettivo del ddl Zan sia non tanto lo sradicamento dell’omotransfobia e della misoginia, quanto lo sdoganamento della pratica della maternità surrogata (spesso chiamata, brutalmente, «utero in affitto»). Magari!, ci verrebbe da dire. Il fatto è che questa eventualità è un’allucinazione, appunto, una fantasticheria non prevista, purtroppo, in alcun punto del decreto legge. Ma andiamo con ordine. La discussione generale alla Camera era iniziata il 3 agosto 2020, insomma in tempi non sospetti, e, dopo una serie di ritardi legati all’ostruzionismo di Lega e Fratelli d’Italia, che avevano presentato l’eccezione di costituzionalità, il disegno di legge di Alessandro Zan era stato infine approvato il 4 novembre, con una maggioranza di 265 deputati a favore, contro i 193 contrari – e un astenuto. Tuttavia, la discussione in Senato non è ancora iniziata, e questo perché prima è necessario che si superi l’esame della Commissione Giustizia, che ritarda la calendarizzazione. Andrea Ostellari, presidente della Commissione, ha infatti annullato la riunione dell’Ufficio di presidenza prevista per il 30 marzo, che avrebbe dovuto, appunto, fissare una data. Questione di «merito e regolamento», sostengono alcuni, e non di ostruzionismo: le priorità sono altre, affermano, come la riforma del processo civile, la magistratura onoraria e il disegno di legge contro le violenze sugli animali. Insomma: c’è ben altro di cui occuparci, perché non parliamo di...? Certo, le priorità sono molte, le problematiche ancora di più; ma siamo sicuri che la salvaguardia dell’uomo e della donna dai crimini d’odio sia una questione da accantonare come «non urgente»? Perché è questo il fulcro della legge, il cui titolo recita: «Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità». Se i primi articoli della legge chiariscono e distinguono i concetti di sesso, orientamento sessuale e identità di genere, introducendo tali diciture, insieme alla disabilità, tra le categorie tutelate dal codice penale, il quinto, forse il più importante, modifica la legge Mancino. Ovvero estende ai reati basati sul sesso, sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale o sull’abilismo la pena carceraria, già prevista per «chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi» (art. 1 legge Mancino). Fino a qui tutto bene, viene da dire. I crimini d’odio in Italia sono così tanti – e così aumentati durante la pandemia, come testimoniano l’Osservatorio Vox e l’OSCAD – che una legge che li prevenga e li punisca pare indispensabile. Ma a quanto pare, molti preferiscono tirarsi indietro, pur concordando apparentemente sul rispetto delle persone, indipendentemente dall’orientamento sessuale. Ma? Perché, in questi casi, sembra che ci sia sempre un «ma». L’identità di genere? Che cos’è? Alcuni esponenti delle istituzioni pretendono che il sesso biologico coincida con l’identità di genere. E questa non è l’ennesima violazione? In poche parole sostengono: sì all’omosessualità (a patto che non si adottino figli), no al trans (gender o sex che sia). Sulla pena riguardo alle violenze – è solo di poche settimane fa l’aggressione omofoba nella metro di Roma – tutti d’accordo. Solo non si concepisce il fatto che alcune categorie siano più salvaguardate di altre: «Le vittime vanno tutte tutelate», recitano gli incalliti, una sentenza che suona tanto come l’all lives matter, in risposta al celebre movimento black lives matter. La verità è che alcune categorie, invece, vanno più tutelate perché più colpite, perché discriminate quotidianamente, aggredite, picchiate, insultate e talvolta neanche riconosciute. Il problema è che la legge proposta da Alessandro Zan non dovrebbe essere qualcosa contro cui muovere una crociata, perché non si tratta di politica, ma di buon senso. In Europa tutti gli stati possiedono un decreto analogo, fatta eccezione per la Polonia e l’Ungheria (certo, non una gran sorpresa); crediamo che sia giunto il momento anche per l’Italia, perché si superino certi orrori, perché si intraprenda un processo di crescita sociale equo e indispensabile. Senza allucinazioni o incubi. ENRICO PONZIO 

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«LIBRES», LA RAPPRESENTAZIONE DELLA DONNA

«LIBRES», LA RAPPRESENTAZIONE DELLA DONNA

TRA TABÙ E STEREOTIPI C’è quello che le donne non dicono e poi quello che viene detto sulle donne. Il risultato è semplice: una rappresentazione falsata che ha invaso e invade l’immaginario collettivo.  È da poco che ho scoperto una mini-serie tv francese che, mentre mi faceva innamorare, mi faceva riflettere. Il suo titolo è «Libres» e non ringrazieremo mai abbastanza le sue autrici, la regista francese Ovidie e la giornalista Sophie-Marie Larrouy: sono in tutto 10 episodi cortissimi, di circa 4 minuti l’uno – che vi invito a guardare – , ognuno dedicato a un luogo comune, a un canone estetico, sociale e sessuale che investe il ruolo della donna. Il tutto condito da un’ironia pungente che costringe a pensare.  Spaziando dalle riflessioni sulle dick-pic alla penetrazione anale, su ciascun tema si stende un consiglio, quello della libertà, il vero filo conduttore della serie, celebrata sin dal titolo.  Non sarà il caso di dirvi che un episodio è dedicato alle mestruazioni, riconosciute come uno dei grandi tabù della nostra società, che ancora oggi suscita sgomento in molte persone. La rappresentazione del sangue mestruale, come sappiamo, viene bannata in Francia come in Italia, contribuendo a favorire un sentimento di repressione che ci porta a nascondere, ancora, gli assorbenti e i tamponi.  Ma alcuni canoni, ci ricordano le autrici di «Libres», possono essere anche più pericolosi: l’ossessione per l’invecchiamento, ad esempio, o quella per le calorie, derivate da una società che promuove come modelli di riferimento corpi giovani e perfettamente modellati, o che trasmette, martellante, pubblicità di creme antirughe o contro gli inestetismi prodotti dalla cellulite.  Il punto è che la gran parte di noi – per non dire tutt* – ha il segno di una smagliatura da qualche parte del corpo, che tutt* siamo destinat* a invecchiare, e a tutt* piace concedersi un dolce, un drink, una pizza. Ma ce ne vergogniamo, ci sentiamo in colpa perché siamo costantemente paragonat* a modelli, è il caso di ammetterlo, sbagliati.  Per sbarazzarcene, l’espediente è uno solo: capire quello che è meglio per noi, qui e ora. Mettiamoci a dieta, compriamo creme anti-age, viviamo liber* da stereotipi la nostra sessualità, perfino depiliamoci se è qualcosa che fa stare bene noi, lontan* dai condizionamenti che ci impone la società.

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Skincare nelle fasi del ciclo

Skincare nelle fasi del ciclo

Qualche settimana fa, abbiamo parlato di intelligenza ormonale. Ora, tuttə sappiamo quanto, nel corso di questi famosi 28 giorni, cambi la nostra pelle.  Che la sindrome premestruale sia leggera o fortemente impattante, tuttə notiamo "inestetismi" di cui, generalmente, cerchiamo di liberarci nel più breve tempo possibile. Ancora una volta possiamo ricondurlo alla conoscenza del nostro corpo, per raggiungere una perfetta sintonia con noi stessə  Ad ogni modo, per prendervi cura della vostra pelle, tenete a mente un trucchetto: diversificate i trattamenti! Non è necessario, infatti, applicare gli stessi prodotti durante ogni fase del ciclo mestruale. Chiaramente, tenete presenti le caratteristiche della vostra pelle, ma in generale se inizierete a osservarvi più da vicino, noterete dei cambiamenti ricorrenti.  Durante la fase follicolare, complice l’alto livello degli estrogeni, la pelle risulta più idratata e luminosa. Anche se richiede meno cura in questo periodo, consigliamo di usare creme che contengano vitamina C e retinoidi, per far risaltare lo stato naturale del tuo viso.  La fase luteale è sicuramente la più complessa per la cute che diventa più grassa: man mano che ci si avvicina alle mestruazioni sorgeranno, quasi di sicuro, dei brufoletti. In questi giorni è necessario utilizzare detergenti efficaci e un esfoliante per mantenere la pelle pulita, controllando l’eccesso di sebo.  Durante le mestruazioni, per l’abbassamento dei livelli di progesterone ed estrogeni, la pelle si secca, divenendo di conseguenza più irritabile. È necessario usare prodotti molto delicati per lenire e purificare la pelle.  Impostare una adeguata skincare routine, non farà bene solo alla tua pelle: concedersi una pausa, dedicarsi del tempo è fondamentale per abbassare i livelli di stress e per riappropriarsi di un alleato prezioso, il tempo. Quindi due piccioni con una fava, no? Visita il nostro shop nella sezione dedicata allo skincare, per scoprire gli ultimi arrivati: se li proverai, non potrai farne a meno. 

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Siamo tutte Sarah Everard

Siamo tutte Sarah Everard

Nelle ultime settimane, l’opinione pubblica è stata scossa da un avvenimento che tocca tutti noi – a qualunque genere sentiamo di appartenere – molto da vicino. Il caso è quello della tragica scomparsa di Sarah Everard: quello che è successo è fin troppo noto, ma merita comunque una breve nota. Trascorsa una serata a casa di amici, Sarah si incammina intorno alle 21 dal quartiere di Clapham, nella zona sud di Londra, verso casa sua che, purtroppo, non raggiungerà mai, ennesima vittima di una violenza fin troppo diffusa. La sua scomparsa ci ha portati a ripensare a un problema tanto silente quanto diffuso: la paura che le donne vivono ogni qualvolta devono tornare a casa da sole di notte. Sono vari gli stratagemmi ai quali ciascuna pensa: stare al telefono con i propri amici, preferire un taxi anche quando si tratta di percorrere una manciata di isolati, accelerare il passo per arrivare quanto prima alla meta, armarsi di spray urticanti etc. Quante volte, poi, abbiamo chiesto a un’amica di scriverci non appena arrivava a casa?  Ma il punto è: tutto questo dovrebbe esistere? La risposta non può che essere un sonoro no! Eppure, l’altissimo numero di femminicidi, l’altissimo numero di donne che subisce violenze – di qualunque tipo esse siano, fisiche, verbali, psicologiche – rende la paura saldamente fondata.  La tragica vicenda di Sarah, d’altra parte, ci ricorda che neanche prendere le “precauzioni” adatte può portarci a casa sane e salve. Il punto è che deve cambiare qualcosa di più profondo, che si lega a un altro tipo di progetto educativo da veicolare che abbia come punti focali il rispetto di ogni genere e il contenimento dei propri istinti.  Quello che molti accusano, infatti, è che il problema della violenza di genere venga gestito dagli Stati in modo emergenziale che praticamente implica una maggiore illuminazione delle strade e uno spiegamento più consistente delle forze di polizia. Non è questo sicuramente il bandolo della matassa: è ora di iniziare a pensarci tutti sullo stesso piano, ad attribuire a ciascuno le proprie responsabilità. Fintanto che continueremo ad insegnare alle donne che devono proteggersi, non cambierà nulla. Quel che serve è educare – e sicuramente si stanno compiendo dei passi in avanti – i ragazzi a rispettare la sensibilità delle donne: che non è necessario fare un indesiderato apprezzamento ad alta voce, che è preferibile cambiare lato della strada se è notte e davanti a loro c’è una ragazza. Non sono che piccoli passi che possono derivare solo da un’educazione familiare e scolastica e da un linguaggio che deve cambiare. Le parole hanno un grande peso: sono il filtro principale attraverso il quale percepiamo il mondo e fin troppo spesso, frequenti espressioni quotidiane dipingono un mondo in cui gli uomini sono superiori alle donne.  Invece, insegniamo alle nuove leve che le donne al volante non sono un pericolo costante, che non bisogna focalizzarsi su ciò che indossano, che i posti dirigenziali possono raggiungerli senza essersi concesse a nessuno, che una donna forte non ha le palle: è forte.

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CHE CRAMPI!

CHE CRAMPI!

Rimedi per gestire i crampi mestruali   I crampi mestruali rappresentano un indesiderato appuntamento fisso per la gran parte delle persone con il ciclo. Non siamo tutte uguali e per questo anche i dolori connessi al ciclo possono variare per forma e intensità da persona a persona: comunemente, però, quello che la maggior parte di noi lamenta è un dolore che interessa l’area addominale. Questo è causato dall’eccessiva produzione di prostaglandine, molecole che provocano le contrazioni dell’utero, specie nei primi giorni delle mestruazioni. Insomma, i crampi sono un evento spiacevole che spesso si accompagna anche ad altri disturbi come mal di testa, diarrea e gonfiore. Si tratta di sintomi invalidanti, spesso non opportunamente considerati (ad esempio, la legge italiana non prevede alcuna forma di congedo mestruale!), che ci costringono a trascinarci da un luogo all’altro per rispettare comunque la nostra agenda.   Imparare a riconoscersi è fondamentale anche in questo caso perché i dolori mestruali molto acuti (più scientificamente indicati dal termine dismenorrea) possono essere connessi ad alcune malattie. In questo caso si parla di dismenorrea secondaria e analisi più approfondite indicate dal tuo ginecologo possono portare al riconoscimento di disturbi infiammatori, di endometriosi, fibromi o cisti. Tuttavia, più comunemente i crampi mestruali non sono connessi ad alcuna patologia: in questo caso, solitamente, svaniscono nell’arco dei primi due o tre giorni di mestruazioni. Ora che abbiamo un quadro più completo sull’origine dei dolori mestruali, vediamo quali possono essere alcuni rimedi.   Cerca di ridurre lo stress. Infatti, la tensione emotiva può aumentare l’intensità dei dolori mestruali! Tieni a mente che il calore è un ottimo alleato per distendere la tensione muscolare. Puoi applicare una borsa dell’acqua calda o concederti un rilassante bagno caldo. Pratica frequentemente uno sport. Se non te la senti, però, prova con una passeggiata oppure opta per un giro in bici. Ora possiamo approfittare anche della bella stagione! Controlla la tua alimentazione: ha un ruolo fondamentale! Evita cibi piccanti, non assumere troppa caffeina o alcol. Prova bevande calde come tisane a base di finocchio (per le sue proprietà antispastiche) o a base di zenzero. In generale, è importante bere molto. Scegli alimenti di facile digeribilità per limitare il senso di gonfiore, ricchi di Omega 3, magnesio e vitamina C che facilita l’assorbimento del ferro. Pratica un massaggio con oli rilassanti all’altezza del ventre: in molti casi attenua velocemente il dolore provocato dai crampi mestruali. Sicuramente col tempo troverai i rimedi più adatti al tuo corpo! Se conosci altri rimedi validi, non esitare a condividerli con noi qui sotto, nella sezione dedicata ai commenti!

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Giornata Internazionale dei Diritti della Donna

Giornata Internazionale dei Diritti della Donna

L’Italia si prepara a dipingersi di piccoli e delicati fiori gialli: simbolo della ricorrenza legata alla Giornata Internazionale dei Diritti della Donna – almeno alle nostre latitudini –,  in questi giorni incontriamo la mimosa agli angoli di tutte le nostre strade.  Celebrata in ogni angolo del mondo da poco più di un secolo, le origini di questa festa sono state a lungo controverse. C’è chi ritiene che la festa discenda da un incendio divampato in un’industria tessile di New York che uccise ben 146 donne; altri la riconducono a una presunta manifestazione sindacale sempre di operaie tessili newyorkesi del 1857.  In realtà, l’origine dell’8 Marzo ha origine nelle proteste femministe russe del 1911. Più di un milione di donne e uomini hanno partecipato alle varie manifestazioni che sostenevano la campagna per il diritto delle donne di lavorare, votare, essere formate professionalmente, di svolgere funzioni pubbliche ed essere libere dalla discriminazione, rivendicando maggiori diritti in una società di stampo patriarcale. In ogni caso, sarebbe troppo difficile ricostruire precisamente le origini di una ricorrenza che si è pian piano allargata a tutto il mondo. Quello che più ci interessa è celebrare il suo valore, input, in molti casi, per il raggiungimento della vittoria di tante e importanti battaglie, che miravano tutte a un obiettivo: l’uguaglianza politica, economica e sociale tra persone, indistintamente dal loro genere. Diversi sono i traguardi segnati nel corso del tempo: il diritto di istruzione, quello di voto, del divorzio e, per citare il più importante tra gli ultimi, l’istituzione di provvedimenti penali connessi alla violenza di genere.  Ebbene, nonostante siano passati più di cento anni, le donne non hanno smesso di combattere: ciascuna conduce le sue grandi e piccole battaglie quotidiane per assottigliare quella disuguaglianza che tuttora persiste. Sebbene si registrino intermittenti segnali di miglioramento, lo scenario epidemiologico ci pone di fronte a nuove sfide: per questo non possiamo non pensare ai rischi che corrono le figure femminili ancora una volta.  Se già prima dell’emergenza legata al coronavirus, molte hanno dovuto scegliere tra una vita professionale e una vita familiare, ora diverse ripercussioni, tra cui la chiusura frequente degli istituti scolastici, potrebbero riflettersi sulle donne. Ad esempio, queste, secondo recenti sondaggi, hanno dichiarato di essersi occupate durante il primo lockdown per 62 ore settimanali dei figli alle prese con la didattica a distanza, a fronte delle 36 degli uomini, a discapito del loro lavoro.  Insomma, oggi è più che mai ingiusto doverci confrontare con la scelta del lavoro o della famiglia, è ingiusto essere associate alle responsabilità di cura della casa o dei figli, è ingiusto essere retribuite meno e ricoprire ruoli meno prestigiosi perché donne.  Come abbiamo visto, basta soffermarsi sul tema perché affiorino decine di problemi irrisolti, di diritti non riconosciuti: per la loro risoluzione, per il loro conseguimento è necessario ancora una volta far sentire la nostra voce, senza rassegnarsi alle condizioni vigenti.  Che l’8 marzo, con o senza mimose, sia l’occasione per riflettere sul ruolo che vogliamo rivestire.

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INTELLIGENZA ORMONALE

INTELLIGENZA ORMONALE

 Come interagire coi nostri ormoni, trasformandoli in alleati preziosi Quando si parla di ciclo mestruale molto spesso il pensiero comune va a quella che è solo una sua fase: le mestruazioni. Certo! È quella che attira maggiori attenzioni per le sue manifestazioni esterne (il sangue!). Ma il ciclo è molto altro e interessa ogni singolo giorno della vita fertile di una donna.Imparare a conoscere quello che succede al nostro corpo tra una mestruazione e l’altra può essere di grande aiuto.  Intanto, iniziamo a distinguere le quattro fasi di cui si compone il ciclo: queste ricoprono un periodo di 28 giorni, ma la sua durata può variare in base al soggetto. LE MESTRUAZIONI LA FASE FOLLICOLARE L’OVULAZIONE LA FASE LUTEALE In questo processo, giocano da protagonisti i famosi ormoni, a cui spesso diamo la colpa per il nostro cattivo umore, per l’improvviso sorgere di un brufolo, etc. In realtà, gli ormoni non meritano una tanto cattiva reputazione! Anzi, rivestono un ruolo importantissimo! Attivano alcune reazioni all’interno dell’organismo, fornendo istruzioni essenziali sui processi che regolano la nostra salute. I più importanti ormoni coinvolti nel ciclo mestruale sono essenzialmente tre: gli estrogeni, il progesterone e il testosterone. Imparare a conoscere i loro effetti, sviluppando quella che abbiamo chiamato intelligenza ormonale, ti aiuterà a stabilire una maggiore sintonia con il tuo corpo e con la tua psiche. Vediamo ora più da vicino le fasi mestruali.   Mestruazioni: rivestono i primi 3-5 giorni di ciclo. In questa fase gli estrogeni e il progesterone raggiungono il loro livello più basso. Questa riduzione provoca lo sfaldamento dell’endometrio e, dunque, il sanguinamento. In questo periodo, probabilmente, potrai sentirti più stanca, turbata, sensibile: anche questo è dovuto alla mancanza di progesterone, ma presto si risolverà!   Fase follicolare: si calcola all’incirca tra il 6° e il 14° giorno. Durante questo periodo le cellule della vagina lavorano per creare un ambiente favorevole per l’arrivo di eventuali spermatozoi. Nella prima parte della fase follicolare è rilasciato l’ormone FSH (follicolo-stimolante) che contribuisce allo sviluppo dei follicoli, ciascuno dei quali contiene un ovulo. Solo uno, detto dominante, maturerà alla fine di questa fase. In questi giorni potresti notare un incremento di muco cervicale e di lubrificazione vaginale: è tutto sotto controllo! Il tuo corpo si sta preparando alla fase successiva, l’ovulazione. Grazie all’innalzamento di estrogeni, poi ti sentirai al massimo delle energie.   Ovulazione: grazie all’influenza dell’ormone LH (luteinizzante), il follicolo maturo scoppia, rilasciando l’ovulo nelle tube di Falloppio, pronto per essere fecondato. Potresti avvertire leggeri crampi, che passeranno nel giro di un paio di giorni, al termine di questa fase. Gli estrogeni intanto hanno raggiunto il loro picco e insieme al LH e al testosterone ti faranno sentire invincibile. La pelle ti appare più luminosa, il viso più simmetrico… in generale ti senti più sexy! La natura ti sta incoraggiando a fecondare il tuo ovulo… e se non sei alla ricerca di una gravidanza, questo non vuol dire che tu non debba approfittare del momento!    Fase luteale: inizialmente gli estrogeni saranno ancora alti, ma presto comincerà la loro discesa. Nel frattempo fa capolino il progesterone, responsabile del gonfiore e del calo della libido… sempre grazie alla sua presenza, potresti sentirti meno energica e meno propensa al night-out. Approfittane per invitare amici a cena o rilassarti guardando un film o leggendo un libro!     Il ciclo è arrivato alla fine dei 28 giorni e… tutto sta per ricominciare da capo! Ma ora hai un nuovo alleato, oltre agli ormoni di cui sarai diventata esperta: la musica! Noi di This abbiamo pensato a delle playlist Spotify ad hoc per ogni mood! Clicca sul link per seguirci https://open.spotify.com/user/mfyybiw8ig3ixkkpx68olqwzq?si=qwCRfdUPTs27j6xDBWF7Og&nd=1 e suggerisci qui, nei commenti, quali sono le canzoni che trovi più adatte alle quattro fasi del ciclo! Buon divertimento…

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Sesso col "barone"

Sesso col "barone"

Se ancora intorno al sesso sopravvive un alone di tabù, la coltre si infittisce man mano che ci si avvicina alla combo sesso-mestruazioni, ancora poco spesso discussa e rappresentata.  Ma, siamo lieti di annunciarvi che, secondo recenti sondaggi, un’alta percentuale di donne dichiara di vivere la propria intimità anche durante il ciclo mestruale. Questo è sicuramente un primo risultato di quella che ci piace chiamare menstrual (r)evolution che sta finalmente allontanando, un passo alla volta, l’idea di “sporco” che a lungo è stata associata alle mestruazioni.  È da considerare che il sesso in genere (e con le mestruazioni ancora di più) comporta una serie di variabili da considerare, in primis il nostro stato psicologico: ho i crampi molto forti? Uno dei partner si impressiona alla vista del sangue? Mi sento abbastanza attraente? Sono tutti quesiti che ci poniamo, la cui risposta ci porta a considerare quello che è meglio per noi. È stato dimostrato che il sesso, durante il periodo mestruale, può essere portatore di numerosi vantaggi: intanto, avere rapporti durante quei giorni del mese può alleviare i crampi del ciclo grazie alle endorfine rilasciate durante l’orgasmo. Inoltre, non è da sottovalutare l’effetto lubrificante del flusso che favorisce indubbiamente la penetrazione. Qualcuna, peraltro, ha mai fatto caso che durante i primi giorni delle mestruazioni la libido è alle stelle? C’è una ragione ben precisa dietro a questa sensazione: i livelli di estrogeni si innalzano e questo ci fa sentire più felici. Quindi, perché non approfittarne? Rimane comunque vero che la vista del sangue (non solo quello che proviene dalla vagina!) può essere fastidiosa per alcuni, ma possiamo pur sempre adottare piccoli accorgimenti per limitare di macchiare troppo intorno a noi. Intanto, se preferiamo il letto/divano il nostro suggerimento è quello di stendere degli asciugamani sotto di noi; ma potremmo pur sempre cogliere l’occasione per fare l'amore in vasca o sotto la doccia (attenzione all’acqua troppo calda! Vasodilata e questo comporterebbe perdite più consistenti). Potresti anche provare ad applicare un preservativo femminile che ti permette di prendere non due, ben tre piccioni con una fava: riduce il flusso, previene da gravidanze (perché è un luogo comune che durante le mestruazioni non si possa rimanere incinte!) e da malattie sessualmente trasmissibili (specie nel caso di rapporti con partner occasionali).  E poi sì, ci sono posizioni più consigliate che sono quelle che ostacolano la legge di gravità, almeno per quel che riguarda il flusso: infatti, quelle in cui siamo sdraiat* sulla schiena permettono di sporcare meno. Ma insomma, nel sesso tutto è soggettivo e merita di essere un’esperienza libera da eccessivi preconcetti: sarete voi con i/le vostr* partner a scegliere quale sarà il metodo migliore che più si adatta a voi.  Noi di This pensiamo questo: viva l’amore sempre, in tutte le sue forme!

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