IL LAVORO NOBILITA L'UOMO... E LE DONNE?
Il 1 maggio si celebra la Festa dei Lavoratori, una ricorrenza internazionale nata nel 1866, a seguito della prima manifestazione per la difesa dei diritti dei lavoratori. Da allora ne è passato di tempo e il Diritto del Lavoro è diventato un elemento fondamentale per la nostra società. Ma ciò che non ha subito miglioramenti invece è l’eguaglianza nel diritto del lavoro ed il divario occupazionale di genere.
Il 2020 è stato un anno difficile per il mondo del lavoro, e soprattutto per le donne. Solo in Italia, dei 444 mila posti di lavoro andati persi nell’ultimo anno, il 70% ha coinvolto il genere femminile. Una situazione drammatica che ha toccato il fondo nel mese di dicembre, con la perdita di 101 mila posti di lavoro, di cui ben 99 mila riguardavano le donne. Il divario di genere purtroppo, però, non si limita a questo: nell’ultimo periodo, infatti, si parla sempre più spesso di gender pay gap.Citato anche dal Presidente Draghi qualche giorno fa, il divario salariale di genere rappresenta un’altra problematica importante per il ruolo della donna nella società moderna. Secondo le stime, i redditi femminili sono del 42,8% più bassi rispetto a quelli maschili, con un gap a parità di mansioni del 46,7%. Leggendo questi dati vi verrà spontaneo chiedervi quale siano le fonti di tali diseguaglianze e, in realtà, sono varie. Prima tra tutte troviamo la sectoral segregation per cui le donne risultano sovra rappresentate in settori relativamente poco retribuiti; e non parliamo del work-life balance che porta le donne a dedicare la maggior parte del proprio tempo a mansioni legate alla famiglia, ai figli e alla casa, svolgendo a tutti gli effetti un lavoro non retribuito (il New York Times stima che nel 2020 il lavoro non retribuito svolto dalle donne nel mondo superi i 10.9 trilioni di dollari); infine, il glass ceiling, per cui meno del 10% dei CEO nelle Fortune500 è donna.
In generale, non si parla più di un problema solamente femminile, ma di un problema sistemico e di efficienza economica: pensate che, se tutte le donne italiane lavorassero, il PIL aumenterebbe del 7%.
Purtroppo, proseguendo a questo ritmo, secondo il World Economic Forum, passerà un altro secolo prima di poter raggiungere la parità di genere sul mondo del lavoro.
CAMILLA DOMINISSINI