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Le mestruazioni scombinano tutto? Tre rituali per restare con te.
Ci sono giorni in cui tutto si fa più sottile: la pelle, l’umore, i confini. Giorni in cui basta poco per sentirsi esposte.Nei giorni delle mestruazioni, per molte persone, la sensibilità aumenta, l’energia cambia, il bisogno di protezione emerge. Eppure, la risposta sociale continua a essere: vai avanti, produci, ignora. Ma c’è un’altra possibilità: stare con ciò che c’è, anche quando è fragile.Questo articolo è un invito a coltivare gesti semplici, quasi invisibili, che aiutano a rimanere in contatto con sé nei momenti in cui il corpo non chiede forza, ma presenza. Il corpo non è un contenitore, è un luogo Nella narrazione dominante, il corpo che mestrua è spesso vissuto come qualcosa da gestire, da ridurre al silenzio, da sopportare.Come se fosse un involucro da controllare, un mezzo per produrre, mai un luogo da abitare. Ma il corpo non è un contenitore passivo. È un luogo vivo, sensibile, responsivo.Un paesaggio che cambia, che sente, che comunica. Durante le mestruazioni, questo paesaggio si trasforma. Non è un errore, non è debolezza: è una fase naturale della nostra ciclicità. E come ogni fase, ha i suoi bisogni. Spesso invisibili, spesso taciuti. Ma reali. In quei giorni, non servono eroi. Serve un posto sicuro in cui stare. E quel posto può cominciare proprio da dentro. Rituali invisibili per restare presenti Nei giorni in cui ci sentiamo più esposte, non sempre servono grandi gesti. Spesso bastano micro-movimenti per iniziare a riabitare il corpo. Ecco tre rituali che non si vedono, ma si sentono: Portare attenzione al peso: sedersi e lasciare che il corpo affondi, che il bacino trovi la gravità. Farlo intenzionalmente aiuta il sistema nervoso a sentire che c’è una base. Che non dobbiamo trattenere tutto. Toccare la pelle: non per aggiustarla, ma per sentirla. Un palmo caldo sull’addome o sul petto. Non per calmare, ma per riconoscere: “Sono qui. Mi sento.” Lasciare il fiato libero: non forzare la respirazione, ma osservarla. Quando il corpo è in tensione, il respiro si accorcia. A volte, basta accorgersene per iniziare a sciogliere. Questi sono gesti minimi, ma profondamente regolativi. Non servono per “stare meglio”, ma per stare in contatto. Il rifugio interno è una memoria del sistema nervoso Quando il corpo mestrua, il sistema nervoso autonomo – in particolare il ramo parasimpatico – può diventare più attivo. È fisiologico. È parte del nostro design. Nei giorni mestruali, molte persone notano una maggiore sensibilità, una diminuzione della soglia di tolleranza agli stimoli, una necessità aumentata di protezione. Non è solo psicologia. È biologia. E soprattutto è relazione. Il bisogno di “rifugio” è iscritto nei nostri tessuti fin dall’inizio della vita. Il sistema nervoso cerca contenimento e co-regolazione: qualcuno (o qualcosa) che ci faccia sentire al sicuro. Se non possiamo riceverlo da fuori, possiamo iniziare a offrirlo da dentro. Attraverso il corpo, attraverso rituali che ricordano al sistema che siamo presenti. Che non lo stiamo lasciando solo nel sentire. Sentirsi a casa, allora, non è una conquista mentale. È una memoria corporea che possiamo risvegliare. Le mestruazioni possono essere un portale. Non perché ci rendono più "spirituali", ma perché ci rendono più nude. E nella nudità possiamo imparare a fare spazio, non solo al dolore, ma anche alla presenza. Qual è il tuo modo di farti tana, quando tutto chiede che tu stia fuori da te? LUCIA SCARANO
Saperne di piùDirty Talking: guida semiseria all’arte di parlare sporco
C’è chi è già esperto, chi ci sta approcciando per la prima volta e chi pensa:Ma che è? Si mangia? Il Dirty Talking è, letteralmente, “parlare sporco” – ma non nel senso delle piastrelle in cucina dopo aver cucinato un’amatriciana coi fiocchi.Potremmo tradurlo più onestamente con: dire le zozzate. È una pratica che si può usare nelle sessioni di sexting ma anche, per gli amanti dell’offline, dal vivo: come preliminare o durante il rapporto. E ce ne sono di cose da dire… può essere un complimento super esplicito, sussurrato all’orecchio o inviato in un vocale, magari dopo un nude particolarmente hot una descrizione di ciò che vorremmo fare (o ricevere) una telecronaca di quello che ci sta succedendo e di ciò che ci sta piacendo Ma perché ci piace tanto? Stimola l’eccitazione: il dirty talking attiva il cervello prima ancora del corpo Ti permette di esprimerti (o trasformarti): puoi essere te stess* o provare un ruolo diverso, dando voce alle tue fantasie Crea connessione: dire i propri desideri, ascoltare quelli dell’altro è un modo potentissimo per creare intimità Ti piacerebbe provare ma non sai da dove iniziare? Ecco qualche dritta: Inizia soft: non sei in un porno. Le sfumature eccitano più delle frasi da film Ascolta l’altra persona: osserva la sua reazione. Se ti segue, prosegui. Se si blocca, fermati Trova il tuo stile: c’è chi è poetico, chi esplicito, chi buffo, chi fantasioso. Scopri cosa ti eccita e fallo tuo Usa il contesto a tuo favore: sei a cena e non puoi passare all’azione? Sussurra una fantasia. Sei in ufficio? Scrivi cosa succederà dopo Un’ultima cosa importante.I porno ci hanno abituato a un dirty talking finto e spesso imbarazzante. Nella realtà, ognuno ha il proprio modo di esprimersi, le proprie sfumature, i propri limiti. Il dirty talking – come il sesso – non ha uno standard. Finché c’è consenso, non esiste un modo giusto o sbagliato. Esiste il tuo. Il vostro. Quindi schiarisciti la voce, e preparati a far salire la temperatura, baby. LINDA CODOGNESI
Saperne di piùInfezioni vaginali ricorrenti
Le infezioni vaginali ricorrenti, tra le quali cistiti, candidosi e vaginosi batterica, colpiscono un gran numero di donne e rappresentano una sfida significativa per la salute quotidiana femminile in tutto il mondo, soprattutto nei paesi meno sviluppati, in cui le condizioni igieniche spesso vengono meno e sono determinanti. Queste patologie non solo comportano disagio fisico, ma spesso causano anche stress e frustrazione, influenzando negativamente la qualità della vita. È cruciale analizzare e distinguere i sintomi, identificare le cause principali e adottare strategie di prevenzione e trattamento, supportate da evidenze scientifiche, per affrontare efficacemente queste problematiche, riducendone la frequenza e migliorando la qualità della vita. Cistite: una delle infezioni urinarie più comuni La cistite è un'infezione del tratto urinario (UTI) che colpisce la vescica, solitamente causata da batteri intestinali, in particolare Escherichia coli, che migrano verso il tratto urinario. Le donne sono più frequentemente colpite a causa della loro anatomia, con una breve distanza tra uretra, vagina e ano che facilita la diffusione dei batteri nella vescica. Secondo uno studio di Foxman et al. (2022), circa il 50-60% delle donne sperimenta almeno un episodio di cistite nella vita, con molte che soffrono di infezioni ricorrenti. Sintomi della cistite Dolore e bruciore durante la minzione Bisogno frequente e urgente di urinare Dolore pelvico Presenza di sangue nelle urine (in alcuni casi) La cistite ricorrente può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, rendendo essenziale comprenderne la prevenzione e la gestione. Trattamento della cistite Le linee guida attuali, come quelle pubblicate dal National Institute for Health and Care Excellence (NICE), raccomandano l'uso di antibiotici (es. nitrofurantoina o trimetoprim) per il trattamento delle UTI. È essenziale completare il ciclo di antibiotici prescritto per evitare recidive e resistenza batterica. Prevenzione e comportamenti raccomandati Urinare subito dopo il rapporto sessuale può ridurre la colonizzazione batterica nella vescica (Hooton et al., 2022) Evitare l'uso di spermicidi e diaframmi, che aumentano il rischio di cistite (Stapleton, 2023) Assunzione di probiotici contenenti Lactobacillus per mantenere l'equilibrio della flora vaginale (Kramer et al., 2024) Idratazione adeguata per aiutare a espellere i batteri Candidosi vaginale: una proliferazione fungina comune La candidosi vaginale è causata dalla crescita eccessiva di Candida albicans, un fungo normalmente presente nella flora vaginale. Fattori scatenanti: stress, squilibri ormonali, uso di antibiotici, diabete non controllato, dieta non equilibrata. Sintomi della candidosi Prurito intenso Bruciore Perdite vaginali bianche Arrossamento della zona vulvare Dolore durante i rapporti sessuali Trattamento della candidosi vaginale Secondo l'American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), è consigliato l'uso di antifungini topici (clotrimazolo o miconazolo). Per forme recidivanti: trattamenti prolungati con antimicotici sistemici o terapia di mantenimento. Prevenzione e comportamenti raccomandati Limitare l'uso di antibiotici Assumere probiotici durante e dopo la terapia antibiotica (Falagas et al., 2023) Indossare biancheria intima in cotone, evitare indumenti sintetici Mantenere una buona igiene intima Vaginosi batterica: squilibrio della flora batterica La vaginosi batterica si verifica quando diminuiscono i lattobacilli e aumentano batteri patogeni come Gardnerella vaginalis. Sintomi della vaginosi batterica Secrezioni grigio-biancastre Odore sgradevole (simile al "pesce marcio") Spesso asintomatica, ma può aumentare il rischio di altre infezioni. Trattamento della vaginosi batterica Secondo il CDC, si usano antibiotici come metronidazolo o clindamicina. Ripristinare la flora vaginale con gel vaginali a base di Lactobacillus rhamnosus è consigliato. Prevenzione e comportamenti raccomandati Evitare lavaggi vaginali interni Usare detergenti intimi delicati, senza profumi Usare preservativi e fare controlli regolari (Koumans et al., 2022) Antibiotico-resistenza e approccio diagnostico L'abuso di antibiotici ha contribuito a un aumento della resistenza batterica, complicando la gestione delle infezioni. È fondamentale un corretto iter diagnostico: Anamnesi completa Esami di laboratorio (es. coltura delle urine) Test diagnostici rapidi (tamponi, test pH, microscopici) Educazione del paziente sui rischi dell'automedicazione Approccio integrato per prevenire le infezioni vaginali ricorrenti Igiene intima corretta, evitando detergenti aggressivi Alimentazione equilibrata ricca di fibre e probiotici Gestione dello stress tramite yoga, mindfulness e riposo adeguato Quando consultare unə medicə? Se le infezioni sono frequenti o non rispondono alle misure preventive, è bene rivolgersi a un professionista. Potrebbero nascondere altre condizioni di salute o necessitare di trattamenti specifici. Conclusioni Le infezioni vaginali ricorrenti sono una problematica comune ma gestibile. Ogni donna è diversa e può richiedere approcci personalizzati. Un mix di consapevolezza, prevenzione, probiotici e igiene intima corretta può fare la differenza. Inoltre, queste condizioni impattano anche l'aspetto emotivo: il benessere psicologico e la qualità della vita non vanno trascurati. Parlarne è il primo passo per affrontarle, senza tabù e senza sensi di colpa.LORENZO CIOL
Saperne di piùIl mio sangue ti disturba più di una ferita? (se si, chiediti perchè)
Free Bleeding e il tabù del sangue mestruale: perché ci fa ancora paura) Introduzione Il sangue mestruale è naturale, eppure la sua vista continua a generare disgusto, imbarazzo o persino repulsione. Il free bleeding, ovvero la scelta di non utilizzare dispositivi per contenere il flusso mestruale, mette in discussione questo condizionamento sociale. Ma perché la vista del sangue mestruale è così disturbante? Secondo un sondaggio condotto da Plan International, il 48% delle giovani ha provato vergogna per le proprie mestruazioni, mentre il 64% evita di parlarne in pubblico. Se il sangue è lo stesso, perché alcune forme sono accettate e altre demonizzate? Il condizionamento sociale e il tabù del sangue Viviamo in una società che ha costruito un'idea del corpo mestruante come qualcosa di privato, da nascondere. La pubblicità dei prodotti per la menstrual care ha contribuito a questo, sostituendo il sangue con liquidi azzurri e rafforzando l'idea che la "discrezione" sia la chiave per una femminilità accettabile. Ma questa riprogrammazione culturale non riguarda solo l'igiene: il sangue mestruale è stato storicamente associato a impurità e debolezza, mentre il sangue versato in guerra o negli sport estremi è considerato segno di forza e coraggio. Uno studio pubblicato su Women's Reproductive Health ha evidenziato che il 58% delle persone associa il sangue mestruale a qualcosa di "sporco", mentre solo il 12% prova lo stesso disgusto per il sangue di una ferita. Perché una ferita sanguinante suscita empatia, mentre il sangue mestruale provoca disagio? Free bleeding: una rivoluzione o solo provocazione? Il movimento del free bleeding non è nuovo, ma negli ultimi anni è diventato più visibile. Nel 2015, la maratoneta Kiran Gandhi ha corso la London Marathon senza utilizzare alcun prodotto mestruale, attirando l’attenzione globale sul tabù del sangue mestruale. Da allora, sempre più persone hanno iniziato a parlare apertamente del free bleeding come un gesto di liberazione e protesta. Ma questa scelta non riguarda solo la ribellione culturale. È anche un atto politico: sottolinea che la necessità di nascondere il sangue mestruale è una costruzione sociale, non un bisogno reale. Secondo un rapporto dell’UNICEF, una ragazza su 10 in Africa salta la scuola durante il ciclo per mancanza di accesso ai prodotti mestruali. In India, il 71% delle adolescenti non sa cosa siano le mestruazioni prima della prima esperienza. Il free bleeding porta alla luce il privilegio di chi può scegliere tra tamponi, coppette o assorbenti, mentre altre persone sono escluse da questo diritto. Il ruolo dell’educazione e della rappresentazione Se il sangue mestruale ci disturba, è perché siamo stati educati a vederlo come qualcosa di sporco. Rappresentarlo nei media in modo realistico, parlarne apertamente e normalizzarlo è il primo passo per spezzare questo condizionamento. E non si tratta solo di cambiare la narrativa pubblicitaria, ma anche di introdurre un’educazione mestruale più inclusiva nelle scuole. Nel Regno Unito, dal 2020 l'educazione mestruale è parte del curriculum scolastico, un passo avanti per normalizzare il ciclo fin dall’infanzia. Normalizzare la vista del sangue mestruale significa dare alle persone che mestruano la possibilità di viverlo senza vergogna o disagio. Conclusione Il disgusto per il sangue mestruale non è innato, ma il risultato di secoli di narrazioni che lo hanno reso un tabù. Il free bleeding non è solo una scelta personale, ma una sfida culturale che ci costringe a ripensare il nostro rapporto con il corpo, con il sangue e con la società. Se il sangue mestruale ti disturba, forse dovresti chiederti: chi ti ha insegnato a vergognartene? E, soprattutto, perché continui a crederci? LUCIA SCARANO
Saperne di piùGenesi e crisi delle dating app
Ah, le dating app… croce e delizia, terra di nessuno in cui tutt* siamo passat* almeno una volta nella vita: ci hanno venduto le promesse di amore eterno, sesso occasionale a volontà, tutto a portata del nostro pollicione sullo schermo del telefono. Le scarichiamo, scegliamo le foto migliori, rispondiamo alle domande ficcanaso per impostare il profilo e il gioco è fatto: ready-set-match, si inizia la partita. Tinder, Hinge, Field, Bumble, ma anche Badoo, OKCupid, Meetic o Facebook Dating, per i più spericolat*: la scelta è diventata sempre più vasta, e utilizzarle è diventato un lavoro quasi a tempo pieno. Tinder ha aperto le danze in Italia nel lontano 2012 (13 anni fa?! Come vola il tempo quando si swipa), e da allora ne è passata di acqua sotto ai ponti. Le dating app sembravano una terra promessa per tutti e tutte le single in cerca di qualcosa, che fosse compagnia momentanea o un matrimonio imminente, ma la verità è che, dopo alcuni anni di apice e utilizzo smodato, la curva sta calando e l’interesse verso le conoscenze virtuali sta di nuovo scemando. Ma quando e come è successo tutto questo? Durante la pandemia da COVID-19 (che sembra l’altro ieri, e invece di anni ne sono già passati più di 5), queste app hanno avuto il loro momento di gloria e di apici di download: le persone erano chiuse in casa, si annoiavano, erano spaventate e non potevano socializzare nella vita reale, ed ecco che le dating app sono venute in loro soccorso. Tra chi non era impegnato a litigare con il proprio partner sull’ennesimo film da guardare la serie o chi faceva la pizza dopo essersi accaparrato l’ultimo lievito all’Esselunga, esisteva la categoria di tutte le persone single, da sole nel proprio appartamento, desiderose di avere contatti con l’esterno che non fossero le call di Zoom con gli amici dove si giocava a Skribbl. È stato anche divertente darsi appuntamento alle code infinite per entrare al supermercato, con la mascherina addosso, cercando di capire se la persona che avevamo davanti avesse un sorriso smagliante o un alito fetido. Ma dopo un po’ di tempo si è tornati alla normalità, i bar hanno riaperto, i ristoranti e le palestre pure, noi non abbiamo smesso di scrollare, ma questa attrattiva nei confronti delle conoscenze online ha iniziato a scemare. Ma non solo: la GenZ nel frattempo è cresciuta, e si è accorta di essere piena rasa delle dating app: quasi 9 giovani su 10 infatti non le hanno mai utilizzate. Dicono di preferire un incontro alla “vecchia maniera”: di persona, magari con un "meet cute" degno di una romcom alla Serendipity. Ma come mai questo cambio di rotta, per le persone giovani ma anche un-po’-meno-giovani? Swipe fatigue: passare la giornata scorrere profili come se fossimo al banco carne della macelleria in cerca del pezzo migliore può essere stancante psicologicamente, e può portare a sentirsi inadatt*. Autenticità: non è facile trovare qualcun* che ci interessi solo tramite tre foto e una micro bio, figuriamoci che ci appassioni tramite chat. La maggior parte delle volte si finisce a portare avanti conversazioni impersonali e monotone, che non fanno venire nessuna voglia di incontrarsi, ed è un peccato, perché spesso le persone dal vivo si rivelano molto più interessanti che dietro ad uno schermo. Sicurezza: chattare e, successivamente, incontrare una persona su una app, con cui spesso non si hanno connessioni o conoscenze comuni, per molte persone crea ansia e paura. Si ha molta paura di truffe, catfishing, o, nel peggiore dei casi, di molestie e violenze. Quale sarà, quindi, il futuro del dating? Come trovare l’amore o anche solo una bella sessione di cardio occasionale in città frenetiche e caotiche?La soluzione sembra tornare ad una modalità più ibrida: utilizzare le app occasionalmente come complemento della vita reale, lasciando spazio agli incontri casuali dal vivo durante le serate o, perché no, anche mentre si fa colazione al bar o si è in fila alla cassa del super. E ricorda: se vuoi approcciare una persona dal vivo, ricordati di non essere insistente, invasiv* o presentarti con complimenti espliciti non richiesti. Perché quello non si chiama corteggiamento, si chiama molestia. Detto ciò, aprite le gabbie di nuovo e che i giochi abbiano inizio! LINDA CODOGNESI
Saperne di piùCe l'hai un assorbente?
Hai un assorbente? Ve lo ricordate quando ci pensavi almeno 5 minuti per chiedere se qualcun* avesse un assorbente? Io maledetta millennials me lo ricordo eccome, al liceo ci dovevo proprio pensare, a come formulare la frase e schivare i commenti dei miei adorati compagni di classe… Crescendo ho sperato che le cose cambiassero che le modalità fossero più semplici e fluide e così è stato, mi sono resa conto che intorno a me il panorama diventava più chiaro. La generazione Y, Z e quella Alpha hanno un approccio al ciclo e agli assorbenti di varia natura ( interni, esterni, coppette e quant’altro) decisamente sciolta, disinibita e pratica. Durante l’occupazione o autogestione di molti istituti sono comparsi fra i dibattiti argomenti inerenti i “costi” degli assorbenti per le quote rosa, gli svantaggi della non biodegradabilità di alcune tipologie di prodotti e la gestione della tipologia di rifiuti. Non solo, sono comparsi contenitori nei bagni o in altri spazi di passaggio di assorbenti con messaggi tipo: “prendi quello che ti serve e se puoi lascia quello che puó servire”. Una rivoluzione ideologica e pratica che nasce dalla buona abitudine di vivere il ciclo senza imbarazzo dimostrata dalla nonchalance con cui le ragazze li chiedono apertamente ad altre ragazze e non devono “occultare” l’oggetto in beauty, tasche o borse per andare in bagno. Era ora! La generazione precedente, la X aveva ancora momenti di imbarazzo, barcamenandosi da retaggi culturali che proponevano il ciclo e gli assorbenti come un argomento tabù e le prime pubblicità televisive che vedevano donne in paracadute sorridenti xchè avevano l’assorbente giusto per vivere normalmente anche “in quei giorni”. Saranno i film, le serie, la pubblicità, i media come instagram, i genitori “illuminati” sarà l’estinzione del “dinosauro imbarazzo” di cui si cercano ancora i resti fossili, fatto sta che “quei giorni” sono diventati “giorni qualsiasi” e la domanda sarà sempre più spesso: “ciao, hai per favore un assorbente?…possibilmente ecosostenibile? STELLA BRUGNETTA
Saperne di piùAlimentazione e ciclo mestruale: una guida pratica e semplice
Quando parliamo il ciclo mestruale, non possiamo non menzionare come l’alimentazione possa influenzare il benessere personale durante le diverse fasi del ciclo. Un'alimentazione consapevole non solo può alleviare i sintomi del ciclo, ma può anche migliorare lo stato d'animo e la quantità di energia percepita. Ogni fase presenta cambiamenti ormonali che influenzano il corpo e la mente, rendendo fondamentale un approccio nutrizionale mirato. In questa guida esploreremo come adattare la propria dieta per supportare il corpo in ogni fase del ciclo mestruale, fornendo suggerimenti pratici e informazioni utili. Mestruazioni (Giorni 1-5) Durante questa fase, viene eliminato lo strato più superficiale dell’endometrio e si verifica la classica perdita di sangue. Questo può portare a sintomi come affaticamento, crampi, dolori e sbalzi d'umore. È fondamentale, quindi, fornire al proprio corpo nutrienti essenziali per sostenere il benessere fisico e mentale. Cosa mangiare? Alimenti ricchi di ferro: durante il ciclo, con il sanguinamento, si perde ferro, dunque è importante reintegrarlo. Fonti ottimali includono carne magra, come manzo e pollo, pesce, legumi, come lenticchie e fagioli, verdure a foglia verde, come spinaci e bietole, e semi di zucca (Mireles et al., 2019). Abbinare questi alimenti con fonti di vitamina C, come agrumi o peperoni, può migliorare l'assorbimento del ferro. Cibi ricchi di magnesio, possono aiutare a ridurre i crampi mestruali. Banane, noci, semi di girasole e cioccolato fondente ne sono ottime fonti (Wang et al., 2016). Cibi fermentati, come yogurt, kefir e kombucha, promuovono la salute intestinale, riducendo le possibilità di infezioni da lieviti, e possono migliorare l'umore grazie alla connessione intestino-cervello (Gibson et al., 2017). Mantenere un'adeguata idratazione (almeno 2 litri) è cruciale, infatti aiuta a migliorare la concentrazione e a mantenere alti i livelli di energia, oltre a ridurre l’eventualità di cefalea da disidratazione, uno dei sintomi in cui si può incorrere durante le mestruazioni. Bere acqua, tisane a base di erbe e assumere alimenti come anguria e cetriolo possono alleviare il gonfiore e migliorare l'umore (González-Muñoz et al., 2021). Cosa evitare? Cibi salati, ricchi di sodio, insaccati e formaggi possono contribuire al gonfiore, alla ritenzione idrica e all'irritabilità, peggiorando il discomfort (He et al., 2013). Cibi zuccherati possono portare a picchi glicemici seguiti da crolli di energia, aumentando la sensazione di affaticamento. Uno studio ha evidenziato che l'assunzione elevata di zuccheri semplici può essere associata a umore instabile e ansia (Benton et al., 2009). Fase follicolare (Giorni 6-14) Durante questo periodo, i livelli di estrogeni iniziano a salire, portando a un aumento dell'energia e della vitalità. Il corpo è più ricettivo ai nutrienti e alla salute generale. Cosa mangiare? Proteine magre, come pollo, pesce, uova e legumi, sostengono la produzione di ormoni e forniscono energia (Coyle et al., 2020). Frutta e verdura, ricche di antiossidanti, vitamine, fibre e sali minerali, possono aiutare a ridurre l'infiammazione e a migliorare l'umore (Boeckner et al., 2017). Acidi grassi omega-3, poiché sono particolarmente benefici per la salute ormonale. Includere avocado, noci, semi di lino e pesce grasso (come salmone e sgombro) nella dieta può aiutare a ridurre l'infiammazione e migliorare l'umore. Cereali integrali, come quinoa e riso integrale, ricchi di fibre, stabilizzano i livelli di zucchero nel sangue e forniscono energia a lungo termine (Liu et al., 2018). Cosa evitare? L’alcol, infatti, può alterare i livelli ormonali e influenzare negativamente il sonno e l'umore. Ricerche hanno dimostrato che il consumo eccessivo di alcol è associato a squilibri ormonali e a una maggiore vulnerabilità ai sintomi premestruali (Mäkelä et al., 2016). Cibi fritti, spesso ricchi di grassi trans e saturi, possono aumentare l'infiammazione e influenzare negativamente i livelli di energia e la salute mentale (Mozaffarian et al., 2006). Ovulazione (Giorni 15-17) L'ovulazione è il momento culminante del ciclo mestruale, quando un ovulo viene rilasciato dall'ovaio. Durante questa fase molte ragazze possono sperimentare un picco di energia e una maggiore libido. È importante sfruttare questo periodo favorevole con una dieta ideale per prendersi cura di sé stesse. Cosa mangiare? Proteine magre, come pollo, pesce, uova e legumi, sostengono la produzione di ormoni e forniscono energia (Coyle et al., 2020). Alimenti ricchi di omega-3: pesce grasso, come salmone e sgombro, semi di lino e noci supportano l’equilibrio ormonale e possono migliorare l’umore (Bistrian et al., 2015). Cibi ricchi di zinco: questo è importante per la salute ormonale e può essere trovato in alimenti come semi di zucca, legumi e noci. Integrare questi alimenti nella dieta può supportare la funzione immunitaria durante questo periodo. Alimenti ricchi di antiossidanti, come noci, verdure colorate, frutti di bosco, fragole e kiwi, ricchi anche di vitamine e minerali essenziali, aiutando a rinforzare il sistema immunitario combattendo lo stress ossidativo nel corpo. Questi alimenti, poi, possono contribuire a una pelle sana e a una buona salute riproduttiva. (Chun et al., 2021). Cosa evitare? Cibi elaborati, che spesso contengono additivi e conservanti che possono influenzare negativamente la salute intestinale e l'umore. La presenza di ingredienti artificiali è stata associata a disordini gastrointestinali e a una peggiore salute mentale (Benton, 2010). Cibi con alti contenuti di zucchero possono provocare fluttuazioni dei livelli di energia e influenzare negativamente l'umore (Fisher et al., 2019). Fase luteale (Giorni 18-28) Dopo l'ovulazione, il corpo entra nella fase luteale, gli estrogeni iniziano a calare, mentre i livelli di progesterone aumentano. Questa fase può portare a voglie alimentari e sintomi premestruali, come gonfiore, irritabilità e crampi, ed è fondamentale adottare strategie nutrizionali per alleviare questi sintomi. Cosa mangiare? Alimenti ricchi di fibre, come legumi, verdure a foglia verde e cereali integrali, supportano la digestione e possono aiutare a ridurre il gonfiore (Slavin, 2013). Alimenti ricchi di magnesio, attraverso le sue proprietà rilassanti, possono aiutare a ridurre i crampi mestruali. Cioccolato fondente, banane, semi di girasole e spinaci ne sono ottime fonti. Cibi dalle proprietà antinfiammatorie, come curcuma, zenzero e tè verde, possono aiutare a combattere l'infiammazione nel corpo. Alimenti ricchi di omega-3, come noci, mandorle e semi di Chia, forniscono grassi sani e proteine, utili per stabilizzare l'umore e l'energia (Dreher et al., 2018). Cibi integrali e complessi, come patate dolci, avena, quinoa e riso integrale, aiutano a mantenere i livelli di energia stabili e possono alleviare le voglie di zucchero (Pérez-Jiménez et al., 2010). Cosa evitare? Zuccheri raffinati: limitando dolci e carboidrati semplici, infatti, si può aiutare a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue ed evitare picchi glicemici che possono influenzare negativamente l'umore, aumentando irritabilità e voglie alimentari (Duncan et al., 2012). Caffeina, che può aumentare l'ansia e la sensibilità agli sbalzi d'umore. Un’assunzione elevata di caffeina può aggravare i sintomi premestruali, aumentando l'irritabilità e l'insonnia (Smith et al., 2013). Consigli generali Oltre a seguire una dieta equilibrata in base alle fasi del ciclo mestruale, ci sono alcuni consigli generali che possono migliorare il benessere complessivo: Ascoltare il proprio corpo, poiché ogni donna è unica: è importante, quindi, prestare attenzione a come certi alimenti ci fanno sentire e a cosa proviamo in quel preciso momento, adattando la propria alimentazione di conseguenza. Mantenere un diario alimentare: annotare ciò che si mangia e come ci si sente durante le diverse fasi del ciclo. Questo aiuterà a identificare cosa funziona meglio per il proprio corpo. Prendersi cura di sé stessi, cercando di includere attività fisica regolare e pratiche di rilassamento, mindfulness e gestione dello stress, come lo yoga o la meditazione, per sostenere il proprio benessere generale (Rogers et al., 2016). Sonno sufficiente, infatti un buon riposo notturno è essenziale per il recupero fisico e mentale. Stabilendo una routine del sonno regolare è possibile garantire un riposo adeguato. Conclusione L'alimentazione, quindi, può avere un impatto significativo sul modo in cui ci si sente durante il ciclo mestruale. Seguendo questi consigli e adattando la dieta alle diverse fasi, è possibile migliorare il proprio benessere fisico e mentale. Bisogna ricordare che il corpo merita di essere trattato con cura e attenzione in ogni fase del ciclo. Fare delle scelte alimentari consapevoli, dunque, fa effettivamente la differenza! LORENZO CIOL Riferimenti Bistrian, B. R., et al. (2015). The role of omega-3 fatty acids in the health of women. Journal of Women's Health, 24(6), 509-516. Boeckner, L., et al. (2017). The role of antioxidants in women’s health: implications for dietary recommendations. Nutrition Reviews, 75(8), 600-612. Chun, O. K., et al. (2021). 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Saperne di piùCiclo irregolare o amenorrea: il tuo corpo ti sta parlando
Il ciclo mestruale è uno specchio della nostra salute fisica, emotiva e mentale. Quando si presenta in modo irregolare o addirittura scompare (amenorrea), è il modo in cui il nostro corpo ci comunica che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe. Invece di ignorare questi segnali o considerarli un fastidio da sopportare, è importante ascoltare e comprendere ciò che il nostro organismo sta cercando di dirci. Le possibili cause del ciclo irregolare o assente Un ciclo mestruale regolare varia da persona a persona, ma generalmente in questo caso le mestruazioni si presentano ogni 21-35 giorni. Quando il ciclo diventa irregolare o scompare per più di tre mesi consecutivi, è importante indagare le cause. Tra le principali troviamo: Squilibri ormonali: Problemi con la produzione di ormoni come estrogeni e progesterone possono alterare la regolarità del ciclo. Disturbi come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) sono spesso associati a irregolarità mestruali. Stress cronico: Lo stress prolungato influisce sulla produzione di cortisolo, l’ormone dello stress, che può interferire con la funzione dell’ipotalamo e alterare il ciclo mestruale. Alimentazione e peso: Diete drastiche, disturbi alimentari o un peso corporeo troppo basso o troppo alto possono influenzare la produzione ormonale e causare amenorrea. Attività fisica intensa: Un allenamento eccessivo, soprattutto se combinato con un’alimentazione inadeguata, può portare a un blocco del ciclo mestruale. Patologie sottostanti: Condizioni come problemi alla tiroide, fibromi uterini o malattie croniche possono contribuire a cicli irregolari o alla loro completa assenza. L’importanza di una diagnosi medica Prima di tutto, è fondamentale escludere eventuali patologie tramite esami medici e consulenze specialistiche. Un ginecologo o un endocrinologo può aiutarti a identificare la causa del ciclo irregolare o assente e proporre trattamenti adeguati. Quando il corpo va in blocco Una volta escluse patologie o squilibri ormonali, potrebbe essere utile esplorare l’aspetto somatico legato al ciclo. A volte, il corpo trattiene emozioni irrisolte, stress o tensioni accumulate che si manifestano attraverso l’irregolarità mestruale o l’amenorrea. Trattenere troppo può indicare la difficoltà a lasciar andare situazioni che ci pesano, il che può portare a blocchi che potremmo sperimentare in varie modalità: blocchi nella creatività, nella verbalizzazione ecc… ed il corpo ce lo comunica “bloccandosi” anche lui. È qui che il percorso di coaching può diventare uno strumento prezioso per lavorare sul proprio benessere interiore: imparare a riconoscere e liberare ciò che non ci serve più, ritrovare la nostra creatività e riuscire nuovamente a verbalizzare i nostri bisogni oppure ciò che non ci va bene e dire finalmente quei bellissimi NO che spesso non siamo capaci di tirare fuori. Il supporto del coaching al femminile Un percorso di coaching specifico per le donne può aiutarti a esplorare le cause che potrebbero influenzare il tuo ciclo mestruale. Attraverso tecniche di introspezione, dialogo e strategie personalizzate, puoi imparare a: Riconoscere e affrontare lo stress in modo più efficace. Accettare il cambiamento e lasciar andare ciò che non ti appartiene più. Costruire abitudini sane e bilanciate per favorire il benessere ormonale. Sviluppare una consapevolezza profonda del tuo corpo e dei suoi messaggi. Non ignorare i segnali del tuo corpo Il ciclo mestruale è un indicatore prezioso del nostro stato di salute complessivo. Ignorare o trascurare le irregolarità significa perdere l’opportunità di comprendere meglio noi stesse e il nostro equilibrio interiore. Se il tuo corpo ti sta parlando attraverso il ciclo irregolare o l’amenorrea, ascoltalo. Accogli il cambiamento e prendi consapevolezza delle tue emozioni. Il percorso di coaching può essere il primo passo per riconnetterti con il tuo corpo e la tua femminilità, imparando ad accogliere e trasformare i segnali che ti sta inviando.
Saperne di piùDisforia premestruale
Il Disturbo Disforico Premestruale (DDPM) non è un'improvvisa "giornata no" o una fluttuazione emotiva, ma una realtà clinica che merita rispetto e attenzione. Non basta liquidare i tuoi sintomi come normali variazioni ormonali: il DDPM è un disturbo che incide profondamente sulla vita quotidiana. Ed è ora di parlarne! Cos'è il DDPM? Il DDPM rappresenta una forma severa di sintomatologia premestruale. Non si tratta di semplici sbalzi d’umore, ma di una serie di sintomi che possono includere: Sintomi emotivi: Ansia, irritabilità, tristezza e intensi sbalzi d’umore Sintomi fisici: Dolori, gonfiore e fastidi che si affiancano al disagio emotivo Sintomi comportamentali: Comportamenti e reazioni che alterano il normale svolgimento della vita quotidiana La diagnosi si basa su criteri specifici (come quelli riportati nel DSM-5) e richiede che i sintomi compromettano in modo significativo il funzionamento quotidiano. È importante notare che il DDPM è stato ufficialmente riconosciuto come disturbo depressivo nel DSM-5 nel 2013. Un Retaggio di Stereotipi Studi recenti indicano che il DDPM colpisce circa il 3-8% delle donne in età fertile. (sigo.it) In Italia, si stima che la percentuale di donne affette in modo serio da questo disturbo vari dal 2% al 10%. (stateofmind.it).Queste cifre evidenziano quindi l'importanza di riconoscere e trattare adeguatamente il DDPM. MA, per troppo tempo, la salute femminile è stata interpretata in maniera riduttiva. La medicina tradizionale ha spesso liquidato il malessere premestruale come "instabilità emotiva naturale", contribuendo a: Minimizzare il disagio: Riducendo esperienze di sofferenza a mere variazioni ormonali Legittimare stereotipi: Etichettare le donne come "troppo emotive" o "instabili", influenzando il modo in cui l3 professionist3 interpretano i sintomi Ritardare la diagnosi: La difficoltà nel distinguere tra normali variazioni d’umore e il DDPM porta a diagnosi tardive o errate Questo retaggio, fortemente radicato in un sistema medico tradizionale, continua a frenare la corretta interpretazione e gestione del disturbo. Le Lacune della Gestione Clinica Le testimonianze di chi convive con il DDPM rivelano una costante invalidazione dei sintomi. Le cause principali? Dismissione dei sintomi: Troppo spesso i segnali di disagio vengono interpretati come “normali” fluttuazioni, senza riconoscere la loro gravità Aggiornamento insufficiente de3 professionist3: Molt3 medic3 non hanno ricevuto la formazione necessaria per riconoscere il DDPM, lasciando chi soffre senza il giusto supporto Comunicazione superficiale: La mancanza di un dialogo empatico porta a una banalizzazione del malessere, alimentando il senso di isolamento È necessario superare queste lacune per garantire una gestione clinica che riconosca la complessità del disturbo. Verso un Approccio Migliore Per affrontare il DDPM con il rispetto e l’attenzione che merita, occorre un cambiamento su più fronti: Aggiornamento della formazione medica: Investire nella formazione specifica sulla salute femminile, per integrare le ultime evidenze scientifiche nel trattamento del DDPM Ricerca e linee guida aggiornate: Potenziare la ricerca per definire meglio i criteri diagnostici e sviluppare interventi mirati che considerino sia gli aspetti biologici che quelli psicosociali Approccio multidisciplinare: Integrare supporti farmacologici, psicologici e nutrizionali per una presa in carico completa e personalizzata del disturbo Sensibilizzazione e comunicazione: Promuovere una cultura del rispetto e dell’ascolto attento, abbattendo i pregiudizi e riducendo lo stigma associato al malessere femminile Conclusioni Il DDPM non è un’etichetta facile per chiudere il discorso sul tuo malessere. Se il tuo malessere è stato sempre sminuito, è merito di chi ha scelto l’indifferenza al posto di una vera comprensione della salute femminile. Non basta una diagnosi frettolosa o risposte standardizzate: è il momento di esigere un approccio che guardi in faccia la complessità della tua esperienza. Se la banalizzazione è la via facile per chi preferisce non mettersi in discussione, tu hai il diritto – e il dovere – di non accettarla. Anche basta con queste risposte patinate e soluzioni pronte: il cambiamento inizia ora, con la tua consapevolezza e la tua determinazione a non essere messa in secondo piano. È il momento di scuotere un sistema che da troppo tempo si nasconde dietro stereotipi obsoleti. Oggi, la ricerca sul DDPM sta finalmente guadagnando terreno. Dal 2013, sono stati pubblicati oltre 500 studi scientifici, e gli investimenti nella ricerca sul disturbo continuano a crescere, con progetti mirati a comprendere meglio le sue cause biologiche e psicologiche. Ad esempio, studi recenti si concentrano su trattamenti più mirati, tra cui terapie farmacologiche specifiche e approcci psicoterapeutici. Tuttavia, nonostante questi progressi, le lacune nelle linee guida e nella diagnosi rimangono ancora significative. Per questo, è essenziale continuare a promuovere ricerca e formazione medica per garantire una gestione più adeguata e rispettosa del disturbo. LUCIA SCARANO
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