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Periodica Magazine: lo spazio per il dialogo aperto

Dirty Talking: guida semiseria all’arte di parlare sporco

Dirty Talking: guida semiseria all’arte di parlare sporco

C’è chi è già esperto, chi ci sta approcciando per la prima volta e chi pensa:Ma che è? Si mangia? Il Dirty Talking è, letteralmente, “parlare sporco” – ma non nel senso delle piastrelle in cucina dopo aver cucinato un’amatriciana coi fiocchi.Potremmo tradurlo più onestamente con: dire le zozzate. È una pratica che si può usare nelle sessioni di sexting ma anche, per gli amanti dell’offline, dal vivo: come preliminare o durante il rapporto. E ce ne sono di cose da dire… può essere un complimento super esplicito, sussurrato all’orecchio o inviato in un vocale, magari dopo un nude particolarmente hot una descrizione di ciò che vorremmo fare (o ricevere) una telecronaca di quello che ci sta succedendo e di ciò che ci sta piacendo Ma perché ci piace tanto? Stimola l’eccitazione: il dirty talking attiva il cervello prima ancora del corpo Ti permette di esprimerti (o trasformarti): puoi essere te stess* o provare un ruolo diverso, dando voce alle tue fantasie  Crea connessione: dire i propri desideri, ascoltare quelli dell’altro è un modo potentissimo per creare intimità Ti piacerebbe provare ma non sai da dove iniziare? Ecco qualche dritta: Inizia soft: non sei in un porno. Le sfumature eccitano più delle frasi da film Ascolta l’altra persona: osserva la sua reazione. Se ti segue, prosegui. Se si blocca, fermati Trova il tuo stile: c’è chi è poetico, chi esplicito, chi buffo, chi fantasioso. Scopri cosa ti eccita e fallo tuo Usa il contesto a tuo favore: sei a cena e non puoi passare all’azione? Sussurra una fantasia. Sei in ufficio? Scrivi cosa succederà dopo Un’ultima cosa importante.I porno ci hanno abituato a un dirty talking finto e spesso imbarazzante. Nella realtà, ognuno ha il proprio modo di esprimersi, le proprie sfumature, i propri limiti. Il dirty talking – come il sesso – non ha uno standard. Finché c’è consenso, non esiste un modo giusto o sbagliato. Esiste il tuo. Il vostro. Quindi schiarisciti la voce, e preparati a far salire la temperatura, baby.   LINDA CODOGNESI

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Facciamo chiarezza sull'asessualità: il sesso è l’unica misura dell’intimità?

Facciamo chiarezza sull'asessualità: il sesso è l’unica misura dell’intimità?

Ripensare piacere e relazioni attraverso l'asessualità   L'asessualità è uno di quei temi che, nonostante la sua rilevanza, continua a essere poco conosciuto o banalizzato. Ma approfondirlo è una vera occasione per mettere in discussione come la società costruisce desideri, relazioni e aspettative. Questo articolo, basato su ricerche scientifiche e sull'esperienza della comunità asessuale, offre spunti per capire cosa possiamo imparare da questa prospettiva. Cos’è davvero l’asessualità? L’asessualità non è semplicemente assenza di attrazione sessuale verso l3 altr3, come spesso si sente dire. È molto di più: è un orientamento che si esprime in modi diversi e che non ha nulla a che vedere con repressione, traumi o scegliere di non fare sesso. Insomma, è un modo autentico e personale di vivere la propria identità. Non è un monolite, ma uno spettro che include esperienze come: Demisessualità: attrazione sessuale che nasce dopo un forte legame emotivo Gray-asessualità: attrazione sessuale rara o che si manifesta solo in determinate situazioni Asessualità aromantica: assenza di attrazione sia sessuale sia romantica Secondo studi (Bogaert, 2012; Chen, 2020), circa l’1% della popolazione mondiale si identifica come asessuale, ma questa cifra potrebbe essere sottostimata. E con una maggiore visibilità, sempre più persone stanno trovando le parole per descrivere ciò che vivono. Piacere oltre la sessualità Parliamoci chiaro: viviamo in una società che ci martella con l’idea che il sesso sia il cuore del piacere, dell’intimità e delle relazioni. Ma per molte persone – asessuali e non – il piacere può assumere forme completamente diverse. Siamo pront3 a uscire da questa narrazione? Le persone asessuali ci mostrano che il piacere può venire da: Legami affettivi intensi: amicizie profonde che riempiono il cuore Creatività e passioni personali: scrivere, dipingere, cantare – tutto ciò che ci connette a noi stess3 Esperienze sensoriali non sessuali: abbracci, carezze o il semplice stare vicin3 a qualcunə senza aspettative Essere asessuali non significa non aver mai fatto sesso o non volerlo fare. Difatti, molte persone asessuali possono scegliere di avere rapporti sessuali per mille ragioni diverse, senza che questo neghi la loro identità. Se consideriamo il piacere anche da una prospettiva analitico bioenergetica, capiamo che non è qualcosa di esclusivamente legato al sesso. Il piacere è un'esperienza totale, che coinvolge il corpo, la mente e le emozioni. Una doverosa e necessaria critica all’allonormatività Questa storia che si debbano vivere le relazioni seguendo per forza il binomio sesso-amore è diventata una specie di mantra sociale. Ma chi ha deciso che è così? L’allonormatività – cioè l’idea che tutt3 provino (e debbano provare) attrazione sessuale e che questa sia indispensabile per una vita piena – è una gabbia. Non solo per chi è asessuale, ma anche per chiunque non si riconosca in modelli standardizzati di relazione. Criticarla e coltivare il dubbio significa aprire gli occhi su quanto le nostre vite siano influenzate da aspettative esterne. E, soprattutto, è un invito a immaginare relazioni più libere, autentiche e vicine ai nostri bisogni reali. Relazioni alternative: queer-platonic e oltre Le persone asessuali spesso costruiscono legami che vanno oltre le convenzioni. Alcuni esempi? Ecco qui: Relazioni queer-platonic: amicizie profonde che non si limitano a ciò che la società definisce "amicizia", ma che non rientrano neanche nei canoni dell’amore romantico Relazioni collaborative: basate su progetti comuni, come condividere la vita o crescere figli, senza bisogno di attrazione sessuale o romantica Questi modelli dimostrano che le relazioni possono essere ricche e soddisfacenti, senza dover rientrare in schemi predefiniti. L’asessualità non è solo un orientamento sessuale: è un modo per ripensare piacere, relazioni e norme sociali. Accoglierla non è solo un atto di inclusività, ma un'opportunità per costruire una società più libera e autentica. Non è forse il momento di liberarci dai vecchi stereotipi? LUCIA SCARANO Riferimenti bibliografici Per chi vuole approfondire, ecco alcune risorse fondamentali: Bogaert, A. F. (2012). Understanding Asexuality. Rowman & Littlefield. Decker, J. (2015). The Invisible Orientation: An Introduction to Asexuality. Skyhorse Publishing. Brotto, L. A., & Yule, M. (2017). Asexuality: Sexual orientation, paraphilia, or mental disorder? Archives of Sexual Behavior, 46(3), 619-627. Przybylo, E. (2019). Asexual Erotics: Intimate Readings of Compulsory Sexuality. Ohio State University Press. Robbins, N. K., Low, K. G., & Query, A. N. (2016). A qualitative exploration of the "coming out" process for asexual individuals. Archives of Sexual Behavior, 45(3), 751-760.  

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Sesso e mestruazioni

Sesso e mestruazioni

Le mestruazioni non sono una malattia né un ostacolo alla vita sociale, relazionale o sessuale. È possibile praticare sesso durante il ciclo, a patto che ci si senta a proprio agio e lo si desideri. Non ci sono controindicazioni cliniche, e anzi l'orgasmo può ridurre i crampi mestruali migliorando la lubrificazione. È normale non avere voglia di fare sesso durante il ciclo, e dipende dal contesto personale ed emotivo. Se si decide di farlo, ci sono alcuni accorgimenti pratici per gestire eventuali disagi: Proteggere superfici: usare asciugamani, preferibilmente scuri, per assorbire eventuali macchie. Posizioni alternative: optare per posizioni che riducono il contatto con superfici delicate. Sesso acquatico: vasca da bagno o doccia possono essere soluzioni ideali. Spugnetta mestruale: un’opzione discreta e pratica. La comunicazione con il partner rimane fondamentale per creare complicità e superare eventuali imbarazzi.

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Posso rimanere incinta con il precum?

Posso rimanere incinta con il precum?

Tra i tanti “consigli” dell’internet, tra le voci e credenze di amicə e conoscenti è molto diffuso il pensiero che si possa evitare una gravidanza attraverso il coito interrotto, ma, in tutto ciò, ci si dimentica di un protagonista - per tantə - inaspettato: il precum. Il precum: che cos’è? È il fluido pre-eiaculatorio, ossia quel fluido trasparente che viene emesso attraverso il meato uretrale esterno durante l’eccitazione sessuale e il rapporto sessuale vero e proprio, prima dell'effettiva eiaculazione.   È il prodotto delle ghiandole di Littrè e delle ghiandole bulbo-uretrali di Cowper, le quali sono due piccole ghiandole situate ai lati dell'uretra maschile. Queste, difatti, rilasciano un fluido alcalino (pH 8,1-9,1) costituito da muco ed enzimi, la cui funzione principale è quella di lubrificare l'uretra, neutralizzando, poi, eventuali tracce di acidità dovute al passaggio dell’urina, creando, così, un ambiente più favorevole per il passaggio degli spermatozoi e riducendo il rischio di infezioni delle vie urinarie maschili. La sua produzione varia notevolmente e, spesso, l'uomo non si accorge nemmeno di rilasciarlo: ecco perché il coito interrotto è così pericoloso. La quantità media prodotta dalle ghiandole va, solitamente, da 2 a 5 mL, ma può oscillare tra 0,5 e 14 mL. È diverso dal liquido eiaculatorio? Il fluido pre-eiaculatorio ha una composizione simile a quella dello sperma, contenendo alcune delle stesse sostanze chimiche, come la fosfatasi acida, mentre altri marcatori, come la gamma-glutamil-transferasi, sono assenti. Tra le componenti del liquido preseminale si trovano: Glicoproteine, incluso l'antigene prostatico specifico (PSA), che migliorano la risposta immunitaria dell'uretra e dell'apparato urogenitale. Fattore antimicrobico di Cowper, un insieme di sostanze con proprietà antibatteriche, antimicotiche e una certa capacità antinfiammatoria e protettiva per l'uretra maschile. Zinco libero e magnesio in quantità rilevanti. Albumina e altre proteine, che aiutano a fluidificare lo sperma sia nell'uretra che nell'ambiente acido vaginale. Fattore riepitelizzante, contenente mucina e altre mucoproteine, con una funzione protettiva e lubrificante per il rivestimento dell'uretra. Zuccheri, come il galattosio, presente esclusivamente nel liquido pre-eiaculatorio, utile per nutrire gli spermatozoi che saranno rilasciati durante l'eiaculazione. Altre sostanze con proprietà antimicrobiche e, in misura minore, antinfiammatorie, tra cui acido sialico, potassio, fosforo, acido ialuronico e rame.   Non prestando troppa attenzione a questo particolare fluido, molte persone ritengono che il coito interrotto, ovvero ritirare il pene dalla vagina appena prima dell’eiaculazione, possa essere e sia un metodo efficace per prevenire la gravidanza. Tuttavia, questa convinzione è errata per diverse ragioni, legate principalmente alla presenza di spermatozoi nel liquido pre-eiaculatorio. Il fluido pre-eiaculatorio contiene spermatozoi? Sebbene la concentrazione di spermatozoi nel fluido pre-eiaculatorio sia generalmente inferiore rispetto all'eiaculato vero e proprio, anche una piccola quantità può essere sufficiente a provocare una gravidanza. Anche se l'uomo riesce a ritirare il pene prima dell'eiaculazione, gli spermatozoi presenti nel liquido pre-eiaculatorio possono migrare verso l'utero, proseguendo così il proprio percorso, fino a causare una gravidanza. Come fanno, però, a esserci degli spermatozoi? La presenza di spermatozoi nel precum può derivare da spermatozoi residui nell'uretra rimasti da una precedente eiaculazione, che non sono stati completamente eliminati in precedenza. Dopo l'eiaculazione, infatti, gli spermatozoi possono sopravvivere nell'uretra per un massimo di 5 ore e vengono completamente eliminati attraverso la minzione. Pertanto, in una situazione di eccitazione sessuale, questi spermatozoi possono essere trascinati fuori dal pene con il fluido pre-eiaculatorio. Il coito interrotto: perché non è un metodo contraccettivo sicuro? Il coito interrotto, come detto sopra, consiste nel ritirare il pene dalla vagina prima dell’eiaculazione, allontanandolo anche dai genitali esterni della partner, per evitare che lo sperma entri nel tratto riproduttivo femminile e giunga fino all’ampolla delle tube uterine, dove questo possa fecondare l’ovocita maturo. Teoricamente, il coito interrotto potrebbe sembrare un metodo contraccettivo infallibile, anche se nella pratica non è affatto così. In realtà, si tratta di una pratica sessuale ad alto rischio che appare più sicura di quanto effettivamente sia: né un perfetto autocontrollo da parte dell'uomo, né la sua esperienza sessuale sono sufficienti per prevenire completamente la possibilità di una gravidanza. Questo metodo, difatti, presenta numerosi rischi, come:   Difficoltà di esecuzione, dato che il ritirare il pene in tempo, prima dell'eiaculazione, richiede un perfetto controllo e tempismo. Anche una frazione di secondo di ritardo può permettere agli spermatozoi di entrare nella vagina e fecondare un ovulo. Esiste il precum, infatti, come accennato, il fluido pre-eiaculatorio può contenere spermatozoi, quindi, anche se l'uomo riesce a ritirare il pene prima dell'eiaculazione, gli spermatozoi presenti nel precum possono migrare verso l'utero e causare una gravidanza. Totale assenza di protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili (MST), infatti il liquido pre-eiaculatorio può contenere virus, batteri e/o altri agenti patogeni responsabili di infezioni sessualmente trasmissibili, come HIV, clamidia o gonorrea.   Le statistiche indicano, poi, che il coito interrotto ha un tasso di fallimento elevato: è stato stimato che circa 27 donne su 100 che utilizzano il coito interrotto come unica forma di contraccezione possano rimanere incinte entro un anno (circa 1 donna su 5). Questo tasso di fallimento è significativamente più alto rispetto a quello di altri metodi contraccettivi, come i preservativi o la pillola anticoncezionale.   La donna, poi, non ha alcun controllo su questo metodo, poiché la sua esecuzione dipende esclusivamente dal partner maschile. D'altra parte, la consapevolezza di tale responsabilità può causare nell'uomo ansia e riduzione della soddisfazione sessuale, portando talvolta allo sviluppo di problematiche come ansia da prestazione, perdita dell'erezione, eiaculazione precoce o ritardata. Nel caso della donna, l'interruzione improvvisa del rapporto può causare difficoltà nell'eccitazione, ansia, dispareunia e dolori vaginali, spesso associati a una mancata lubrificazione del tratto vaginale. Come comportarsi? Il coito interrotto, in conclusione, non è un metodo contraccettivo sicuro. Per evitare, quindi, gravidanze indesiderate e per proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili, è importante utilizzare metodi contraccettivi comprovati e affidabili, come il preservativo, che è l’unico a proteggere anche dalle MST. Affidarsi a metodi realmente efficaci è fondamentale per evitare sorprese indesiderate. Quando si parla di contraccezione, meglio non lasciare nulla al caso!   LORENZO CIOL

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Vulvodinia e sessualità

Vulvodinia e sessualità

  Come vivere l’intimità senza dolore Come sappiamo, la vulvodinia è una malattia ginecologica caratterizzata da dolore cronico a carico della vulva e dei tessuti che circondano l'accesso alla vagina, classificata come una condizione invalidante che colpisce più aspetti della vita quotidiana: dalle cistiti ricorrenti, le sensazioni di bruciore, irritazione, secchezza e tensione, all’impossibilità di sedersi, di indossare vestiti stretti, fino alla dispareunia, conosciuta anche come “dolore da rapporto sessuale”. Meno colloquialmente possiamo dire che, con il termine dispareunia, si intende il dolore genitale che si verifica durante il rapporto, e si distingue in superficiale (in sede di penetrazione con dolore urente all’introito vaginale), e profondo (in sede vaginale profonda e nello scavo pelvico). Esso si scatena nella maggior parte di casi in concomitanza con i tentativi di penetrazione, anche se può insorgere ed essere avvertito anche durante o dopo il coito: una condizione che rende difficoltoso vivere appieno l’esperienza senza timori o sensazioni spiacevoli e che risulta essere uno dei principali ostacoli al vivere il piacere sessuale. Di conseguenza, anche il modo stesso di vivere la sessualità, per chi è affettə da vulvodinia, cambia e si differenzia rispetto a quello normalmente (o potremmo dire solamente maggiormente, perché chi definisce cos’è normale o meno per ognunə di noi?) conosciuto. Una delle sfide più importanti che spesso ci si trova ad affrontare è quella di “accantonare” momentaneamente o per sempre (il tutto in base alla propria volontà, alle proprie scelte personali e al proprio monitoraggio del dolore) una parte del sesso per com’è sempre stato vissuto e per come ci è stato imposto dalla società: una società fallocentrica che ci ha spintə a pensare per troppo tempo che il fulcro del rapporto sessuale fosse necessariamente la penetrazione e, che senza di essa, per chi ha un apparato genitale femminile, fosse impossibile godere a pieno. Ovviamente queste affermazioni sono profondamente false: esistono vari modi di vivere la sessualità che non sono legati all’esclusivo atto della penetrazione e che possono essere delle validissime alternative per personə con vulvodinia. Non solo: il mito della penetrazione come unico modo di avere un rapporto sessuale non è l’unico scoglio da superare. È essenziale anche trovare una persona che comprenda il vostro personale modo di vivere la sessualità, rispetti quelli che sono i vostri bisogni e limiti: è importante infatti non sottovalutare mai il disagio fisico che si prova e fermarsi qualora si dovesse sentire dolore. Quali sono dunque le soluzioni alternative per essere intimi e praticare dell’attività erotica che non includa la penetrazione sessuale? Dry humping: ossia lo sfregamento dei propri genitali (o una parte del corpo) contro i genitali e il corpo del proprio partner (potete scegliere di sfregare il clitoride contro il suo pene così come tra le sue cosce o altre zone erogene). Si può fare con i vestiti addosso oppure senza e permette di vivere l’intimità secondo le proprie regole: sarete infatti voi a decidere come e quanto spingervi e muovervi sul partner, gestendovi personalmente in base al dolore. Masturbazione reciproca: masturbarsi a vicenda può essere estremamente sensuale e non comprende necessariamente la penetrazione. Basterà lasciare che il partner tocchi la vulva (clitoride, labbra) senza entrare nella vagina mentre voi masturberete lui - magari guardandosi negli occhi o parlandosi per rendere il tutto più intimo. Masturbare sè stessi mentre si guarda il parthner: questa tecnica lascia ancora più liberə di toccarsi secondo le proprie regole e/o bisogni (è utile soprattutto quando si conosce da poco il partner, che non è totalmente a conoscenza dei nostri limiti/sta ancora imparando, oppure nei momenti in cui si è più sensibili). Tribadismo: detta anche sforbiciata - per la posizione a forbice che la caratterizza - è una tecnica che prevede lo sfregamento di due vulve, per stimolarsi vicendevolmente il clitoride. Fellatio: praticare del sesso orale al proprio partner stimolandolo tramite la bocca è un modo per far eccitare l’altra persona e auto eccitarsi guardandolo. Potete scegliere di concentrarvi esclusivamente sulle sue espressioni di piacere e sui suoi movimenti oppure al contempo sfregarvi sul suo corpo con la vulva stimolando il clitoride. Cunnilingus: è considerata una delle pratiche sessuali che più riescono a dare piacere a una donna e farla arrivare all’orgasmo, di conseguenza può essere una delle alternative più apprezzate alla penetrazione. In più, siccome per le personə affette da vulvodinia è molto importante la lubrificazione, è una delle tecniche che più la stimolano, mischiando fluidi vaginali a saliva. Se non ve la sentite di essere penetrate con la lingua, basterà concentrarsi sul resto della vulva e sul clitoride. Sex toys: al giorno d’oggi esistono tantissimi sex toys progettati per essere usati solo esternamente. Basta pensare ai succhia clitoride a pulsazioni, vibratori esterni che vibrano da capo a piedi - perfetti per essere applicati anche sul perineo o sui capezzoli e in qualsiasi altra zona preferiate - fino ai plug anali. Da usare sia quando siete solə che in coppia! Massaggio erotico: divertimento per tutto il corpo! Farsi toccare, accarezzare e sfregare una ad una le zone erogene fino ad arrivare lentamente e gradualmente, tenendoci sulle spine, alla vulva. MARTA BORASO

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Parliamo di sex toys

Parliamo di sex toys

Recentemente, mi è capitato di discutere con un vecchio amico di un argomento tanto maschile quanto delicato: la masturbazione. Fino a qui tutto bene (né d’altronde nulla di nuovo sul fronte occidentale). Ad un tratto, per alimentare un po’ il fuoco della discussione, gli ho domandato se avesse mai fatto uso di giocattoli specifici. Insomma, di sex toys. Mi ha guardato – non so se più stranito o più divertito – e, con un savoir-faire di altri tempi, mi ha chiesto perché mai avrebbe dovuto masturbarsi con un dildo. Obiezione condivisibile, per un etero. «Ma non intendevo con un vibratore!» ho cercato di mettere in chiaro. Senza il bisogno di girarci intorno, mi ha confidato di come non solo non lo avesse mai fatto, ma nemmeno gli fosse venuto in mente e né, tanto meno, avesse l'idea di provare. Ma come – sono salito in cattedra – e perché mai escludere a priori una cosa così potenzialmente piacevole? A quel punto, forse ferito nell'orgoglio, l'amico mi ha incalzato con la dialettica più spietata: «Perché, tu l'hai provato».Ehm.Io, io avrei voluto, una volta... non c'è stata occasione... costano anche cari...Ecco, no. Non ne ho mai provato uno. Ma mica è una colpa, sia chiaro. Però questa inesperienza ci ha portati a riflettere su quello che credo sia un fatto comune: i sex toys maschili vanno poco. Esistono, sono – immagino – molto piacevoli e ben fatti, ma vanno poco. O comunque vanno meno di quelli femminili. Qui, forse, occorre fermarsi un momento e fare una considerazione: l'universo sex toys è probabilmente l'unico campo in cui l'uomo soffre un tabù che la donna ha affrontato e superato. Non del tutto, è chiaro. Inoltre qualcuno potrebbe obiettare che questa conquista femminile, questa libertà di masturbarsi come le pare, derivi soltanto dall'eccitazione che prova l'uomo immaginando o assistendo alla scena. Forse, all'inizio, è stato così. Ma oggi, tra le generazioni più giovani e via via sessualmente consapevoli, l'uso del dildo o di oggetti simili è sempre più sdoganato. C'è sempre meno vergogna ad ammettere di usarlo, per quanto rimanga un argomento personale (e ci mancherebbe). Per noi maschi, invece, persiste qualche remora. Che sia da attribuirsi a un mero imbarazzo, a una questione di ruoli o a uno stigma sociale poco importa: i s*x toys maschili sono argomento tabù, da censurare. È un fatto di cui vale la pena discutere, certo, ma questo nuovo puritanesimo non è sicuramente un problema così grave, né inficia di per sé sulla nostra libertà di maschi (la soluzione è abbastanza logica: se ci va di provarli, proviamoli!). Un po' più problematico, invece, è lo stigma che nutrano questo tipo di oggetti quando sono indirizzati a persone disabili. Ne parla Alessia Ferri in un articolo su Vanity Fair, in cui racconta un nuovo progetto canadese incentrato proprio sui sex toys inclusivi. La data relativamente recente dell'articolo, luglio 2021, e del progetto stesso, dice molto sull'esistenza del problema oggi giorno. Il sesso (in tutte le sue sfaccettature) è ancora in gran parte un tabù, per quanto si cerchi di contrastarlo; ma altrettanto lo è la disabilità. (A proposito: qualcuno si ricorda per caso quale fosse l'altra minoranza che l'affossatissimo DDL Zan cercava di tutelare? C'era la comunità LGBTQ+, e poi? Ah, giusto, i disabili, dimenticati tra i dimenticati). Di conseguenza parlare di sessualità tra i disabili significa tirare in ballo un doppio tabù, un tabù al quadrato, che non fa altro che accentuare le tante ipocrisie di cui siamo colpevoli ogni giorno. Sembra che, quando parliamo di disabilità, dimentichiamo tutte le necessità personali che stanno dietro al volto del quale vediamo soltanto la patologia, soltanto le necessità impellenti e che permettono di sopravvivere. Ma il diritto di un disabile è il diritto di vivere, non la mera sopravvivenza, e nella vita una parte importantissima e fondamentale la occupa proprio la sessualità. Non mi spingo oltre, vorrebbe dire inoltrarsi in un sentiero che non conosco, e ai cui problemi non saprei dare risposta. Ma il problema c'è, e va discusso. Va discussa la libertà personale, il diritto alla vita sessuale di questa comunità che, per via di qualche capriccio politico e qualche pudico imbarazzo, viene dimenticata. Mi sento di fare poco, ma parlarne è il primo passo. Ah, comunque io e il mio amico abbiamo fatto un patto: proveremo un sex toy per maschi. Questa volta senza censure. ENRICO PONZIO

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Sesso col "barone"

Sesso col "barone"

Se ancora intorno al sesso sopravvive un alone di tabù, la coltre si infittisce man mano che ci si avvicina alla combo sesso-mestruazioni, ancora poco spesso discussa e rappresentata.  Ma, siamo lieti di annunciarvi che, secondo recenti sondaggi, un’alta percentuale di donne dichiara di vivere la propria intimità anche durante il ciclo mestruale. Questo è sicuramente un primo risultato di quella che ci piace chiamare menstrual (r)evolution che sta finalmente allontanando, un passo alla volta, l’idea di “sporco” che a lungo è stata associata alle mestruazioni.  È da considerare che il sesso in genere (e con le mestruazioni ancora di più) comporta una serie di variabili da considerare, in primis il nostro stato psicologico: ho i crampi molto forti? Uno dei partner si impressiona alla vista del sangue? Mi sento abbastanza attraente? Sono tutti quesiti che ci poniamo, la cui risposta ci porta a considerare quello che è meglio per noi. È stato dimostrato che il sesso, durante il periodo mestruale, può essere portatore di numerosi vantaggi: intanto, avere rapporti durante quei giorni del mese può alleviare i crampi del ciclo grazie alle endorfine rilasciate durante l’orgasmo. Inoltre, non è da sottovalutare l’effetto lubrificante del flusso che favorisce indubbiamente la penetrazione. Qualcuna, peraltro, ha mai fatto caso che durante i primi giorni delle mestruazioni la libido è alle stelle? C’è una ragione ben precisa dietro a questa sensazione: i livelli di estrogeni si innalzano e questo ci fa sentire più felici. Quindi, perché non approfittarne? Rimane comunque vero che la vista del sangue (non solo quello che proviene dalla vagina!) può essere fastidiosa per alcuni, ma possiamo pur sempre adottare piccoli accorgimenti per limitare di macchiare troppo intorno a noi. Intanto, se preferiamo il letto/divano il nostro suggerimento è quello di stendere degli asciugamani sotto di noi; ma potremmo pur sempre cogliere l’occasione per fare l'amore in vasca o sotto la doccia (attenzione all’acqua troppo calda! Vasodilata e questo comporterebbe perdite più consistenti). Potresti anche provare ad applicare un preservativo femminile che ti permette di prendere non due, ben tre piccioni con una fava: riduce il flusso, previene da gravidanze (perché è un luogo comune che durante le mestruazioni non si possa rimanere incinte!) e da malattie sessualmente trasmissibili (specie nel caso di rapporti con partner occasionali).  E poi sì, ci sono posizioni più consigliate che sono quelle che ostacolano la legge di gravità, almeno per quel che riguarda il flusso: infatti, quelle in cui siamo sdraiat* sulla schiena permettono di sporcare meno. Ma insomma, nel sesso tutto è soggettivo e merita di essere un’esperienza libera da eccessivi preconcetti: sarete voi con i/le vostr* partner a scegliere quale sarà il metodo migliore che più si adatta a voi.  Noi di This pensiamo questo: viva l’amore sempre, in tutte le sue forme!

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