“Adesso mollo tutto e mi metto a vendere foto dei piedi su OnlyFans così faccio i milioni".
Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase da persone che erano stufe dei propri salari da fame (welcome to Italy), insoddisfatte del proprio lavoro o semplicemente in cerca di guadagni “facili”? Spoiler: tantissime volte.
Da qualche anno OnlyFans viene raccontata dall’informazione mainstream come una sorta di miniera d’oro per qualunque persona voglia sbarcare il lunario, ma è davvero questa la realtà?
Ma partiamo dal principio: che cos’è OnlyFans e quanto è cresciuta come piattaforma negli ultimi anni?
OnlyFans è una piattaforma social basata su abbonamento, lanciata nel 2016, che consente ai creator di contenuti di monetizzare il loro materiale attraverso sottoscrizioni mensili da parte dei fan. A differenza di altri social, permette la condivisione di contenuti di vario genere, inclusi quelli pornografici, offrendo ai creatori un controllo diretto sui propri guadagni: in cambio, la piattaforma trattiene il 20% dei ricavi.
A livello globale, OnlyFans ha registrato una crescita esponenziale. Nel 2023, la piattaforma ha distribuito ai suoi creatori oltre 6 miliardi di dollari, con un fatturato che ha superato i 6,6 miliardi di dollari. In Italia, sebbene non ci siano dati ufficiali precisi, l'interesse verso la piattaforma è in aumento, con numerosi creator italiani che hanno trovato in OnlyFans una fonte di reddito alternativa.
Esistono tanti lati positivi nell’utilizzo di OnlyFans da parte delle persone che fanno sex work:
- Accessibilità per tutt*: Chiunque può iscriversi e condividere contenuti, indipendentemente dall'aspetto fisico o dall'orientamento sessuale.
- Rappresentazione LGBTQIA+: La piattaforma offre spazio a creator che spesso non trovano rappresentazione nell'industria tradizionale, permettendo una maggiore diversità di contenuti.
- Controllo creativo: I creatori mantengono il pieno controllo sul tipo di contenuti condivisi e sulle modalità di interazione con i fan.
- Indipendenza dall’industria pornografica mainstream: L’industria dei contenuti per adulti è stata spesso raccontata dall’interno come tossica: poco inclusiva, con salari molto bassi e non mancano episodi di molestie, coercizioni e violenze sessuali.
Nonostante i molti lati positivi e la libertà che la piattaforma permette, ci sono anche molte criticità di cui si parla poco:
- Guadagni medi modesti: Secondo il Corriere della Sera, la maggior parte dei creatori guadagna in media 151 dollari al mese, mentre l'1% dei top creator incassa il 33% dei ricavi totali.
- Illusioni di ricchezza facile: I media spesso enfatizzano casi eccezionali, creando aspettative irrealistiche. Ad esempio, storie di creator che guadagnano milioni, che possono far sembrare il successo più accessibile di quanto sia in realtà.
- Impegno sottovalutato: Gestire un account richiede tempo, dedizione e competenze in creazione di contenuti e community management. Non è semplicemente una questione di caricare foto e aspettare che arrivino i soldoni.
- Tabù sulla libertà sessuale: In un paese come l’Italia dove il sex work e la libertà sessuale, soprattutto per le donne, sono ancora tematiche tabù e stigmatizzate, aprire un profilo OnlyFans può richiedere un impegno psicologico non indifferente, e l’utilizzo di questo social può avere ripercussioni sulla propria vita privata, pubblica e lavorativa.
Per quanto OnlyFans possa effettivamente offrire nuove opportunità di guadagno ed espressione artistica, è meglio avere un quadro completo dei pro e contro per avvicinarsi a questo tipo di content creation, che richiede impegno, sacrificio, e molta più stigmatizzazione esterna da parte delle persone e dalla società.
LINDA CODOGNESI