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Sonno e mestruazioni
Lo sapevi che il tuo ciclo mestruale potrebbe metterci lo zampino anche nella qualità del tuo sonno? Ebbene sì, non bastava il mal di pancia, la voglia di carboidrati, le montagne russe emotive e quel brufolo che arriva sempre nei momenti meno opportuni... ci si mette pure il sonno a fare i capricci! Alcuni studi made in USA l (sì, quelli dove fanno anche i pancake a colazione e le ricerche su tutto!) hanno dimostrato che esiste un legame tra disturbi del sonno e ciclo mestruale. Il colpevole? Le fluttuazioni ormonali che avvengono proprio in quei giorni: estrogeni e progesterone giocano a fare i DJ e remixano il ritmo del nostro sonno. Risultato? Sonno più leggero, interrotto, o peggio… la he classica notte in bianco mentre nella testa passa il replay di ogni conversazione imbarazzante degli ultimi 10 anni. E questo, inevitabilmente, influisce sul nostro umore, sulla capacità di concentrazione, sull’irritabilità (che già non è al minimo storico), e sulla reattività agli stimoli esterni (tipo la collega che mastica forte o il partner che respira troppo vicino). Ma attenzione! Essere consapevoli di questi cambiamenti non significa farsi travolgere o pensare che il ciclo debba diventare una condanna mensile. Anzi! Comprendere come funzioniamo ci dà il potere di prenderci più cura di noi stesse. Magari durante quei giorni possiamo organizzare la giornata con un po’ più di gentilezza, scegliere attività meno stressanti, trovare dei rituali serali che concilino il sonno (no, non sto parlando di scrollare TikTok fino alle 2), e accogliere il nostro corpo per quello che è: ciclico, complesso, meraviglioso. In fondo, non possiamo fermare le onde ormonali... ma possiamo imparare a surfarle. STELLA BRUGNETTA
Saperne di piùLe mestruazioni scombinano tutto? Tre rituali per restare con te.
Ci sono giorni in cui tutto si fa più sottile: la pelle, l’umore, i confini. Giorni in cui basta poco per sentirsi esposte.Nei giorni delle mestruazioni, per molte persone, la sensibilità aumenta, l’energia cambia, il bisogno di protezione emerge. Eppure, la risposta sociale continua a essere: vai avanti, produci, ignora. Ma c’è un’altra possibilità: stare con ciò che c’è, anche quando è fragile.Questo articolo è un invito a coltivare gesti semplici, quasi invisibili, che aiutano a rimanere in contatto con sé nei momenti in cui il corpo non chiede forza, ma presenza. Il corpo non è un contenitore, è un luogo Nella narrazione dominante, il corpo che mestrua è spesso vissuto come qualcosa da gestire, da ridurre al silenzio, da sopportare.Come se fosse un involucro da controllare, un mezzo per produrre, mai un luogo da abitare. Ma il corpo non è un contenitore passivo. È un luogo vivo, sensibile, responsivo.Un paesaggio che cambia, che sente, che comunica. Durante le mestruazioni, questo paesaggio si trasforma. Non è un errore, non è debolezza: è una fase naturale della nostra ciclicità. E come ogni fase, ha i suoi bisogni. Spesso invisibili, spesso taciuti. Ma reali. In quei giorni, non servono eroi. Serve un posto sicuro in cui stare. E quel posto può cominciare proprio da dentro. Rituali invisibili per restare presenti Nei giorni in cui ci sentiamo più esposte, non sempre servono grandi gesti. Spesso bastano micro-movimenti per iniziare a riabitare il corpo. Ecco tre rituali che non si vedono, ma si sentono: Portare attenzione al peso: sedersi e lasciare che il corpo affondi, che il bacino trovi la gravità. Farlo intenzionalmente aiuta il sistema nervoso a sentire che c’è una base. Che non dobbiamo trattenere tutto. Toccare la pelle: non per aggiustarla, ma per sentirla. Un palmo caldo sull’addome o sul petto. Non per calmare, ma per riconoscere: “Sono qui. Mi sento.” Lasciare il fiato libero: non forzare la respirazione, ma osservarla. Quando il corpo è in tensione, il respiro si accorcia. A volte, basta accorgersene per iniziare a sciogliere. Questi sono gesti minimi, ma profondamente regolativi. Non servono per “stare meglio”, ma per stare in contatto. Il rifugio interno è una memoria del sistema nervoso Quando il corpo mestrua, il sistema nervoso autonomo – in particolare il ramo parasimpatico – può diventare più attivo. È fisiologico. È parte del nostro design. Nei giorni mestruali, molte persone notano una maggiore sensibilità, una diminuzione della soglia di tolleranza agli stimoli, una necessità aumentata di protezione. Non è solo psicologia. È biologia. E soprattutto è relazione. Il bisogno di “rifugio” è iscritto nei nostri tessuti fin dall’inizio della vita. Il sistema nervoso cerca contenimento e co-regolazione: qualcuno (o qualcosa) che ci faccia sentire al sicuro. Se non possiamo riceverlo da fuori, possiamo iniziare a offrirlo da dentro. Attraverso il corpo, attraverso rituali che ricordano al sistema che siamo presenti. Che non lo stiamo lasciando solo nel sentire. Sentirsi a casa, allora, non è una conquista mentale. È una memoria corporea che possiamo risvegliare. Le mestruazioni possono essere un portale. Non perché ci rendono più "spirituali", ma perché ci rendono più nude. E nella nudità possiamo imparare a fare spazio, non solo al dolore, ma anche alla presenza. Qual è il tuo modo di farti tana, quando tutto chiede che tu stia fuori da te? LUCIA SCARANO
Saperne di piùAlimentazione e ciclo mestruale: una guida pratica e semplice
Quando parliamo il ciclo mestruale, non possiamo non menzionare come l’alimentazione possa influenzare il benessere personale durante le diverse fasi del ciclo. Un'alimentazione consapevole non solo può alleviare i sintomi del ciclo, ma può anche migliorare lo stato d'animo e la quantità di energia percepita. Ogni fase presenta cambiamenti ormonali che influenzano il corpo e la mente, rendendo fondamentale un approccio nutrizionale mirato. In questa guida esploreremo come adattare la propria dieta per supportare il corpo in ogni fase del ciclo mestruale, fornendo suggerimenti pratici e informazioni utili. Mestruazioni (Giorni 1-5) Durante questa fase, viene eliminato lo strato più superficiale dell’endometrio e si verifica la classica perdita di sangue. Questo può portare a sintomi come affaticamento, crampi, dolori e sbalzi d'umore. È fondamentale, quindi, fornire al proprio corpo nutrienti essenziali per sostenere il benessere fisico e mentale. Cosa mangiare? Alimenti ricchi di ferro: durante il ciclo, con il sanguinamento, si perde ferro, dunque è importante reintegrarlo. Fonti ottimali includono carne magra, come manzo e pollo, pesce, legumi, come lenticchie e fagioli, verdure a foglia verde, come spinaci e bietole, e semi di zucca (Mireles et al., 2019). Abbinare questi alimenti con fonti di vitamina C, come agrumi o peperoni, può migliorare l'assorbimento del ferro. Cibi ricchi di magnesio, possono aiutare a ridurre i crampi mestruali. Banane, noci, semi di girasole e cioccolato fondente ne sono ottime fonti (Wang et al., 2016). Cibi fermentati, come yogurt, kefir e kombucha, promuovono la salute intestinale, riducendo le possibilità di infezioni da lieviti, e possono migliorare l'umore grazie alla connessione intestino-cervello (Gibson et al., 2017). Mantenere un'adeguata idratazione (almeno 2 litri) è cruciale, infatti aiuta a migliorare la concentrazione e a mantenere alti i livelli di energia, oltre a ridurre l’eventualità di cefalea da disidratazione, uno dei sintomi in cui si può incorrere durante le mestruazioni. Bere acqua, tisane a base di erbe e assumere alimenti come anguria e cetriolo possono alleviare il gonfiore e migliorare l'umore (González-Muñoz et al., 2021). Cosa evitare? Cibi salati, ricchi di sodio, insaccati e formaggi possono contribuire al gonfiore, alla ritenzione idrica e all'irritabilità, peggiorando il discomfort (He et al., 2013). Cibi zuccherati possono portare a picchi glicemici seguiti da crolli di energia, aumentando la sensazione di affaticamento. Uno studio ha evidenziato che l'assunzione elevata di zuccheri semplici può essere associata a umore instabile e ansia (Benton et al., 2009). Fase follicolare (Giorni 6-14) Durante questo periodo, i livelli di estrogeni iniziano a salire, portando a un aumento dell'energia e della vitalità. Il corpo è più ricettivo ai nutrienti e alla salute generale. Cosa mangiare? Proteine magre, come pollo, pesce, uova e legumi, sostengono la produzione di ormoni e forniscono energia (Coyle et al., 2020). Frutta e verdura, ricche di antiossidanti, vitamine, fibre e sali minerali, possono aiutare a ridurre l'infiammazione e a migliorare l'umore (Boeckner et al., 2017). Acidi grassi omega-3, poiché sono particolarmente benefici per la salute ormonale. Includere avocado, noci, semi di lino e pesce grasso (come salmone e sgombro) nella dieta può aiutare a ridurre l'infiammazione e migliorare l'umore. Cereali integrali, come quinoa e riso integrale, ricchi di fibre, stabilizzano i livelli di zucchero nel sangue e forniscono energia a lungo termine (Liu et al., 2018). Cosa evitare? L’alcol, infatti, può alterare i livelli ormonali e influenzare negativamente il sonno e l'umore. Ricerche hanno dimostrato che il consumo eccessivo di alcol è associato a squilibri ormonali e a una maggiore vulnerabilità ai sintomi premestruali (Mäkelä et al., 2016). Cibi fritti, spesso ricchi di grassi trans e saturi, possono aumentare l'infiammazione e influenzare negativamente i livelli di energia e la salute mentale (Mozaffarian et al., 2006). Ovulazione (Giorni 15-17) L'ovulazione è il momento culminante del ciclo mestruale, quando un ovulo viene rilasciato dall'ovaio. Durante questa fase molte ragazze possono sperimentare un picco di energia e una maggiore libido. È importante sfruttare questo periodo favorevole con una dieta ideale per prendersi cura di sé stesse. Cosa mangiare? Proteine magre, come pollo, pesce, uova e legumi, sostengono la produzione di ormoni e forniscono energia (Coyle et al., 2020). Alimenti ricchi di omega-3: pesce grasso, come salmone e sgombro, semi di lino e noci supportano l’equilibrio ormonale e possono migliorare l’umore (Bistrian et al., 2015). Cibi ricchi di zinco: questo è importante per la salute ormonale e può essere trovato in alimenti come semi di zucca, legumi e noci. Integrare questi alimenti nella dieta può supportare la funzione immunitaria durante questo periodo. Alimenti ricchi di antiossidanti, come noci, verdure colorate, frutti di bosco, fragole e kiwi, ricchi anche di vitamine e minerali essenziali, aiutando a rinforzare il sistema immunitario combattendo lo stress ossidativo nel corpo. Questi alimenti, poi, possono contribuire a una pelle sana e a una buona salute riproduttiva. (Chun et al., 2021). Cosa evitare? Cibi elaborati, che spesso contengono additivi e conservanti che possono influenzare negativamente la salute intestinale e l'umore. La presenza di ingredienti artificiali è stata associata a disordini gastrointestinali e a una peggiore salute mentale (Benton, 2010). Cibi con alti contenuti di zucchero possono provocare fluttuazioni dei livelli di energia e influenzare negativamente l'umore (Fisher et al., 2019). Fase luteale (Giorni 18-28) Dopo l'ovulazione, il corpo entra nella fase luteale, gli estrogeni iniziano a calare, mentre i livelli di progesterone aumentano. Questa fase può portare a voglie alimentari e sintomi premestruali, come gonfiore, irritabilità e crampi, ed è fondamentale adottare strategie nutrizionali per alleviare questi sintomi. Cosa mangiare? Alimenti ricchi di fibre, come legumi, verdure a foglia verde e cereali integrali, supportano la digestione e possono aiutare a ridurre il gonfiore (Slavin, 2013). Alimenti ricchi di magnesio, attraverso le sue proprietà rilassanti, possono aiutare a ridurre i crampi mestruali. Cioccolato fondente, banane, semi di girasole e spinaci ne sono ottime fonti. Cibi dalle proprietà antinfiammatorie, come curcuma, zenzero e tè verde, possono aiutare a combattere l'infiammazione nel corpo. Alimenti ricchi di omega-3, come noci, mandorle e semi di Chia, forniscono grassi sani e proteine, utili per stabilizzare l'umore e l'energia (Dreher et al., 2018). Cibi integrali e complessi, come patate dolci, avena, quinoa e riso integrale, aiutano a mantenere i livelli di energia stabili e possono alleviare le voglie di zucchero (Pérez-Jiménez et al., 2010). Cosa evitare? Zuccheri raffinati: limitando dolci e carboidrati semplici, infatti, si può aiutare a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue ed evitare picchi glicemici che possono influenzare negativamente l'umore, aumentando irritabilità e voglie alimentari (Duncan et al., 2012). Caffeina, che può aumentare l'ansia e la sensibilità agli sbalzi d'umore. Un’assunzione elevata di caffeina può aggravare i sintomi premestruali, aumentando l'irritabilità e l'insonnia (Smith et al., 2013). Consigli generali Oltre a seguire una dieta equilibrata in base alle fasi del ciclo mestruale, ci sono alcuni consigli generali che possono migliorare il benessere complessivo: Ascoltare il proprio corpo, poiché ogni donna è unica: è importante, quindi, prestare attenzione a come certi alimenti ci fanno sentire e a cosa proviamo in quel preciso momento, adattando la propria alimentazione di conseguenza. Mantenere un diario alimentare: annotare ciò che si mangia e come ci si sente durante le diverse fasi del ciclo. Questo aiuterà a identificare cosa funziona meglio per il proprio corpo. Prendersi cura di sé stessi, cercando di includere attività fisica regolare e pratiche di rilassamento, mindfulness e gestione dello stress, come lo yoga o la meditazione, per sostenere il proprio benessere generale (Rogers et al., 2016). Sonno sufficiente, infatti un buon riposo notturno è essenziale per il recupero fisico e mentale. Stabilendo una routine del sonno regolare è possibile garantire un riposo adeguato. Conclusione L'alimentazione, quindi, può avere un impatto significativo sul modo in cui ci si sente durante il ciclo mestruale. Seguendo questi consigli e adattando la dieta alle diverse fasi, è possibile migliorare il proprio benessere fisico e mentale. Bisogna ricordare che il corpo merita di essere trattato con cura e attenzione in ogni fase del ciclo. Fare delle scelte alimentari consapevoli, dunque, fa effettivamente la differenza! LORENZO CIOL Riferimenti Bistrian, B. R., et al. (2015). The role of omega-3 fatty acids in the health of women. Journal of Women's Health, 24(6), 509-516. Boeckner, L., et al. (2017). The role of antioxidants in women’s health: implications for dietary recommendations. Nutrition Reviews, 75(8), 600-612. Chun, O. K., et al. (2021). 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Saperne di piùDisforia premestruale
Il Disturbo Disforico Premestruale (DDPM) non è un'improvvisa "giornata no" o una fluttuazione emotiva, ma una realtà clinica che merita rispetto e attenzione. Non basta liquidare i tuoi sintomi come normali variazioni ormonali: il DDPM è un disturbo che incide profondamente sulla vita quotidiana. Ed è ora di parlarne! Cos'è il DDPM? Il DDPM rappresenta una forma severa di sintomatologia premestruale. Non si tratta di semplici sbalzi d’umore, ma di una serie di sintomi che possono includere: Sintomi emotivi: Ansia, irritabilità, tristezza e intensi sbalzi d’umore Sintomi fisici: Dolori, gonfiore e fastidi che si affiancano al disagio emotivo Sintomi comportamentali: Comportamenti e reazioni che alterano il normale svolgimento della vita quotidiana La diagnosi si basa su criteri specifici (come quelli riportati nel DSM-5) e richiede che i sintomi compromettano in modo significativo il funzionamento quotidiano. È importante notare che il DDPM è stato ufficialmente riconosciuto come disturbo depressivo nel DSM-5 nel 2013. Un Retaggio di Stereotipi Studi recenti indicano che il DDPM colpisce circa il 3-8% delle donne in età fertile. (sigo.it) In Italia, si stima che la percentuale di donne affette in modo serio da questo disturbo vari dal 2% al 10%. (stateofmind.it).Queste cifre evidenziano quindi l'importanza di riconoscere e trattare adeguatamente il DDPM. MA, per troppo tempo, la salute femminile è stata interpretata in maniera riduttiva. La medicina tradizionale ha spesso liquidato il malessere premestruale come "instabilità emotiva naturale", contribuendo a: Minimizzare il disagio: Riducendo esperienze di sofferenza a mere variazioni ormonali Legittimare stereotipi: Etichettare le donne come "troppo emotive" o "instabili", influenzando il modo in cui l3 professionist3 interpretano i sintomi Ritardare la diagnosi: La difficoltà nel distinguere tra normali variazioni d’umore e il DDPM porta a diagnosi tardive o errate Questo retaggio, fortemente radicato in un sistema medico tradizionale, continua a frenare la corretta interpretazione e gestione del disturbo. Le Lacune della Gestione Clinica Le testimonianze di chi convive con il DDPM rivelano una costante invalidazione dei sintomi. Le cause principali? Dismissione dei sintomi: Troppo spesso i segnali di disagio vengono interpretati come “normali” fluttuazioni, senza riconoscere la loro gravità Aggiornamento insufficiente de3 professionist3: Molt3 medic3 non hanno ricevuto la formazione necessaria per riconoscere il DDPM, lasciando chi soffre senza il giusto supporto Comunicazione superficiale: La mancanza di un dialogo empatico porta a una banalizzazione del malessere, alimentando il senso di isolamento È necessario superare queste lacune per garantire una gestione clinica che riconosca la complessità del disturbo. Verso un Approccio Migliore Per affrontare il DDPM con il rispetto e l’attenzione che merita, occorre un cambiamento su più fronti: Aggiornamento della formazione medica: Investire nella formazione specifica sulla salute femminile, per integrare le ultime evidenze scientifiche nel trattamento del DDPM Ricerca e linee guida aggiornate: Potenziare la ricerca per definire meglio i criteri diagnostici e sviluppare interventi mirati che considerino sia gli aspetti biologici che quelli psicosociali Approccio multidisciplinare: Integrare supporti farmacologici, psicologici e nutrizionali per una presa in carico completa e personalizzata del disturbo Sensibilizzazione e comunicazione: Promuovere una cultura del rispetto e dell’ascolto attento, abbattendo i pregiudizi e riducendo lo stigma associato al malessere femminile Conclusioni Il DDPM non è un’etichetta facile per chiudere il discorso sul tuo malessere. Se il tuo malessere è stato sempre sminuito, è merito di chi ha scelto l’indifferenza al posto di una vera comprensione della salute femminile. Non basta una diagnosi frettolosa o risposte standardizzate: è il momento di esigere un approccio che guardi in faccia la complessità della tua esperienza. Se la banalizzazione è la via facile per chi preferisce non mettersi in discussione, tu hai il diritto – e il dovere – di non accettarla. Anche basta con queste risposte patinate e soluzioni pronte: il cambiamento inizia ora, con la tua consapevolezza e la tua determinazione a non essere messa in secondo piano. È il momento di scuotere un sistema che da troppo tempo si nasconde dietro stereotipi obsoleti. Oggi, la ricerca sul DDPM sta finalmente guadagnando terreno. Dal 2013, sono stati pubblicati oltre 500 studi scientifici, e gli investimenti nella ricerca sul disturbo continuano a crescere, con progetti mirati a comprendere meglio le sue cause biologiche e psicologiche. Ad esempio, studi recenti si concentrano su trattamenti più mirati, tra cui terapie farmacologiche specifiche e approcci psicoterapeutici. Tuttavia, nonostante questi progressi, le lacune nelle linee guida e nella diagnosi rimangono ancora significative. Per questo, è essenziale continuare a promuovere ricerca e formazione medica per garantire una gestione più adeguata e rispettosa del disturbo. LUCIA SCARANO
Saperne di piùOvulazione: che cosa si cela davvero dietro a ciò?
L’ovulazione è un evento fondamentale del ciclo mestruale, biologicamente affascinante e spiritualmente intimo: si assiste a un vero e proprio “momento di rinascita”, nel quale il corpo si prepara all’eventuale possibilità di generare vita. Non si tratta di un semplice passaggio riproduttivo: si realizza, invece, una sinfonia orchestrata da ormoni e da segnali cellulari che influenzano sia il benessere fisico che quello emotivo. Come il ciclo mestruale, il momento dell'ovulazione può variare da ciclo a ciclo e differire da persona a persona. La ricerca indica che l'ovulazione si verifica in genere circa 500 volte nella vita ed è influenzata da diversi e personali fattori. Che cosa accade di preciso durante l’ovulazione? Il ciclo mestruale, con la conclusione delle mestruazioni, inizia con la fase follicolare, durante la quale vari follicoli, ossia delle piccole sacche piene di liquido contenenti ciascuno un ovocita, si sviluppano nelle ovaie grazie all’influenza dell’ormone follicolo-stimolante (FSH). Tra questi, solitamente solo uno compie l’intero percorso di sviluppo e, al raggiungimento della propria maturità, al 14° giorno, si registra un picco dell’ormone luteinizzante (LH), che induce la rottura di questo follicolo maturo. Così nasce l’ovulo, che viene catturato dalle tube di Falloppio e trasportato lungo queste fino a incontrare uno spermatozoo per generare assieme uno zigote. Se avviene la fecondazione, lo zigote darà inizio a una nuova vita; in caso contrario, il corpo luteo – la struttura residua del follicolo rotto – e l’ovulo si degraderanno, portando al calo dei livelli ormonali e all’avvio del flusso mestruale. Questo delicato e, al tempo stesso, movimentato equilibrio tra FSH, LH, estrogeni e progesterone, è alla base della fertilità e influenza in modo significativo il benessere generale. Perché si dice che gli ormoni “ballano”? Durante l’ovulazione, i livelli di estrogeni salgono e i livelli di progesterone iniziano a salire, generando una serie di effetti che vanno ben oltre la preparazione per la fecondazione. Si sperimenta un aumento dell’energia, un miglioramento dell’umore e persino un incremento della libido. Si tratta del risultato diretto dell’azione degli ormoni sul sistema nervoso, che viene modulato attraverso il rilascio di neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, strettamente legati alle sensazioni di felicità ed energia. Ognuno sperimenta questo periodo in maniera puramente personale: chi riscontra elevata energia, chi maggiore autostima e chi una più naturale inclinazione alla socialità. Questo momento, quindi, si rivela particolarmente favorevole per partecipare a incontri decisivi o affrontare attività complesse, grazie all'armonia tra vigore fisico ed emotivo. Cosa dice il corpo? L’ovulazione porta con sé una serie di sintomi fisici, tra i quali si possono riscontrare: Dolore o fastidio ovulatorio su un lato dell’addome nel giorno in cui l’ovulo viene rilasciato. Questo segnale, sebbene di solito breve, indica il momento della rottura del follicolo. Spotting ovulatorio, in alcuni casi, infatti, la rottura del follicolo può causare un leggero sanguinamento, che generalmente non è motivo di allarme. Cambiamenti nel muco cervicale, poiché diventa più chiaro, elastico e abbondante, creando un ambiente favorevole per il transito degli spermatozoi. Sensibilità e tensione al seno, provocate dall’aumento dei livelli degli ormoni. Variazioni della temperatura corporea, in cui è possibile riscontrare un leggero aumento della temperatura basale dopo l’ovulazione, dovuto all’azione termogenica del progesterone. Questi sintomi sono il riflesso di un complesso sistema ormonale che lavora in sinergia per preparare il corpo a una potenziale fecondazione. Perché l’ovulazione è così importante? L’ovulazione non è solo fondamentale per la fertilità, ma è anche un indicatore dello stato di salute del sistema endocrino e, di conseguenza, dell’intero organismo. I cambiamenti ormonali che la accompagnano contribuiscono a mantenere l’equilibrio del corpo, influenzandone il metabolismo, l’umore e, persino, il funzionamento del sistema immunitario. Ad esempio, i livelli elevati di estrogeni durante l’ovulazione possono aiutare a migliorare la circolazione sanguigna e a favorire una risposta immunitaria più efficace. Allo stesso tempo, il progesterone, che aumenta nella fase post-ovulatoria, ha effetti calmanti e stabilizzanti, contribuendo a un senso di benessere e a una migliore qualità del sonno. Uno sguardo olistico all’ovulazione Oltre agli aspetti puramente biologici, l’ovulazione ha un impatto significativo anche sulla sfera emotiva e psicologica. Durante questo periodo c’è una palpabile sensazione di “rinnovamento”, come se il corpo e la mente si preparassero a una nuova fase personale. Questa esperienza di rinascita mensile può essere vista come un invito a celebrare la propria persona e la propria femminilità, valorizzando ogni segnale che il corpo può inviare. Non si tratta, quindi, solo di eventualmente “essere fertili”, ma di comprendere come il corpo lavori in armonia per mantenere un personale equilibrio dinamico che comunica attraverso emozioni, energia e benessere quotidiano.LORENZO CIOL
Saperne di piùQuando il tuo dolore non é abbastanza visibile
Se non sei moribonda, allora stai bene: il grande inganno sulle malattie femminili Le malattie croniche femminili hanno un problema di fondo: spesso non si vedono. Nessun arto ingessato, magari no cicatrici evidenti, niente che gridi "sto male". E se non si vedono, per il mondo esterno – e spesso anche per la medicina – è come se non esistessero. Se una donna lavora, viaggia, esce con gli amici a bere, allora significa che sta bene. Giusto? Sbagliato. Radicalmente sbagliato. Questo fraintendimento tossico è uno dei più grandi ostacoli per chi convive con patologie come endometriosi, fibromialgia, sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), sindrome da fatica cronica (CFS/ME) e molte altre. Secondo un report del 2023 dell’European Journal of Pain, le donne con dolore cronico aspettano in media quattro anni in più rispetto agli uomini per ricevere una diagnosi, e il 50% di loro riferisce di non essere creduta dai medici al primo consulto. Non perché il loro dolore non sia reale, ma perché la medicina è ancora abbondantemente permeata da pregiudizi di genere. Il gaslighting delle malattie invisibili: quando il dolore ha bisogno di prove Avere una malattia invisibile significa combattere su due fronti: contro il proprio corpo e contro un mondo che pretende prove tangibili della sofferenza. Se il dolore non è scritto sulla pelle, se non c’è un gesso, una cicatrice evidente, una sedia a rotelle, allora per molti semplicemente non esiste. Il “gaslighting medico” è una realtà documentata. Secondo uno studio del Journal of Women’s Health, il 65% delle donne con malattie croniche si è sentito dire che il proprio dolore fosse solo stress. Tradotto: non è il tuo corpo che sta crollando, sei tu che esageri. Ma la delegittimazione non arriva solo dalla medicina. È radicata nella società, nelle conversazioni quotidiane, nei giudizi non richiesti. “Ma ieri sei uscita, quindi non puoi stare così male.” “Hai lavorato tutto il giorno, allora stai bene.” Frasi apparentemente innocue che, in realtà, obbligano chi soffre a un bivio crudele: ritirarsi dalla vita sociale e professionale per essere creduta, o continuare a vivere come meglio può, accettando di essere vista come un’esagerata. Il messaggio è chiaro: se vuoi che il tuo dolore venga preso sul serio, devi smettere di esistere. I numeri non mentono: il dolore esiste, anche se non lo vedi Le malattie invisibili non si misurano con l’immobilità. Eppure, chi ne soffre si trova spesso a dover dimostrare la propria condizione, come se il dolore fosse reale solo quando inchioda a letto. Ma i dati raccontano un’altra storia: Endometriosi: colpisce tra il 10% e il 15% delle donne in età fertile, ma la diagnosi arriva con 7-10 anni di ritardo. Dieci anni di dolori debilitanti liquidati come normali crampi mestruali (World Health Organization). Fibromialgia: affligge tra il 2% e l’8% della popolazione mondiale, con una prevalenza schiacciante nelle donne. Il 90% di loro, prima di una diagnosi corretta, si è sentito dire che era solo ansia (American College of Rheumatology). Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): il 70% dei casi non viene diagnosticato, nonostante sia una delle principali cause di infertilità femminile. Tradotto: migliaia di donne scoprono troppo tardi di avere un disturbo che impatta ormoni, metabolismo e salute riproduttiva (The Lancet). Ora la vera domanda: se queste malattie non impediscono di lavorare, sorridere o semplicemente esistere, significa forse che non esistono? O è la società a non volerle vedere? La società non vuole vedere il dolore femminile Il dolore delle donne è sempre stato un fastidio da mettere a tacere. Se non era isteria, era stress. Se non era stress, era solo nella loro testa. La medicina lo ha psichiatrizzato, la società lo ha minimizzato. Il messaggio? Soffri in silenzio, sii forte, non lamentarti. E chi chiede aiuto viene trattata come un’esagerata. Ma resistere non significa stare bene. E il fatto che una donna riesca a lavorare, uscire o sorridere non cancella il dolore che si porta addosso ogni giorno. È ora di cambiare prospettiva: il dolore non si misura in produttività o in quanto una persona riesca a funzionare socialmente. Cosa serve? Più formazione medica, perché i corpi femminili non siano più un mistero per la scienza Un cambio culturale, perché il dolore non ha bisogno di essere evidente per essere reale Maggiore supporto sociale e lavorativo, perché nessuna donna debba scegliere tra il prendersi cura di sé e l’essere creduta Smettiamo di chiedere prove. Basta valutare la sofferenza da quanto “normale” appare una vita. Il vero problema non è che le donne con patologie invisibili vivano. È che nessuno voglia vedere cosa stanno realmente attraversando. LUCIA SCARANO
Saperne di piùCiclo, benessere e lavoro: è possibile una relazione sana?
Il ciclo mestruale è un processo biologico, che influenza non solo il corpo, ma anche il benessere emotivo e mentale. Nonostante siano una parte fondamentale e caratteristica della fisiologia, le mestruazioni sono spesso sottovalutate, tanto da essere spesso dimenticate e poco prese in considerazione in ambito lavorativo e sociale. I diversi effetti del ciclo sulla vita quotidiana, sul proprio benessere e così anche sull’attività lavorativa, meritano attenzione. Riconoscere ciò promuove una maggiore consapevolezza, riducendo così i tabù che circondano l’argomento, migliorando l'adattamento delle aziende alle esigenze individuali e aumentando così il benessere delle lavoratrici e, di riflesso, anche la loro produttività. Le fasi del ciclo e le oscillazioni ormonali Il ciclo mestruale dura generalmente dai 28 ai 35 giorni, ma può variare a seconda della persona. Si divide in diverse fasi, ognuna caratterizzata da caratteristiche fluttuazioni ormonali che influenzano sia il fisico che la mente. Fase mestruale (giorni 1-5) È la fase che segna l'inizio del ciclo e coincide con l'inizio delle mestruazioni. In questo momento i livelli di estrogeni e progesterone sono calati al minimo e ciò provoca diversi sintomi, sia fisici che psicologici, come crampi addominali, stanchezza, mal di testa, difficoltà di concentrazione e sbalzi di umore. Questi sintomi e la bassa energia possono rendere difficile affrontare lavori fisicamente intensi o mentalmente impegnativi. Pertanto, le attività lavorative che richiedono meno sforzo fisico e mentale, come compiti amministrativi, gestione delle e-mail e compiti ripetitivi, sono più gestibili in questa fase. Fase follicolare (giorni 6-14) In questa fase l’energia ricomincia a crescere grazie all'aumento dei livelli di estrogeno. Ci si sente più energiche, di buon umore e con maggiore chiarezza mentale. Questo aumento, infatti, stimola l'attività cerebrale e migliora la capacità di concentrazione. Le attività che richiedono analisi, attenzione ai dettagli, pianificazione e problem-solving sono più facili da svolgere in questo periodo. È una fase in cui la motivazione e la produttività sono più elevate, rendendo questo periodo ideale per la creatività e la capacità di apprendere nuove informazioni. La fase follicolare rappresenta, dunque, uno dei periodi più fertili per l’ispirazione e la generazione di idee nuove: è ideale per attività artistiche, scrittura e tutto ciò che richiede una visione creativa. Ovulazione (intorno al 14° giorno) Questo è il momento in cui si riscontra il picco dei livelli di estrogeni, i quali raggiungono la massima concentrazione, e nel quale i livelli di progesterone iniziano a salire. Ciò favorisce una sensazione di grande energia, fiducia in sé stesse e propensione all’interazione sociale, sottolineate da maggiori loquacità, intraprendenza e senso di leadership. È il momento ideale per partecipare a riunioni importanti, fare presentazioni o svolgere compiti impegnativi, poiché la combinazione di energia fisica ed emotiva e la fiducia in sé rendono queste attività più fluide e produttive. Nella fase follicolare e durante l’ovulazione, dunque, l’aumento dell’energia e della resistenza fisica rende più agevoli attività che richiedono maggiore forza o resistenza, sia fisica che mentale. Fase luteale (giorni 15-28) Questa è caratterizzata da un aumento del progesterone, che inizialmente favorisce una sensazione di calma e stabilità. Negli ultimi giorni della fase, tuttavia, i livelli di estrogeni e il progesterone iniziano a calare, portando con sé la manifestazione di tipici sintomi premestruali, come irritabilità, stanchezza, gonfiore, ansia e difficoltà a concentrarsi. Questi sintomi possono influenzare negativamente la capacità di concentrazione e la produttività. Durante questa fase, le task meno pressanti, di breve durata e che richiedono minore energia mentale, sono preferibili, in modo da ridurre lo stress e l’affaticamento. Come si rapporta il mondo del lavoro al benessere mestruale? È importante ricordare che viviamo in un mondo costruito da e per gli uomini: quasi tutto ciò con cui abbiamo che fare durante la giornata, infatti, è stato progettato per gli uomini. Anche il posto di lavoro, quindi, è stato creato per gli uomini come principali lavoratori e percettori di reddito in una società patriarcale. Da un lato, associare il ciclo mestruale a una mancanza di produttività potrebbe essere usato come un modo per continuare a discriminare le donne sul posto di lavoro. Dall'altro lato, identificare i modi in cui la produttività delle donne è ostacolata dal ciclo e dalle esperienze mestruali potrebbe aiutare i datori di lavoro a supportarle adeguatamente per garantire in primis il loro benessere e, in secundis, così, che la loro produttività non venga ridotta, contribuendo a un'ulteriore uguaglianza sul posto di lavoro. Quando, infatti, i luoghi di lavoro sono equilibrati dal punto di vista di genere, le aziende migliorano i propri risultati. Per raggiungere la gender equality, però, i datori di lavoro devono implementare cambiamenti sistematici, soprattutto in relazione al benessere mestruale. La scienza che esamina la relazione tra cicli mestruali e lavoro ha, infatti, dimostrato che il lavoro può avere un impatto notevole sui cicli mestruali. Lavorare per molto tempo (più di 41 ore a settimana) o svolgere un lavoro a turni sono stati collegati a cicli imprevedibili, molto corti o lunghi. Anche il modo in cui ci si sente e si viene considerate a lavoro potrebbe avere un impatto sul proprio ciclo. Uno studio ha scoperto che la sensazione di avere poco controllo sul lavoro, di non essere supportate dai colleghi o di non avere sicurezza sul posto di lavoro è collegata a un aumento del dolore mestruale. Negli ultimi anni, molte aziende hanno iniziato, finalmente, a implementare misure per sostenere le dipendenti durante il ciclo mestruale, riconoscendo l’importanza di garantire un ambiente lavorativo che ne rispetti le esigenze. Comunicazione Creare un ambiente lavorativo inclusivo, in cui ci si senta libere di parlare delle necessità legate al ciclo mestruale, può contribuire a ridurre lo stigma e a migliorare il benessere generale. La comunicazione aperta tra datori di lavoro e dipendenti riguardo a esigenze specifiche può favorire la creazione di politiche più inclusive, come orari flessibili, possibilità di prendersi delle pause o permessi per i giorni più difficili del ciclo. Permessi per il ciclo mestruale Alcune aziende hanno introdotto politiche di permesso retribuito per i giorni di maggiore disagio, consentendo alle lavoratrici di riprendersi senza dover prendere giorni di malattia. Attualmente, Spagna, Giappone, Taiwan, Indonesia, Corea del Sud e Zambia offrono già una qualche forma di congedo mestruale. Creazione di un ambiente lavorativo accogliente Creare zone tranquille e riservate in ufficio, dove le dipendenti possano riprendersi durante i giorni più difficili del ciclo, e offrire prodotti gratuiti per il ciclo mestruale aiutano a ridurre lo stress e favoriscono un ambiente di lavoro più inclusivo e rispettoso. Sensibilizzazione e formazione Offrire corsi o workshop per educare i dipendenti e i datori di lavoro sui bisogni legati al ciclo mestruale è un passo fondamentale per creare un ambiente di lavoro più empatico e supportivo. La sensibilizzazione aiuta a ridurre la stigmatizzazione delle donne che affrontano sintomi legati al ciclo mestruale e promuove una cultura del lavoro più sana e produttiva. Gender equality e benessere mestruale nel mondo del lavoro Un'indagine (International Labour Organization. Beyond the glass ceiling: Why businesses need women at the top) ha, difatti, esaminato cosa accade quando la cultura e le politiche del lavoro sono progettate per includere le donne e le relative accortezze rispetto al ciclo mestruale: I profitti sono aumentati del 63%; La produttività è aumentata del 63%; La capacità di attrarre e trattenere i propri dipendenti è aumentata del 60%; Creatività e innovazione sono aumentate del 59%; La reputazione aziendale è aumentata del 58%; La connessione con i consumatori è aumentata del 38%. La realizzazione di un ambiente di lavoro flessibile, empatico e rispettoso delle esigenze mestruali non solo valorizza ogni dipendente, ma contribuisce a un miglioramento generale delle performance aziendali, creando un equilibrio tra vita lavorativa e benessere personale. Con l'implementazione di politiche che supportano il benessere mestruale, le aziende non solo promuovono una cultura inclusiva, ma rafforzano anche la propria reputazione come luoghi di lavoro che si preoccupano davvero della salute e del benessere delle proprie dipendenti. In definitiva, una maggiore consapevolezza e una gestione adeguata del ciclo mestruale possono contribuire a migliorare la qualità della vita lavorativa, aumentare la produttività e promuovere un ambiente lavorativo più umano e attento alle necessità individuali. LORENZO CIOL
Saperne di piùSesso e mestruazioni
Le mestruazioni non sono una malattia né un ostacolo alla vita sociale, relazionale o sessuale. È possibile praticare sesso durante il ciclo, a patto che ci si senta a proprio agio e lo si desideri. Non ci sono controindicazioni cliniche, e anzi l'orgasmo può ridurre i crampi mestruali migliorando la lubrificazione. È normale non avere voglia di fare sesso durante il ciclo, e dipende dal contesto personale ed emotivo. Se si decide di farlo, ci sono alcuni accorgimenti pratici per gestire eventuali disagi: Proteggere superfici: usare asciugamani, preferibilmente scuri, per assorbire eventuali macchie. Posizioni alternative: optare per posizioni che riducono il contatto con superfici delicate. Sesso acquatico: vasca da bagno o doccia possono essere soluzioni ideali. Spugnetta mestruale: un’opzione discreta e pratica. La comunicazione con il partner rimane fondamentale per creare complicità e superare eventuali imbarazzi.
Saperne di piùPerché scegliere gli assorbenti in cotone biologico
Gli assorbenti in cotone: perché fanno bene e cosa li rende unici La scelta degli assorbenti è importante per la salute, il comfort e anche per il rispetto dell’ambiente. Optare per assorbenti in cotone biologico significa fare una scelta naturale e sostenibile, che rispetta il nostro corpo e l’ambiente. Ecco tutto quello che c’è da sapere sugli assorbenti in cotone e sui loro benefici. Perché il cotone biologico è la scelta giusta Il cotone biologico non è solo un materiale naturale: è coltivato in modo sostenibile e privo di sostanze chimiche dannose. A differenza del cotone tradizionale, la sua coltivazione richiede meno risorse idriche: solo un decimo dell’acqua rispetto al cotone standard. Questo significa che scegliendo assorbenti in cotone biologico si contribuisce anche alla conservazione dell’acqua potabile, un bene prezioso per tutti noi. Inoltre, il cotone biologico viene piantato in terreni purificati, che devono essere bonificati per tre anni prima di essere utilizzati. Questo processo garantisce che il terreno sia libero da pesticidi e sostanze chimiche, offrendo un cotone sicuro e naturale. Gli agricoltori che coltivano cotone biologico lavorano con fertilizzanti naturali e non utilizzano agenti di maturazione per accelerare la crescita della pianta. Il cotone matura al suo ritmo naturale, rispettando i cicli della natura. La composizione degli assorbenti in cotone Gli assorbenti in cotone biologico come quelli di This Unique sono realizzati con cotone privo di sostanze chimiche, ideale per chi ha una pelle sensibile o soffre di irritazioni con gli assorbenti tradizionali. Si stima infatti che circa il 35% delle donne soffra di reazioni cutanee o irritazioni dovute agli assorbenti convenzionali, spesso trattati con sbiancanti chimici e materiali sintetici che possono causare prurito, rossore e fastidi. Il cotone biologico, al contrario, è lavorato per risultare traspirante e ipoallergenico, adattandosi alle esigenze del corpo durante il ciclo.Oltre alla sicurezza, il cotone biologico ha una texture naturale e morbida, che offre un comfort maggiore rispetto ai materiali sintetici. Chi utilizza assorbenti in cotone biologico nota una differenza nel tempo, grazie alla riduzione di fastidi come irritazioni e allergie. Una scelta etica e sostenibile La produzione di cotone biologico è un processo che richiede attenzione e rispetto per la natura. Rappresenta meno dell’1% di tutta la produzione mondiale di cotone, e questo perché richiede un impegno maggiore da parte degli agricoltori. Scegliendo prodotti in cotone biologico, si sostiene un’agricoltura più etica, che rispetta l’ambiente e le persone che la praticano. Questo significa anche che gli agricoltori ricevono un compenso giusto per il loro lavoro, contribuendo al benessere delle loro comunità.
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