Periodica Magazine: lo spazio per il dialogo aperto
Sonno e mestruazioni
Lo sapevi che il tuo ciclo mestruale potrebbe metterci lo zampino anche nella qualità del tuo sonno? Ebbene sì, non bastava il mal di pancia, la voglia di carboidrati, le montagne russe emotive e quel brufolo che arriva sempre nei momenti meno opportuni... ci si mette pure il sonno a fare i capricci! Alcuni studi made in USA l (sì, quelli dove fanno anche i pancake a colazione e le ricerche su tutto!) hanno dimostrato che esiste un legame tra disturbi del sonno e ciclo mestruale. Il colpevole? Le fluttuazioni ormonali che avvengono proprio in quei giorni: estrogeni e progesterone giocano a fare i DJ e remixano il ritmo del nostro sonno. Risultato? Sonno più leggero, interrotto, o peggio… la he classica notte in bianco mentre nella testa passa il replay di ogni conversazione imbarazzante degli ultimi 10 anni. E questo, inevitabilmente, influisce sul nostro umore, sulla capacità di concentrazione, sull’irritabilità (che già non è al minimo storico), e sulla reattività agli stimoli esterni (tipo la collega che mastica forte o il partner che respira troppo vicino). Ma attenzione! Essere consapevoli di questi cambiamenti non significa farsi travolgere o pensare che il ciclo debba diventare una condanna mensile. Anzi! Comprendere come funzioniamo ci dà il potere di prenderci più cura di noi stesse. Magari durante quei giorni possiamo organizzare la giornata con un po’ più di gentilezza, scegliere attività meno stressanti, trovare dei rituali serali che concilino il sonno (no, non sto parlando di scrollare TikTok fino alle 2), e accogliere il nostro corpo per quello che è: ciclico, complesso, meraviglioso. In fondo, non possiamo fermare le onde ormonali... ma possiamo imparare a surfarle. STELLA BRUGNETTA
Saperne di piùFitness e mestruazioni: come allenarsi in base al proprio ciclo mestruale
Chi ha detto che durante il ciclo si debba necessariamente stare a casa, stesə sul divano con una borsa dell'acqua calda e una tisana rilassante?Se si sente il bisogno di rilassarsi, ben venga, ma nulla vieta di fare attività fisica anche in quei giorni. Ciclo mestruale e attività fisica Il ciclo mestruale è un aspetto fondamentale della fisiologia femminile che può influenzare vari aspetti della vita quotidiana, compresa l'attività fisica.Le donne possono sperimentare variazioni significative nella loro energia, nello stato d’animo e nelle prestazioni fisiche in base alla fase del ciclo mestruale. Allenarsi durante il ciclo può portare benefici come il miglioramento dell'umore e la riduzione dei sintomi premestruali.È possibile adattare l'allenamento alle diverse fasi del ciclo per ottenere i migliori risultati. Mestruazioni (Giorni 1-5) Durante questa fase molte donne, a causa della caduta dei livelli di estrogeni e progesterone, sperimentano crampi, stanchezza e disagio.Tuttavia, l’attività fisica leggera può ridurre il dolore e migliorare l’umore. Meglio evitare gli allenamenti ad alta intensità, preferendo camminate, yoga, pilates o stretching. Secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology, il movimento leggero durante la fase mestruale può contribuire a ridurre il dolore mestruale (Daley, 2009). Fase follicolare (Giorni 6-14) Questa fase è caratterizzata da un aumento degli estrogeni, che favorisce l’energia e la costruzione muscolare.Ideale per sollevamento pesi e HIIT. Uno studio del Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism mostra che l'aumento degli estrogeni migliora il recupero e riduce il cortisolo (Sakamaki et al., 2018). Allenarsi intensamente in questa fase massimizza le capacità anaboliche del corpo. Ovulazione (Giorni 15-17) È il momento in cui l’ovulo viene rilasciato: estrogeni e ormone luteinizzante sono al picco, portando più forza e resistenza. Ideale per sessioni intense o competizioni sportive.Attenzione: l’aumento degli estrogeni può rendere le articolazioni più vulnerabili agli infortuni. Studi indicano che livelli elevati di estrogeni possono aumentare la lassità dei legamenti, favorendo infortuni come distorsioni o lesioni al ginocchio (Shultz & Dragoo, 2013). Fase luteale (Giorni 18-28) Il progesterone aumenta, preparando l’utero a una possibile gravidanza.L’energia cala, e si possono avvertire sintomi premestruali come irritabilità e affaticamento. Consigliati: yoga, pilates, esercizi a bassa intensità. Uno studio sul Journal of Sports Sciences evidenzia che il recupero attivo è più efficace in questa fase (Vaiksaar et al., 2011). Ridurre l’intensità aiuta a prevenire il sovraccarico fisico e mentale. Massimizzare l’allenamento durante il ciclo Monitora il ciclo: usa app o diario per tracciare sintomi ed energia. Pianifica con criterio: sfrutta i picchi energetici nella fase follicolare e ovulatoria. Ascolta il tuo corpo: adatta gli allenamenti al tuo stato fisico e mentale. Considerazioni finali Integrare la consapevolezza del ciclo nella pianificazione dell’allenamento può migliorare le prestazioni e il benessere generale.Le fluttuazioni ormonali non sono un ostacolo, ma un’opportunità per ottimizzare la propria routine di fitness. Con un approccio informato e flessibile, ogni donna può trovare il giusto equilibrio tra allenamento e salute personale. LORENZO CIOL
Saperne di piùInfezioni vaginali ricorrenti
Le infezioni vaginali ricorrenti, tra le quali cistiti, candidosi e vaginosi batterica, colpiscono un gran numero di donne e rappresentano una sfida significativa per la salute quotidiana femminile in tutto il mondo, soprattutto nei paesi meno sviluppati, in cui le condizioni igieniche spesso vengono meno e sono determinanti. Queste patologie non solo comportano disagio fisico, ma spesso causano anche stress e frustrazione, influenzando negativamente la qualità della vita. È cruciale analizzare e distinguere i sintomi, identificare le cause principali e adottare strategie di prevenzione e trattamento, supportate da evidenze scientifiche, per affrontare efficacemente queste problematiche, riducendone la frequenza e migliorando la qualità della vita. Cistite: una delle infezioni urinarie più comuni La cistite è un'infezione del tratto urinario (UTI) che colpisce la vescica, solitamente causata da batteri intestinali, in particolare Escherichia coli, che migrano verso il tratto urinario. Le donne sono più frequentemente colpite a causa della loro anatomia, con una breve distanza tra uretra, vagina e ano che facilita la diffusione dei batteri nella vescica. Secondo uno studio di Foxman et al. (2022), circa il 50-60% delle donne sperimenta almeno un episodio di cistite nella vita, con molte che soffrono di infezioni ricorrenti. Sintomi della cistite Dolore e bruciore durante la minzione Bisogno frequente e urgente di urinare Dolore pelvico Presenza di sangue nelle urine (in alcuni casi) La cistite ricorrente può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, rendendo essenziale comprenderne la prevenzione e la gestione. Trattamento della cistite Le linee guida attuali, come quelle pubblicate dal National Institute for Health and Care Excellence (NICE), raccomandano l'uso di antibiotici (es. nitrofurantoina o trimetoprim) per il trattamento delle UTI. È essenziale completare il ciclo di antibiotici prescritto per evitare recidive e resistenza batterica. Prevenzione e comportamenti raccomandati Urinare subito dopo il rapporto sessuale può ridurre la colonizzazione batterica nella vescica (Hooton et al., 2022) Evitare l'uso di spermicidi e diaframmi, che aumentano il rischio di cistite (Stapleton, 2023) Assunzione di probiotici contenenti Lactobacillus per mantenere l'equilibrio della flora vaginale (Kramer et al., 2024) Idratazione adeguata per aiutare a espellere i batteri Candidosi vaginale: una proliferazione fungina comune La candidosi vaginale è causata dalla crescita eccessiva di Candida albicans, un fungo normalmente presente nella flora vaginale. Fattori scatenanti: stress, squilibri ormonali, uso di antibiotici, diabete non controllato, dieta non equilibrata. Sintomi della candidosi Prurito intenso Bruciore Perdite vaginali bianche Arrossamento della zona vulvare Dolore durante i rapporti sessuali Trattamento della candidosi vaginale Secondo l'American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), è consigliato l'uso di antifungini topici (clotrimazolo o miconazolo). Per forme recidivanti: trattamenti prolungati con antimicotici sistemici o terapia di mantenimento. Prevenzione e comportamenti raccomandati Limitare l'uso di antibiotici Assumere probiotici durante e dopo la terapia antibiotica (Falagas et al., 2023) Indossare biancheria intima in cotone, evitare indumenti sintetici Mantenere una buona igiene intima Vaginosi batterica: squilibrio della flora batterica La vaginosi batterica si verifica quando diminuiscono i lattobacilli e aumentano batteri patogeni come Gardnerella vaginalis. Sintomi della vaginosi batterica Secrezioni grigio-biancastre Odore sgradevole (simile al "pesce marcio") Spesso asintomatica, ma può aumentare il rischio di altre infezioni. Trattamento della vaginosi batterica Secondo il CDC, si usano antibiotici come metronidazolo o clindamicina. Ripristinare la flora vaginale con gel vaginali a base di Lactobacillus rhamnosus è consigliato. Prevenzione e comportamenti raccomandati Evitare lavaggi vaginali interni Usare detergenti intimi delicati, senza profumi Usare preservativi e fare controlli regolari (Koumans et al., 2022) Antibiotico-resistenza e approccio diagnostico L'abuso di antibiotici ha contribuito a un aumento della resistenza batterica, complicando la gestione delle infezioni. È fondamentale un corretto iter diagnostico: Anamnesi completa Esami di laboratorio (es. coltura delle urine) Test diagnostici rapidi (tamponi, test pH, microscopici) Educazione del paziente sui rischi dell'automedicazione Approccio integrato per prevenire le infezioni vaginali ricorrenti Igiene intima corretta, evitando detergenti aggressivi Alimentazione equilibrata ricca di fibre e probiotici Gestione dello stress tramite yoga, mindfulness e riposo adeguato Quando consultare unə medicə? Se le infezioni sono frequenti o non rispondono alle misure preventive, è bene rivolgersi a un professionista. Potrebbero nascondere altre condizioni di salute o necessitare di trattamenti specifici. Conclusioni Le infezioni vaginali ricorrenti sono una problematica comune ma gestibile. Ogni donna è diversa e può richiedere approcci personalizzati. Un mix di consapevolezza, prevenzione, probiotici e igiene intima corretta può fare la differenza. Inoltre, queste condizioni impattano anche l'aspetto emotivo: il benessere psicologico e la qualità della vita non vanno trascurati. Parlarne è il primo passo per affrontarle, senza tabù e senza sensi di colpa.LORENZO CIOL
Saperne di piùAlimentazione e ciclo mestruale: una guida pratica e semplice
Quando parliamo il ciclo mestruale, non possiamo non menzionare come l’alimentazione possa influenzare il benessere personale durante le diverse fasi del ciclo. Un'alimentazione consapevole non solo può alleviare i sintomi del ciclo, ma può anche migliorare lo stato d'animo e la quantità di energia percepita. Ogni fase presenta cambiamenti ormonali che influenzano il corpo e la mente, rendendo fondamentale un approccio nutrizionale mirato. In questa guida esploreremo come adattare la propria dieta per supportare il corpo in ogni fase del ciclo mestruale, fornendo suggerimenti pratici e informazioni utili. Mestruazioni (Giorni 1-5) Durante questa fase, viene eliminato lo strato più superficiale dell’endometrio e si verifica la classica perdita di sangue. Questo può portare a sintomi come affaticamento, crampi, dolori e sbalzi d'umore. È fondamentale, quindi, fornire al proprio corpo nutrienti essenziali per sostenere il benessere fisico e mentale. Cosa mangiare? Alimenti ricchi di ferro: durante il ciclo, con il sanguinamento, si perde ferro, dunque è importante reintegrarlo. Fonti ottimali includono carne magra, come manzo e pollo, pesce, legumi, come lenticchie e fagioli, verdure a foglia verde, come spinaci e bietole, e semi di zucca (Mireles et al., 2019). Abbinare questi alimenti con fonti di vitamina C, come agrumi o peperoni, può migliorare l'assorbimento del ferro. Cibi ricchi di magnesio, possono aiutare a ridurre i crampi mestruali. Banane, noci, semi di girasole e cioccolato fondente ne sono ottime fonti (Wang et al., 2016). Cibi fermentati, come yogurt, kefir e kombucha, promuovono la salute intestinale, riducendo le possibilità di infezioni da lieviti, e possono migliorare l'umore grazie alla connessione intestino-cervello (Gibson et al., 2017). Mantenere un'adeguata idratazione (almeno 2 litri) è cruciale, infatti aiuta a migliorare la concentrazione e a mantenere alti i livelli di energia, oltre a ridurre l’eventualità di cefalea da disidratazione, uno dei sintomi in cui si può incorrere durante le mestruazioni. Bere acqua, tisane a base di erbe e assumere alimenti come anguria e cetriolo possono alleviare il gonfiore e migliorare l'umore (González-Muñoz et al., 2021). Cosa evitare? Cibi salati, ricchi di sodio, insaccati e formaggi possono contribuire al gonfiore, alla ritenzione idrica e all'irritabilità, peggiorando il discomfort (He et al., 2013). Cibi zuccherati possono portare a picchi glicemici seguiti da crolli di energia, aumentando la sensazione di affaticamento. Uno studio ha evidenziato che l'assunzione elevata di zuccheri semplici può essere associata a umore instabile e ansia (Benton et al., 2009). Fase follicolare (Giorni 6-14) Durante questo periodo, i livelli di estrogeni iniziano a salire, portando a un aumento dell'energia e della vitalità. Il corpo è più ricettivo ai nutrienti e alla salute generale. Cosa mangiare? Proteine magre, come pollo, pesce, uova e legumi, sostengono la produzione di ormoni e forniscono energia (Coyle et al., 2020). Frutta e verdura, ricche di antiossidanti, vitamine, fibre e sali minerali, possono aiutare a ridurre l'infiammazione e a migliorare l'umore (Boeckner et al., 2017). Acidi grassi omega-3, poiché sono particolarmente benefici per la salute ormonale. Includere avocado, noci, semi di lino e pesce grasso (come salmone e sgombro) nella dieta può aiutare a ridurre l'infiammazione e migliorare l'umore. Cereali integrali, come quinoa e riso integrale, ricchi di fibre, stabilizzano i livelli di zucchero nel sangue e forniscono energia a lungo termine (Liu et al., 2018). Cosa evitare? L’alcol, infatti, può alterare i livelli ormonali e influenzare negativamente il sonno e l'umore. Ricerche hanno dimostrato che il consumo eccessivo di alcol è associato a squilibri ormonali e a una maggiore vulnerabilità ai sintomi premestruali (Mäkelä et al., 2016). Cibi fritti, spesso ricchi di grassi trans e saturi, possono aumentare l'infiammazione e influenzare negativamente i livelli di energia e la salute mentale (Mozaffarian et al., 2006). Ovulazione (Giorni 15-17) L'ovulazione è il momento culminante del ciclo mestruale, quando un ovulo viene rilasciato dall'ovaio. Durante questa fase molte ragazze possono sperimentare un picco di energia e una maggiore libido. È importante sfruttare questo periodo favorevole con una dieta ideale per prendersi cura di sé stesse. Cosa mangiare? Proteine magre, come pollo, pesce, uova e legumi, sostengono la produzione di ormoni e forniscono energia (Coyle et al., 2020). Alimenti ricchi di omega-3: pesce grasso, come salmone e sgombro, semi di lino e noci supportano l’equilibrio ormonale e possono migliorare l’umore (Bistrian et al., 2015). Cibi ricchi di zinco: questo è importante per la salute ormonale e può essere trovato in alimenti come semi di zucca, legumi e noci. Integrare questi alimenti nella dieta può supportare la funzione immunitaria durante questo periodo. Alimenti ricchi di antiossidanti, come noci, verdure colorate, frutti di bosco, fragole e kiwi, ricchi anche di vitamine e minerali essenziali, aiutando a rinforzare il sistema immunitario combattendo lo stress ossidativo nel corpo. Questi alimenti, poi, possono contribuire a una pelle sana e a una buona salute riproduttiva. (Chun et al., 2021). Cosa evitare? Cibi elaborati, che spesso contengono additivi e conservanti che possono influenzare negativamente la salute intestinale e l'umore. La presenza di ingredienti artificiali è stata associata a disordini gastrointestinali e a una peggiore salute mentale (Benton, 2010). Cibi con alti contenuti di zucchero possono provocare fluttuazioni dei livelli di energia e influenzare negativamente l'umore (Fisher et al., 2019). Fase luteale (Giorni 18-28) Dopo l'ovulazione, il corpo entra nella fase luteale, gli estrogeni iniziano a calare, mentre i livelli di progesterone aumentano. Questa fase può portare a voglie alimentari e sintomi premestruali, come gonfiore, irritabilità e crampi, ed è fondamentale adottare strategie nutrizionali per alleviare questi sintomi. Cosa mangiare? Alimenti ricchi di fibre, come legumi, verdure a foglia verde e cereali integrali, supportano la digestione e possono aiutare a ridurre il gonfiore (Slavin, 2013). Alimenti ricchi di magnesio, attraverso le sue proprietà rilassanti, possono aiutare a ridurre i crampi mestruali. Cioccolato fondente, banane, semi di girasole e spinaci ne sono ottime fonti. Cibi dalle proprietà antinfiammatorie, come curcuma, zenzero e tè verde, possono aiutare a combattere l'infiammazione nel corpo. Alimenti ricchi di omega-3, come noci, mandorle e semi di Chia, forniscono grassi sani e proteine, utili per stabilizzare l'umore e l'energia (Dreher et al., 2018). Cibi integrali e complessi, come patate dolci, avena, quinoa e riso integrale, aiutano a mantenere i livelli di energia stabili e possono alleviare le voglie di zucchero (Pérez-Jiménez et al., 2010). Cosa evitare? Zuccheri raffinati: limitando dolci e carboidrati semplici, infatti, si può aiutare a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue ed evitare picchi glicemici che possono influenzare negativamente l'umore, aumentando irritabilità e voglie alimentari (Duncan et al., 2012). Caffeina, che può aumentare l'ansia e la sensibilità agli sbalzi d'umore. Un’assunzione elevata di caffeina può aggravare i sintomi premestruali, aumentando l'irritabilità e l'insonnia (Smith et al., 2013). Consigli generali Oltre a seguire una dieta equilibrata in base alle fasi del ciclo mestruale, ci sono alcuni consigli generali che possono migliorare il benessere complessivo: Ascoltare il proprio corpo, poiché ogni donna è unica: è importante, quindi, prestare attenzione a come certi alimenti ci fanno sentire e a cosa proviamo in quel preciso momento, adattando la propria alimentazione di conseguenza. Mantenere un diario alimentare: annotare ciò che si mangia e come ci si sente durante le diverse fasi del ciclo. Questo aiuterà a identificare cosa funziona meglio per il proprio corpo. Prendersi cura di sé stessi, cercando di includere attività fisica regolare e pratiche di rilassamento, mindfulness e gestione dello stress, come lo yoga o la meditazione, per sostenere il proprio benessere generale (Rogers et al., 2016). Sonno sufficiente, infatti un buon riposo notturno è essenziale per il recupero fisico e mentale. Stabilendo una routine del sonno regolare è possibile garantire un riposo adeguato. Conclusione L'alimentazione, quindi, può avere un impatto significativo sul modo in cui ci si sente durante il ciclo mestruale. Seguendo questi consigli e adattando la dieta alle diverse fasi, è possibile migliorare il proprio benessere fisico e mentale. Bisogna ricordare che il corpo merita di essere trattato con cura e attenzione in ogni fase del ciclo. Fare delle scelte alimentari consapevoli, dunque, fa effettivamente la differenza! LORENZO CIOL Riferimenti Bistrian, B. R., et al. (2015). The role of omega-3 fatty acids in the health of women. Journal of Women's Health, 24(6), 509-516. Boeckner, L., et al. (2017). The role of antioxidants in women’s health: implications for dietary recommendations. Nutrition Reviews, 75(8), 600-612. Chun, O. K., et al. (2021). 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Saperne di piùDisforia premestruale
Il Disturbo Disforico Premestruale (DDPM) non è un'improvvisa "giornata no" o una fluttuazione emotiva, ma una realtà clinica che merita rispetto e attenzione. Non basta liquidare i tuoi sintomi come normali variazioni ormonali: il DDPM è un disturbo che incide profondamente sulla vita quotidiana. Ed è ora di parlarne! Cos'è il DDPM? Il DDPM rappresenta una forma severa di sintomatologia premestruale. Non si tratta di semplici sbalzi d’umore, ma di una serie di sintomi che possono includere: Sintomi emotivi: Ansia, irritabilità, tristezza e intensi sbalzi d’umore Sintomi fisici: Dolori, gonfiore e fastidi che si affiancano al disagio emotivo Sintomi comportamentali: Comportamenti e reazioni che alterano il normale svolgimento della vita quotidiana La diagnosi si basa su criteri specifici (come quelli riportati nel DSM-5) e richiede che i sintomi compromettano in modo significativo il funzionamento quotidiano. È importante notare che il DDPM è stato ufficialmente riconosciuto come disturbo depressivo nel DSM-5 nel 2013. Un Retaggio di Stereotipi Studi recenti indicano che il DDPM colpisce circa il 3-8% delle donne in età fertile. (sigo.it) In Italia, si stima che la percentuale di donne affette in modo serio da questo disturbo vari dal 2% al 10%. (stateofmind.it).Queste cifre evidenziano quindi l'importanza di riconoscere e trattare adeguatamente il DDPM. MA, per troppo tempo, la salute femminile è stata interpretata in maniera riduttiva. La medicina tradizionale ha spesso liquidato il malessere premestruale come "instabilità emotiva naturale", contribuendo a: Minimizzare il disagio: Riducendo esperienze di sofferenza a mere variazioni ormonali Legittimare stereotipi: Etichettare le donne come "troppo emotive" o "instabili", influenzando il modo in cui l3 professionist3 interpretano i sintomi Ritardare la diagnosi: La difficoltà nel distinguere tra normali variazioni d’umore e il DDPM porta a diagnosi tardive o errate Questo retaggio, fortemente radicato in un sistema medico tradizionale, continua a frenare la corretta interpretazione e gestione del disturbo. Le Lacune della Gestione Clinica Le testimonianze di chi convive con il DDPM rivelano una costante invalidazione dei sintomi. Le cause principali? Dismissione dei sintomi: Troppo spesso i segnali di disagio vengono interpretati come “normali” fluttuazioni, senza riconoscere la loro gravità Aggiornamento insufficiente de3 professionist3: Molt3 medic3 non hanno ricevuto la formazione necessaria per riconoscere il DDPM, lasciando chi soffre senza il giusto supporto Comunicazione superficiale: La mancanza di un dialogo empatico porta a una banalizzazione del malessere, alimentando il senso di isolamento È necessario superare queste lacune per garantire una gestione clinica che riconosca la complessità del disturbo. Verso un Approccio Migliore Per affrontare il DDPM con il rispetto e l’attenzione che merita, occorre un cambiamento su più fronti: Aggiornamento della formazione medica: Investire nella formazione specifica sulla salute femminile, per integrare le ultime evidenze scientifiche nel trattamento del DDPM Ricerca e linee guida aggiornate: Potenziare la ricerca per definire meglio i criteri diagnostici e sviluppare interventi mirati che considerino sia gli aspetti biologici che quelli psicosociali Approccio multidisciplinare: Integrare supporti farmacologici, psicologici e nutrizionali per una presa in carico completa e personalizzata del disturbo Sensibilizzazione e comunicazione: Promuovere una cultura del rispetto e dell’ascolto attento, abbattendo i pregiudizi e riducendo lo stigma associato al malessere femminile Conclusioni Il DDPM non è un’etichetta facile per chiudere il discorso sul tuo malessere. Se il tuo malessere è stato sempre sminuito, è merito di chi ha scelto l’indifferenza al posto di una vera comprensione della salute femminile. Non basta una diagnosi frettolosa o risposte standardizzate: è il momento di esigere un approccio che guardi in faccia la complessità della tua esperienza. Se la banalizzazione è la via facile per chi preferisce non mettersi in discussione, tu hai il diritto – e il dovere – di non accettarla. Anche basta con queste risposte patinate e soluzioni pronte: il cambiamento inizia ora, con la tua consapevolezza e la tua determinazione a non essere messa in secondo piano. È il momento di scuotere un sistema che da troppo tempo si nasconde dietro stereotipi obsoleti. Oggi, la ricerca sul DDPM sta finalmente guadagnando terreno. Dal 2013, sono stati pubblicati oltre 500 studi scientifici, e gli investimenti nella ricerca sul disturbo continuano a crescere, con progetti mirati a comprendere meglio le sue cause biologiche e psicologiche. Ad esempio, studi recenti si concentrano su trattamenti più mirati, tra cui terapie farmacologiche specifiche e approcci psicoterapeutici. Tuttavia, nonostante questi progressi, le lacune nelle linee guida e nella diagnosi rimangono ancora significative. Per questo, è essenziale continuare a promuovere ricerca e formazione medica per garantire una gestione più adeguata e rispettosa del disturbo. LUCIA SCARANO
Saperne di piùOvulazione: che cosa si cela davvero dietro a ciò?
L’ovulazione è un evento fondamentale del ciclo mestruale, biologicamente affascinante e spiritualmente intimo: si assiste a un vero e proprio “momento di rinascita”, nel quale il corpo si prepara all’eventuale possibilità di generare vita. Non si tratta di un semplice passaggio riproduttivo: si realizza, invece, una sinfonia orchestrata da ormoni e da segnali cellulari che influenzano sia il benessere fisico che quello emotivo. Come il ciclo mestruale, il momento dell'ovulazione può variare da ciclo a ciclo e differire da persona a persona. La ricerca indica che l'ovulazione si verifica in genere circa 500 volte nella vita ed è influenzata da diversi e personali fattori. Che cosa accade di preciso durante l’ovulazione? Il ciclo mestruale, con la conclusione delle mestruazioni, inizia con la fase follicolare, durante la quale vari follicoli, ossia delle piccole sacche piene di liquido contenenti ciascuno un ovocita, si sviluppano nelle ovaie grazie all’influenza dell’ormone follicolo-stimolante (FSH). Tra questi, solitamente solo uno compie l’intero percorso di sviluppo e, al raggiungimento della propria maturità, al 14° giorno, si registra un picco dell’ormone luteinizzante (LH), che induce la rottura di questo follicolo maturo. Così nasce l’ovulo, che viene catturato dalle tube di Falloppio e trasportato lungo queste fino a incontrare uno spermatozoo per generare assieme uno zigote. Se avviene la fecondazione, lo zigote darà inizio a una nuova vita; in caso contrario, il corpo luteo – la struttura residua del follicolo rotto – e l’ovulo si degraderanno, portando al calo dei livelli ormonali e all’avvio del flusso mestruale. Questo delicato e, al tempo stesso, movimentato equilibrio tra FSH, LH, estrogeni e progesterone, è alla base della fertilità e influenza in modo significativo il benessere generale. Perché si dice che gli ormoni “ballano”? Durante l’ovulazione, i livelli di estrogeni salgono e i livelli di progesterone iniziano a salire, generando una serie di effetti che vanno ben oltre la preparazione per la fecondazione. Si sperimenta un aumento dell’energia, un miglioramento dell’umore e persino un incremento della libido. Si tratta del risultato diretto dell’azione degli ormoni sul sistema nervoso, che viene modulato attraverso il rilascio di neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, strettamente legati alle sensazioni di felicità ed energia. Ognuno sperimenta questo periodo in maniera puramente personale: chi riscontra elevata energia, chi maggiore autostima e chi una più naturale inclinazione alla socialità. Questo momento, quindi, si rivela particolarmente favorevole per partecipare a incontri decisivi o affrontare attività complesse, grazie all'armonia tra vigore fisico ed emotivo. Cosa dice il corpo? L’ovulazione porta con sé una serie di sintomi fisici, tra i quali si possono riscontrare: Dolore o fastidio ovulatorio su un lato dell’addome nel giorno in cui l’ovulo viene rilasciato. Questo segnale, sebbene di solito breve, indica il momento della rottura del follicolo. Spotting ovulatorio, in alcuni casi, infatti, la rottura del follicolo può causare un leggero sanguinamento, che generalmente non è motivo di allarme. Cambiamenti nel muco cervicale, poiché diventa più chiaro, elastico e abbondante, creando un ambiente favorevole per il transito degli spermatozoi. Sensibilità e tensione al seno, provocate dall’aumento dei livelli degli ormoni. Variazioni della temperatura corporea, in cui è possibile riscontrare un leggero aumento della temperatura basale dopo l’ovulazione, dovuto all’azione termogenica del progesterone. Questi sintomi sono il riflesso di un complesso sistema ormonale che lavora in sinergia per preparare il corpo a una potenziale fecondazione. Perché l’ovulazione è così importante? L’ovulazione non è solo fondamentale per la fertilità, ma è anche un indicatore dello stato di salute del sistema endocrino e, di conseguenza, dell’intero organismo. I cambiamenti ormonali che la accompagnano contribuiscono a mantenere l’equilibrio del corpo, influenzandone il metabolismo, l’umore e, persino, il funzionamento del sistema immunitario. Ad esempio, i livelli elevati di estrogeni durante l’ovulazione possono aiutare a migliorare la circolazione sanguigna e a favorire una risposta immunitaria più efficace. Allo stesso tempo, il progesterone, che aumenta nella fase post-ovulatoria, ha effetti calmanti e stabilizzanti, contribuendo a un senso di benessere e a una migliore qualità del sonno. Uno sguardo olistico all’ovulazione Oltre agli aspetti puramente biologici, l’ovulazione ha un impatto significativo anche sulla sfera emotiva e psicologica. Durante questo periodo c’è una palpabile sensazione di “rinnovamento”, come se il corpo e la mente si preparassero a una nuova fase personale. Questa esperienza di rinascita mensile può essere vista come un invito a celebrare la propria persona e la propria femminilità, valorizzando ogni segnale che il corpo può inviare. Non si tratta, quindi, solo di eventualmente “essere fertili”, ma di comprendere come il corpo lavori in armonia per mantenere un personale equilibrio dinamico che comunica attraverso emozioni, energia e benessere quotidiano.LORENZO CIOL
Saperne di piùQuando il tuo dolore non é abbastanza visibile
Se non sei moribonda, allora stai bene: il grande inganno sulle malattie femminili Le malattie croniche femminili hanno un problema di fondo: spesso non si vedono. Nessun arto ingessato, magari no cicatrici evidenti, niente che gridi "sto male". E se non si vedono, per il mondo esterno – e spesso anche per la medicina – è come se non esistessero. Se una donna lavora, viaggia, esce con gli amici a bere, allora significa che sta bene. Giusto? Sbagliato. Radicalmente sbagliato. Questo fraintendimento tossico è uno dei più grandi ostacoli per chi convive con patologie come endometriosi, fibromialgia, sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), sindrome da fatica cronica (CFS/ME) e molte altre. Secondo un report del 2023 dell’European Journal of Pain, le donne con dolore cronico aspettano in media quattro anni in più rispetto agli uomini per ricevere una diagnosi, e il 50% di loro riferisce di non essere creduta dai medici al primo consulto. Non perché il loro dolore non sia reale, ma perché la medicina è ancora abbondantemente permeata da pregiudizi di genere. Il gaslighting delle malattie invisibili: quando il dolore ha bisogno di prove Avere una malattia invisibile significa combattere su due fronti: contro il proprio corpo e contro un mondo che pretende prove tangibili della sofferenza. Se il dolore non è scritto sulla pelle, se non c’è un gesso, una cicatrice evidente, una sedia a rotelle, allora per molti semplicemente non esiste. Il “gaslighting medico” è una realtà documentata. Secondo uno studio del Journal of Women’s Health, il 65% delle donne con malattie croniche si è sentito dire che il proprio dolore fosse solo stress. Tradotto: non è il tuo corpo che sta crollando, sei tu che esageri. Ma la delegittimazione non arriva solo dalla medicina. È radicata nella società, nelle conversazioni quotidiane, nei giudizi non richiesti. “Ma ieri sei uscita, quindi non puoi stare così male.” “Hai lavorato tutto il giorno, allora stai bene.” Frasi apparentemente innocue che, in realtà, obbligano chi soffre a un bivio crudele: ritirarsi dalla vita sociale e professionale per essere creduta, o continuare a vivere come meglio può, accettando di essere vista come un’esagerata. Il messaggio è chiaro: se vuoi che il tuo dolore venga preso sul serio, devi smettere di esistere. I numeri non mentono: il dolore esiste, anche se non lo vedi Le malattie invisibili non si misurano con l’immobilità. Eppure, chi ne soffre si trova spesso a dover dimostrare la propria condizione, come se il dolore fosse reale solo quando inchioda a letto. Ma i dati raccontano un’altra storia: Endometriosi: colpisce tra il 10% e il 15% delle donne in età fertile, ma la diagnosi arriva con 7-10 anni di ritardo. Dieci anni di dolori debilitanti liquidati come normali crampi mestruali (World Health Organization). Fibromialgia: affligge tra il 2% e l’8% della popolazione mondiale, con una prevalenza schiacciante nelle donne. Il 90% di loro, prima di una diagnosi corretta, si è sentito dire che era solo ansia (American College of Rheumatology). Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): il 70% dei casi non viene diagnosticato, nonostante sia una delle principali cause di infertilità femminile. Tradotto: migliaia di donne scoprono troppo tardi di avere un disturbo che impatta ormoni, metabolismo e salute riproduttiva (The Lancet). Ora la vera domanda: se queste malattie non impediscono di lavorare, sorridere o semplicemente esistere, significa forse che non esistono? O è la società a non volerle vedere? La società non vuole vedere il dolore femminile Il dolore delle donne è sempre stato un fastidio da mettere a tacere. Se non era isteria, era stress. Se non era stress, era solo nella loro testa. La medicina lo ha psichiatrizzato, la società lo ha minimizzato. Il messaggio? Soffri in silenzio, sii forte, non lamentarti. E chi chiede aiuto viene trattata come un’esagerata. Ma resistere non significa stare bene. E il fatto che una donna riesca a lavorare, uscire o sorridere non cancella il dolore che si porta addosso ogni giorno. È ora di cambiare prospettiva: il dolore non si misura in produttività o in quanto una persona riesca a funzionare socialmente. Cosa serve? Più formazione medica, perché i corpi femminili non siano più un mistero per la scienza Un cambio culturale, perché il dolore non ha bisogno di essere evidente per essere reale Maggiore supporto sociale e lavorativo, perché nessuna donna debba scegliere tra il prendersi cura di sé e l’essere creduta Smettiamo di chiedere prove. Basta valutare la sofferenza da quanto “normale” appare una vita. Il vero problema non è che le donne con patologie invisibili vivano. È che nessuno voglia vedere cosa stanno realmente attraversando. LUCIA SCARANO
Saperne di piùOdore vaginale come empowerment?
Le narrazioni tossiche che da sempre hanno riguardato le nostre vulve & vagine sono molte. Tuttavia, una in particolare è stata posta al centro di una retorica che, nel corso del tempo si è trasformata da shaming a powerful, associata prima a una proliferazione di mercato senza precedenti che, approfittando del senso di mortificazione e vergogna delle donne, ha creato le basi per una diffusione dell’odore vaginale perfetto e poi, una vera e propria riappropriazione e auto affermazione della propria unicità che ha sfidato i canoni imposti dalla società. L’idea che l’odore naturale della vagina fosse di cattivo gusto e dovesse essere “coperto” ha radici antiche (si hanno testimonianze di soluzioni posticce come irrigazioni vaginali o l'abbondante uso di talco utilizzate dalle donne per mantenere le loro parti intime "fresche e pulite" molto prima dell'invenzione delle moderne salviettine disinfettanti e dei deodoranti intimi) ma solo nel 900 la vergogna delle donne rispetto al proprio odore verrà sfruttata ufficialmente, in una sapiente azione di marketing, per dare il via a un’esplosione senza precedenti di prodotti di igiene intima femminile. Alimentando un senso di profondo imbarazzo e plasmando la percezione che le donne stesse avevano del proprio corpo e creando una domanda che persiste ancora oggi. Un esempio storico significativo è rappresentato dall'azienda Lysol nel 1946, che attraverso campagne pubblicitarie che colpevolizzavano le donne per i problemi coniugali dovuti al loro odore corporeo, promuovevano la propria lavanda per l’igiene femminile come soluzione a tutti i litigi con il marito. Successivamente, tutta una serie di altri prodotti ha invaso il mercato grazie ad aziende come Femfresh, Bidex e FDS, che hanno presto sviluppato una gamma di intimate refreshing products (da spray a salviette per la zone vulvare da tenere in borsa per un touch up durante la giornata) trasformandoli in beni di consumo di prima necessità e rendendoli accessibili a un numero sempre più cospicuo di persone grazie al posizionamento nei negozi (ampliandone così la domanda e l'offerta attraverso la maggiore visibilità). Non solo: anche la pubblicità ha avuto un ruolo notevole nell’ascesa della popolarità di questi prodotti. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta i prodotti per l’igiene intima femminile che promuovevano una “vagina profumata a fresca” hanno iniziato infatti a essere pubblicizzati più frequentemente e con una maggiore propensione anche in riviste femminili mainstream e in televisione, facendosi strada così fra un pubblico sempre più vasto. Il problema intrinseco alla pubblicizzazione di questi prodotti però può essere ricondotto banalmente al come venivano pubblicizzati e al presupposto stesso sul quale si fondava questa pubblicizzazione, ossia il fatto che l’odore naturale della vagina fosse qualcosa di sgradevole, umiliante e da nascondere, caricando le donne di un’ inutile quantità di vergogna intorno al loro corpo. Prima di continuare, sentiamo però di dover fare uno statement importante: le vagine devono avere un odore e no, non devono profumare di fiori, zucchero, biscotti della nonna o qualsiasi altra cosa vi sia stata fatta credere. Ogni vagina ha un odore diverso, unico e, non sempre ricorda i prati fioriti: anzi, non dovrebbe neppure. Tramite l’uso di messaggi persuasivi e delle emozioni umane per influenzare le nostre decisioni di acquisto i prodotti di igiene intima femminile sono stati commercializzati dunque come la soluzione a un problema - di per sé inesistente - che nel tempo ha ampliato i propri confini anche ad ambiti come la femminilità in generale. In alcuni studi infatti è stato evidenziato come il linguaggio codificato usato da alcune aziende per promuovere, a fini di vendita, l’immagine della vagina perfetta abbia generato a lungo andare stigmi non solo inerenti all’odore vaginale, ma anche a temi come le funzioni corporee (come il ciclo mestruale e le perdite) e la sessualità. Un caso particolarmente noto riguarda l’azienda Femfresh che legò l’immaginario della vagina “fresca e inodore" a quello di castità e purezza, convalidando e aggravando lo stereotipo della giovane ragazza innocente e virginale che si preparava alla prima notte di nozze utilizzando il loro deodorante prima dell’atto, allargando dunque lo spazio dalla sola “igiene” intima all’intera sessualità e alle norme sociali sul sesso. Negli ultimi decenni, il mercato ha subito una rivoluzione radicale, adattando i propri prodotti alla richiesta reale dei consumatori, sia dal punto di vista comunicativo (discostandosi della retorica tossica che li ha accompagnati in passato), sia dal punto di vista dei bisogni effettivi delle donne, che hanno abbracciato l'idea di un'igiene intima sicura per le proprie vulve, evitando l'uso eccessivo di prodotti profumati e educando sé stesse e gli altri sulla normalità e bellezza del corpo femminile. Ovviamente, a questo proposito non possiamo non dedicare uno spazio apposito - prendendolo come campione - al nuovo detergente intimo di This, Unique, che rappresenta l’esempio perfetto di come un prodotto al giorno d’oggi dovrebbe essere e di quali valori dovrebbe trasmettere. In linea con tutta la filosofia del brand, che si prodiga per abbattere lo stigma e la vergogna che circonda il ciclo mestruale & co, aumentando la consapevolezza ed eliminando i tabù tramite le proprie piattaforme, anche il detergente è stato formulato per rispettare al 100% le nostre zone intime, garantendo una pulizia efficace mentre mantiene l'equilibrio delle mucose. Infuso con estratti naturali di Croton Lechleri e ingredienti biologici, è ideale per l'uso quotidiano e il suo leggero profumo non è invasivo e non mira a modificare o mimetizzare il nostro odore, bensì a donare una sensazione di freschezza e protezione durature. Infine, il modo in cui è cambiato l’approccio all’odore vaginale nel tempo, è frutto di una società che ha saputo trasformare un tabù in un punto di forza ed emancipazione femminile e che ha posto al centro della propria narrativa un’immagine positiva e di empowerment dell’odore vaginale. L’esempio più eclatante è stato quello dell’attrice Gwyneth Paltrow, la prima a catturare l’attenzione dei media mondiali lanciando la candela “al profumo della mia vagina”, seguita da Erykah Badu - famosa cantante e grande attivista americana - note per aver creato una linea di incensi inspirati alla sua parte più intima, realizzati con parti di mutande da lei stessa indossate e bruciate incluse poi nel prodotto finale, con l’obiettivo di condividere con il mondo gli ideali di totale libertà femminile. MARTA BORASO
Saperne di piùVulvodinia e sessualità
Come vivere l’intimità senza dolore Come sappiamo, la vulvodinia è una malattia ginecologica caratterizzata da dolore cronico a carico della vulva e dei tessuti che circondano l'accesso alla vagina, classificata come una condizione invalidante che colpisce più aspetti della vita quotidiana: dalle cistiti ricorrenti, le sensazioni di bruciore, irritazione, secchezza e tensione, all’impossibilità di sedersi, di indossare vestiti stretti, fino alla dispareunia, conosciuta anche come “dolore da rapporto sessuale”. Meno colloquialmente possiamo dire che, con il termine dispareunia, si intende il dolore genitale che si verifica durante il rapporto, e si distingue in superficiale (in sede di penetrazione con dolore urente all’introito vaginale), e profondo (in sede vaginale profonda e nello scavo pelvico). Esso si scatena nella maggior parte di casi in concomitanza con i tentativi di penetrazione, anche se può insorgere ed essere avvertito anche durante o dopo il coito: una condizione che rende difficoltoso vivere appieno l’esperienza senza timori o sensazioni spiacevoli e che risulta essere uno dei principali ostacoli al vivere il piacere sessuale. Di conseguenza, anche il modo stesso di vivere la sessualità, per chi è affettə da vulvodinia, cambia e si differenzia rispetto a quello normalmente (o potremmo dire solamente maggiormente, perché chi definisce cos’è normale o meno per ognunə di noi?) conosciuto. Una delle sfide più importanti che spesso ci si trova ad affrontare è quella di “accantonare” momentaneamente o per sempre (il tutto in base alla propria volontà, alle proprie scelte personali e al proprio monitoraggio del dolore) una parte del sesso per com’è sempre stato vissuto e per come ci è stato imposto dalla società: una società fallocentrica che ci ha spintə a pensare per troppo tempo che il fulcro del rapporto sessuale fosse necessariamente la penetrazione e, che senza di essa, per chi ha un apparato genitale femminile, fosse impossibile godere a pieno. Ovviamente queste affermazioni sono profondamente false: esistono vari modi di vivere la sessualità che non sono legati all’esclusivo atto della penetrazione e che possono essere delle validissime alternative per personə con vulvodinia. Non solo: il mito della penetrazione come unico modo di avere un rapporto sessuale non è l’unico scoglio da superare. È essenziale anche trovare una persona che comprenda il vostro personale modo di vivere la sessualità, rispetti quelli che sono i vostri bisogni e limiti: è importante infatti non sottovalutare mai il disagio fisico che si prova e fermarsi qualora si dovesse sentire dolore. Quali sono dunque le soluzioni alternative per essere intimi e praticare dell’attività erotica che non includa la penetrazione sessuale? Dry humping: ossia lo sfregamento dei propri genitali (o una parte del corpo) contro i genitali e il corpo del proprio partner (potete scegliere di sfregare il clitoride contro il suo pene così come tra le sue cosce o altre zone erogene). Si può fare con i vestiti addosso oppure senza e permette di vivere l’intimità secondo le proprie regole: sarete infatti voi a decidere come e quanto spingervi e muovervi sul partner, gestendovi personalmente in base al dolore. Masturbazione reciproca: masturbarsi a vicenda può essere estremamente sensuale e non comprende necessariamente la penetrazione. Basterà lasciare che il partner tocchi la vulva (clitoride, labbra) senza entrare nella vagina mentre voi masturberete lui - magari guardandosi negli occhi o parlandosi per rendere il tutto più intimo. Masturbare sè stessi mentre si guarda il parthner: questa tecnica lascia ancora più liberə di toccarsi secondo le proprie regole e/o bisogni (è utile soprattutto quando si conosce da poco il partner, che non è totalmente a conoscenza dei nostri limiti/sta ancora imparando, oppure nei momenti in cui si è più sensibili). Tribadismo: detta anche sforbiciata - per la posizione a forbice che la caratterizza - è una tecnica che prevede lo sfregamento di due vulve, per stimolarsi vicendevolmente il clitoride. Fellatio: praticare del sesso orale al proprio partner stimolandolo tramite la bocca è un modo per far eccitare l’altra persona e auto eccitarsi guardandolo. Potete scegliere di concentrarvi esclusivamente sulle sue espressioni di piacere e sui suoi movimenti oppure al contempo sfregarvi sul suo corpo con la vulva stimolando il clitoride. Cunnilingus: è considerata una delle pratiche sessuali che più riescono a dare piacere a una donna e farla arrivare all’orgasmo, di conseguenza può essere una delle alternative più apprezzate alla penetrazione. In più, siccome per le personə affette da vulvodinia è molto importante la lubrificazione, è una delle tecniche che più la stimolano, mischiando fluidi vaginali a saliva. Se non ve la sentite di essere penetrate con la lingua, basterà concentrarsi sul resto della vulva e sul clitoride. Sex toys: al giorno d’oggi esistono tantissimi sex toys progettati per essere usati solo esternamente. Basta pensare ai succhia clitoride a pulsazioni, vibratori esterni che vibrano da capo a piedi - perfetti per essere applicati anche sul perineo o sui capezzoli e in qualsiasi altra zona preferiate - fino ai plug anali. Da usare sia quando siete solə che in coppia! Massaggio erotico: divertimento per tutto il corpo! Farsi toccare, accarezzare e sfregare una ad una le zone erogene fino ad arrivare lentamente e gradualmente, tenendoci sulle spine, alla vulva. MARTA BORASO
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