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Ciclo, benessere e lavoro: è possibile una relazione sana?

Ciclo, benessere e lavoro: è possibile una relazione sana?

Il ciclo mestruale è un processo biologico, che influenza non solo il corpo, ma anche il benessere emotivo e mentale. Nonostante siano una parte fondamentale e caratteristica della fisiologia, le mestruazioni sono spesso sottovalutate, tanto da essere spesso dimenticate e poco prese in considerazione in ambito lavorativo e sociale. I diversi effetti del ciclo sulla vita quotidiana, sul proprio benessere e così anche sull’attività lavorativa, meritano attenzione. Riconoscere ciò promuove una maggiore consapevolezza, riducendo così i tabù che circondano l’argomento, migliorando l'adattamento delle aziende alle esigenze individuali e aumentando così il benessere delle lavoratrici e, di riflesso, anche la loro produttività.   Le fasi del ciclo e le oscillazioni ormonali Il ciclo mestruale dura generalmente dai 28 ai 35 giorni, ma può variare a seconda della persona. Si divide in diverse fasi, ognuna caratterizzata da caratteristiche fluttuazioni ormonali che influenzano sia il fisico che la mente. Fase mestruale (giorni 1-5) È la fase che segna l'inizio del ciclo e coincide con l'inizio delle mestruazioni. In questo momento i livelli di estrogeni e progesterone sono calati al minimo e ciò provoca diversi sintomi, sia fisici che psicologici, come crampi addominali, stanchezza, mal di testa, difficoltà di concentrazione e sbalzi di umore. Questi sintomi e la bassa energia possono rendere difficile affrontare lavori fisicamente intensi o mentalmente impegnativi. Pertanto, le attività lavorative che richiedono meno sforzo fisico e mentale, come compiti amministrativi, gestione delle e-mail e compiti ripetitivi, sono più gestibili in questa fase. Fase follicolare (giorni 6-14) In questa fase l’energia ricomincia a crescere grazie all'aumento dei livelli di estrogeno. Ci si sente più energiche, di buon umore e con maggiore chiarezza mentale. Questo aumento, infatti, stimola l'attività cerebrale e migliora la capacità di concentrazione. Le attività che richiedono analisi, attenzione ai dettagli, pianificazione e problem-solving sono più facili da svolgere in questo periodo. È una fase in cui la motivazione e la produttività sono più elevate, rendendo questo periodo ideale per la creatività e la capacità di apprendere nuove informazioni. La fase follicolare rappresenta, dunque, uno dei periodi più fertili per l’ispirazione e la generazione di idee nuove: è ideale per attività artistiche, scrittura e tutto ciò che richiede una visione creativa. Ovulazione (intorno al 14° giorno) Questo è il momento in cui si riscontra il picco dei livelli di estrogeni, i quali raggiungono la massima concentrazione, e nel quale i livelli di progesterone iniziano a salire. Ciò favorisce una sensazione di grande energia, fiducia in sé stesse e propensione all’interazione sociale, sottolineate da maggiori loquacità, intraprendenza e senso di leadership. È il momento ideale per partecipare a riunioni importanti, fare presentazioni o svolgere compiti impegnativi, poiché la combinazione di energia fisica ed emotiva e la fiducia in sé rendono queste attività più fluide e produttive. Nella fase follicolare e durante l’ovulazione, dunque, l’aumento dell’energia e della resistenza fisica rende più agevoli attività che richiedono maggiore forza o resistenza, sia fisica che mentale. Fase luteale (giorni 15-28) Questa è caratterizzata da un aumento del progesterone, che inizialmente favorisce una sensazione di calma e stabilità. Negli ultimi giorni della fase, tuttavia, i livelli di estrogeni e il progesterone iniziano a calare, portando con sé la manifestazione di tipici sintomi premestruali, come irritabilità, stanchezza, gonfiore, ansia e difficoltà a concentrarsi. Questi sintomi possono influenzare negativamente la capacità di concentrazione e la produttività. Durante questa fase, le task meno pressanti, di breve durata e che richiedono minore energia mentale, sono preferibili, in modo da ridurre lo stress e l’affaticamento. Come si rapporta il mondo del lavoro al benessere mestruale? È importante ricordare che viviamo in un mondo costruito da e per gli uomini: quasi tutto ciò con cui abbiamo che fare durante la giornata, infatti, è stato progettato per gli uomini. Anche il posto di lavoro, quindi, è stato creato per gli uomini come principali lavoratori e percettori di reddito in una società patriarcale. Da un lato, associare il ciclo mestruale a una mancanza di produttività potrebbe essere usato come un modo per continuare a discriminare le donne sul posto di lavoro. Dall'altro lato, identificare i modi in cui la produttività delle donne è ostacolata dal ciclo e dalle esperienze mestruali potrebbe aiutare i datori di lavoro a supportarle adeguatamente per garantire in primis il loro benessere e, in secundis, così, che la loro produttività non venga ridotta, contribuendo a un'ulteriore uguaglianza sul posto di lavoro.  Quando, infatti, i luoghi di lavoro sono equilibrati dal punto di vista di genere, le aziende migliorano i propri risultati. Per raggiungere la gender equality, però, i datori di lavoro devono implementare cambiamenti sistematici, soprattutto in relazione al benessere mestruale. La scienza che esamina la relazione tra cicli mestruali e lavoro ha, infatti, dimostrato che il lavoro può avere un impatto notevole sui cicli mestruali. Lavorare per molto tempo (più di 41 ore a settimana) o svolgere un lavoro a turni sono stati collegati a cicli imprevedibili, molto corti o lunghi. Anche il modo in cui ci si sente e si viene considerate a lavoro potrebbe avere un impatto sul proprio ciclo. Uno studio ha scoperto che la sensazione di avere poco controllo sul lavoro, di non essere supportate dai colleghi o di non avere sicurezza sul posto di lavoro è collegata a un aumento del dolore mestruale. Negli ultimi anni, molte aziende hanno iniziato, finalmente, a implementare misure per sostenere le dipendenti durante il ciclo mestruale, riconoscendo l’importanza di garantire un ambiente lavorativo che ne rispetti le esigenze. Comunicazione Creare un ambiente lavorativo inclusivo, in cui ci si senta libere di parlare delle necessità legate al ciclo mestruale, può contribuire a ridurre lo stigma e a migliorare il benessere generale. La comunicazione aperta tra datori di lavoro e dipendenti riguardo a esigenze specifiche può favorire la creazione di politiche più inclusive, come orari flessibili, possibilità di prendersi delle pause o permessi per i giorni più difficili del ciclo. Permessi per il ciclo mestruale Alcune aziende hanno introdotto politiche di permesso retribuito per i giorni di maggiore disagio, consentendo alle lavoratrici di riprendersi senza dover prendere giorni di malattia. Attualmente, Spagna, Giappone, Taiwan, Indonesia, Corea del Sud e Zambia offrono già una qualche forma di congedo mestruale. Creazione di un ambiente lavorativo accogliente Creare zone tranquille e riservate in ufficio, dove le dipendenti possano riprendersi durante i giorni più difficili del ciclo, e offrire prodotti gratuiti per il ciclo mestruale aiutano a ridurre lo stress e favoriscono un ambiente di lavoro più inclusivo e rispettoso. Sensibilizzazione e formazione Offrire corsi o workshop per educare i dipendenti e i datori di lavoro sui bisogni legati al ciclo mestruale è un passo fondamentale per creare un ambiente di lavoro più empatico e supportivo. La sensibilizzazione aiuta a ridurre la stigmatizzazione delle donne che affrontano sintomi legati al ciclo mestruale e promuove una cultura del lavoro più sana e produttiva. Gender equality e benessere mestruale nel mondo del lavoro Un'indagine (International Labour Organization. Beyond the glass ceiling: Why businesses need women at the top) ha, difatti, esaminato cosa accade quando la cultura e le politiche del lavoro sono progettate per includere le donne e le relative accortezze rispetto al ciclo mestruale:  I profitti sono aumentati del 63%; La produttività è aumentata del 63%; La capacità di attrarre e trattenere i propri dipendenti è aumentata del 60%; Creatività e innovazione sono aumentate del 59%; La reputazione aziendale è aumentata del 58%; La connessione con i consumatori è aumentata del 38%. La realizzazione di un ambiente di lavoro flessibile, empatico e rispettoso delle esigenze mestruali non solo valorizza ogni dipendente, ma contribuisce a un miglioramento generale delle performance aziendali, creando un equilibrio tra vita lavorativa e benessere personale. Con l'implementazione di politiche che supportano il benessere mestruale, le aziende non solo promuovono una cultura inclusiva, ma rafforzano anche la propria reputazione come luoghi di lavoro che si preoccupano davvero della salute e del benessere delle proprie dipendenti. In definitiva, una maggiore consapevolezza e una gestione adeguata del ciclo mestruale possono contribuire a migliorare la qualità della vita lavorativa, aumentare la produttività e promuovere un ambiente lavorativo più umano e attento alle necessità individuali. LORENZO CIOL

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Sesso e mestruazioni

Sesso e mestruazioni

Le mestruazioni non sono una malattia né un ostacolo alla vita sociale, relazionale o sessuale. È possibile praticare sesso durante il ciclo, a patto che ci si senta a proprio agio e lo si desideri. Non ci sono controindicazioni cliniche, e anzi l'orgasmo può ridurre i crampi mestruali migliorando la lubrificazione. È normale non avere voglia di fare sesso durante il ciclo, e dipende dal contesto personale ed emotivo. Se si decide di farlo, ci sono alcuni accorgimenti pratici per gestire eventuali disagi: Proteggere superfici: usare asciugamani, preferibilmente scuri, per assorbire eventuali macchie. Posizioni alternative: optare per posizioni che riducono il contatto con superfici delicate. Sesso acquatico: vasca da bagno o doccia possono essere soluzioni ideali. Spugnetta mestruale: un’opzione discreta e pratica. La comunicazione con il partner rimane fondamentale per creare complicità e superare eventuali imbarazzi.

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Donne e televisione

Donne e televisione

La rappresentazione. La rappresentazione è essenziale nel modo in cui viene percepita, rafforzata o indebolita una categoria di persone, e questa rappresentazione passa attraverso vari canali: il canale che analizzeremo insieme in questo articolo è la televisione, e il ruolo che essa svolge nella lotta femminista e nel ciò che essere una donna significa nell’immaginario collettivo. Ma cosa significa quindi essere donna e lavorare in televisione? La televisione italiana, benchè se ne dica, nel corso degli anni ha promosso ed esposto programmi spesso e volentieri sessisti ed oggettificanti. Se un ventennio fa questo veniva effettuato in maniera più aperta e pubblica, perché meno erano anche le conseguenze, negli anni la società (non senza lotte) è cambiata, e con essa anche il modo di attuare determinati comportamenti. Così, siamo passat* ad avere più presentatrici donne, alla modifica di script per rendere le discriminazioni un po’ più velate, ad un Festival di Sanremo in cui vengono invitate figure femminili di spicco più spesso e volentieri rispetto a quanto venisse fatto prima (senza mai, però, concedere loro il ruolo di conduttrici). Tutto ciò si trasforma quindi in un palese “contentino”, un modo come un altro per nascondere un problema sistemico, in cui la televisione non è altro che la rappresentazione di una società patriarcale, che è ancora molto lontana da un cambiamento significativo, e che non sembra comunque volerlo attuare. Ma andiamo per ordine, guardando al lavoro dell’attivista e scrittrice Lorella Zanardo, che nel 2009 realizza il documentario “Il corpo delle Donne”. Zanardo, attraverso esempi cronologici, ci porta a riflettere su quanto la visione misogina sia cementata e fondata in quella che è la televisione in Italia, sia pubblica che privata. ANNI 70-80 Il primo esempio sono i programmi di Enzo Trapani, mandati in onda a cavallo tra gli anni 70 e 80. Uno dei servizi di Trapani, incluso nella prima puntata di Odeon (1976, Rete Due), trattava del locale parigino di striptease Crazy Horse, utilizzato come espediente per dare in pasto agli occhi del pubblico ragazze seminude, in un format ancora anni luce lontano da quello che, a passi microscopici, si sta cercando di diffondere oggi, ossia che sex work is work. FINE ANNI 80 Più di dieci anni dopo, nel programma televisivo “Indietro tutta!” (1987 - 1988, Rai Due) troviamo la figura delle “ragazze coccodè”, giustificate come parodie della volgarità tipica della televisione italiana degli anni 80. Diventa a questo punto impossibile non riflettere sul come il corpo femminile venga visto come volgare proprio in quanto corpo femminile, ancora una volta oggettificato e sessualizzato, diretto da occhi maschili per un pubblico di occhi maschili (e, perciò, ignorando completamente la presenza di spettatrici donne). IL 2000 Se poi andiamo in fast forward ai primi anni 2000, la situazione non è molto diversa: il programma di varietà “Libero rai” (2000 - 2007, Rai Due), condotto da Teo Mammucari, vede la presenza di Flavia Vento nel ruolo di “valletta”, messa in mostra in una scatola di vetro sotto la scrivania del conduttore, ridotta ad un pezzo di carne che, di nuovo, ha il solo scopo di servire allo sguardo maschile. Qui cito le parole di Zanardo, che si chiede: “Ci si può far infilare sotto un tavolo di plexiglass? Si può assumere la funzione di gambe del tavolo, passare molto tempo lì sotto accucciata mantenendo la leggerezza di un gioco, senza che da qualche parte recondita del nostro corpo non si produca una ferita?”. DAL 2020 AD OGGI Tutto questo non ha che prodotto le basi per interviste come quelle di Amadeus che, quando interpellato sulle (“bellissime”) donne che lo avrebbero affiancato alla conduzione di Sanremo, risponde: l’importante, per una donna, è saper rimanere un passo indietro rispetto ad un grande uomo.  Così ci ritroviamo in un 2024 in cui molteplici artist* si indignano per l’esclusione di Tony Effe dal concertone di Capodanno, quando basta guardare ai testi delle sue canzoni per capirne il motivo. Tuttavia, ancora una volta abbiamo la triste prova del fatto che l’Italia, e il mondo dello spettacolo italiano, non sono pronti a rinunciare ad un’oppressione sistemica di una categoria che, ancora una volta, si ritrova messa all’angolo. Le fonti di questo articolo vengono da un altro articolo scritto da Barbara Berardi, Cecilia Cerasaro e Clara Dellisanti e pubblicato online su recensito.net (https://www.recensito.net/televisione/ogni-donna-%C3%A8-tante-donne-figura-femminile-rappresentazione-nel-piccolo-schermo.html), che vi invito caldamente a leggere per un’analisi più completa e minuziosa della figura femminile nella televisione italiana. In conclusione, citando Berardi, Cerasaro e Dellisanti, “la prevaricazione esisterà finché esisterà il patriarcato”.

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Parliamo di HIV e AIDS

Parliamo di HIV e AIDS

Oggi, 1° dicembre, celebriamo la Giornata Mondiale contro l’AIDS, un’occasione per riflettere sui progressi fatti e le sfide che rimangono nella lotta a questa epidemia globale. Questa giornata non è solo un momento per onorare chi ha perso la vita a causa dell’AIDS, ma anche un’opportunità per informarsi, abbattere pregiudizi e promuovere la consapevolezza su una malattia che colpisce ancora milioni di persone nel mondo. HIV e AIDS: due volti di una stessa battaglia Per prima cosa, chiariamo: HIV e AIDS non sono la stessa cosa. L’HIV (virus dell’immunodeficienza umana) è un virus che attacca il sistema immunitario, compromettendone la capacità di difendersi da altre infezioni. Se non trattato, l’HIV può evolvere in AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita), una condizione in cui il sistema immunitario è gravemente danneggiato, lasciando il corpo vulnerabile a malattie opportunistiche. Grazie ai progressi della medicina, una diagnosi di HIV non è più una condanna a morte. Con terapie antiretrovirali (ART) adeguate, le persone con HIV possono vivere una vita lunga e sana, senza mai sviluppare l’AIDS. Tuttavia, la chiave è la diagnosi precoce e l’accesso al trattamento. Dall’emergenza degli anni ‘80 al panorama globale nel 2024 La storia dell’HIV/AIDS risale agli anni ‘80, quando i primi casi furono identificati negli Stati Uniti. All’epoca, l’AIDS era una condanna a morte certa, circondata da stigma e disinformazione. Grazie alla ricerca scientifica e agli attivisti che hanno lottato per maggiore consapevolezza e accesso alle cure, oggi la situazione è molto diversa. Nel 2024, ci sono quasi 39,9 milioni di persone che vivono con l’HIV a livello globale, secondo i dati dell’OMS. Di queste, 29,8 milioni hanno accesso alla terapia antiretrovirale. Tuttavia, i numeri variano enormemente tra regioni: in Africa subsahariana, la più colpita, molte comunità continuano a lottare contro la povertà, il basso accesso alle cure e l’educazione limitata, rendendo difficile il controllo dell’epidemia. Nonostante i progressi, ogni anno ci sono ancora circa 1,3 milioni di nuove infezioni e 630.000 decessi correlati all’AIDS. Inoltre, nuove sfide sono emerse: una crescente resistenza ai farmaci, disuguaglianze nell’accesso ai trattamenti e una pandemia di disinformazione che rallenta la prevenzione. Sfatare i falsi miti sull’HIV/AIDS Parlare di HIV/AIDS non significa solo discutere di statistiche, ma anche affrontare i miti che ancora oggi alimentano stigma e paura. Eccone alcuni, con le risposte che aiutano a fare chiarezza: Mito: "L’HIV si trasmette con un bacio o condividendo utensili." Falso. L’HIV non si trasmette attraverso il contatto casuale come baci, abbracci, strette di mano o la condivisione di oggetti come bicchieri o posate. Si trasmette tramite sangue, sperma, secrezioni vaginali, liquido rettale e latte materno. Mito: "Solo alcune persone possono contrarre l’HIV." Falso. L’HIV non discrimina: chiunque può contrarre il virus se esposto. Certo, alcune categorie, come chi ha rapporti sessuali non protetti o utilizza aghi condivisi, sono più a rischio, ma la prevenzione riguarda tutti. Mito: "Se prendi l’HIV, morirai presto." Falso. Con le terapie antiretrovirali moderne, le persone con HIV possono vivere vite normali e in salute. L’importante è iniziare il trattamento il prima possibile. Mito: "Non ho bisogno di proteggermi perché esistono cure per l’HIV." Falso. Anche se esistono trattamenti molto efficaci, l’HIV rimane una condizione cronica che richiede cure per tutta la vita. La prevenzione resta la strategia migliore. Mito: "Solo chi fa parte della comunità LGBTQ+ è a rischio di HIV." Falso. L’HIV colpisce tutte le comunità e le popolazioni. Associarlo solo a un gruppo perpetua stereotipi dannosi e ostacola la prevenzione. Creare consapevolezza e abbattere lo stigma La disinformazione sull’HIV/AIDS ha effetti devastanti. Non solo ostacola la prevenzione e il trattamento, ma contribuisce anche a perpetuare lo stigma, che spinge molte persone a evitare test o cure per paura di essere giudicate. Cambiare questa narrativa è cruciale, e ognuno di noi può fare la sua parte: Informarsi: Leggere da fonti affidabili come l’OMS o organizzazioni come Medici Senza Frontiere. Parlarne: Con amici, familiari e comunità, per normalizzare la conversazione sull’HIV/AIDS. Supportare: Organizzazioni che lavorano sul campo, offrendo supporto economico o volontariato. Prevenire: Usare il preservativo, fare il test regolarmente e, se si è a rischio, considerare la PrEP (profilassi pre-esposizione). Guardare al futuro: verso la fine dell’HIV/AIDS Il 2024 è un anno cruciale. La scienza ci ha dato strumenti potenti per combattere l’HIV/AIDS, ma non basta avere i mezzi se non li mettiamo a disposizione di tutti. L’obiettivo dell’UNAIDS è porre fine all’epidemia di AIDS entro il 2030. Per farlo, dobbiamo affrontare non solo le barriere mediche, ma anche quelle sociali, economiche e culturali. In questa Giornata Mondiale contro l’AIDS, ricordiamoci che il cambiamento parte da noi. Non si tratta solo di numeri, ma di vite. Parliamo, ascoltiamo e agiamo, per un futuro libero dall’HIV/AIDS.

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Perché scegliere gli assorbenti in cotone biologico

Perché scegliere gli assorbenti in cotone biologico

Gli assorbenti in cotone: perché fanno bene e cosa li rende unici La scelta degli assorbenti è importante per la salute, il comfort e anche per il rispetto dell’ambiente. Optare per assorbenti in cotone biologico significa fare una scelta naturale e sostenibile, che rispetta il nostro corpo e l’ambiente. Ecco tutto quello che c’è da sapere sugli assorbenti in cotone e sui loro benefici. Perché il cotone biologico è la scelta giusta Il cotone biologico non è solo un materiale naturale: è coltivato in modo sostenibile e privo di sostanze chimiche dannose. A differenza del cotone tradizionale, la sua coltivazione richiede meno risorse idriche: solo un decimo dell’acqua rispetto al cotone standard. Questo significa che scegliendo assorbenti in cotone biologico si contribuisce anche alla conservazione dell’acqua potabile, un bene prezioso per tutti noi. Inoltre, il cotone biologico viene piantato in terreni purificati, che devono essere bonificati per tre anni prima di essere utilizzati. Questo processo garantisce che il terreno sia libero da pesticidi e sostanze chimiche, offrendo un cotone sicuro e naturale. Gli agricoltori che coltivano cotone biologico lavorano con fertilizzanti naturali e non utilizzano agenti di maturazione per accelerare la crescita della pianta. Il cotone matura al suo ritmo naturale, rispettando i cicli della natura. La composizione degli assorbenti in cotone Gli assorbenti in cotone biologico come quelli di This Unique sono realizzati con cotone privo di sostanze chimiche, ideale per chi ha una pelle sensibile o soffre di irritazioni con gli assorbenti tradizionali. Si stima infatti che circa il 35% delle donne soffra di reazioni cutanee o irritazioni dovute agli assorbenti convenzionali, spesso trattati con sbiancanti chimici e materiali sintetici che possono causare prurito, rossore e fastidi. Il cotone biologico, al contrario, è lavorato per risultare traspirante e ipoallergenico, adattandosi alle esigenze del corpo durante il ciclo.Oltre alla sicurezza, il cotone biologico ha una texture naturale e morbida, che offre un comfort maggiore rispetto ai materiali sintetici. Chi utilizza assorbenti in cotone biologico nota una differenza nel tempo, grazie alla riduzione di fastidi come irritazioni e allergie. Una scelta etica e sostenibile La produzione di cotone biologico è un processo che richiede attenzione e rispetto per la natura. Rappresenta meno dell’1% di tutta la produzione mondiale di cotone, e questo perché richiede un impegno maggiore da parte degli agricoltori. Scegliendo prodotti in cotone biologico, si sostiene un’agricoltura più etica, che rispetta l’ambiente e le persone che la praticano. Questo significa anche che gli agricoltori ricevono un compenso giusto per il loro lavoro, contribuendo al benessere delle loro comunità.

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L'allineamento del ciclo mestruale tra amiche: mito o realtà?

L'allineamento del ciclo mestruale tra amiche: mito o realtà?

Da tempo circola l’idea che le donne che trascorrono molto tempo insieme tendano ad allineare i loro cicli mestruali. Questo fenomeno, conosciuto come “sincronizzazione del ciclo mestruale”, è da sempre al centro di curiosità e discussioni tra le donne. Ma c'è davvero una base scientifica dietro questa credenza o si tratta solo di un mito? E cosa significa, a livello più profondo, condividere l’esperienza del ciclo mestruale con le proprie amiche? Il mito dell’allineamento: origine e storia  L’idea dell’allineamento dei cicli mestruali risale agli anni '70, quando la psicologa Martha McClintock pubblicò uno studio pionieristico su questo fenomeno. Studiando un gruppo di studentesse che vivevano insieme, osservò che, con il passare del tempo, le loro mestruazioni tendevano a sincronizzarsi. Questo studio, conosciuto come effetto McClintock, diede origine alla teoria secondo cui le donne che passano molto tempo insieme, come colleghe, coinquiline o amiche, potrebbero vedere i loro cicli mestruali allinearsi. La spiegazione proposta da Martha McClintock era che i feromoni, le sostanze chimiche rilasciate dal corpo, influenzassero il ciclo delle donne vicine, provocando la sincronizzazione. Secondo questa teoria, l’interazione sociale tra donne influenzava inconsciamente i loro corpi, portandoli a "connettersi" biologicamente. Tuttavia, nel corso degli anni, molti studi hanno cercato di replicare l’effetto McClintock con risultati contrastanti. Alcuni ricercatori hanno suggerito che la sincronizzazione potrebbe essere il risultato del puro caso, mentre altri hanno messo in dubbio la validità scientifica dello studio originale. Cosa dicono le ricerche più recenti? Nonostante l’entusiasmo iniziale per la teoria della sincronizzazione del ciclo mestruale, studi successivi hanno sollevato numerosi dubbi. Molti scienziati hanno cercato di replicare i risultati della McClintock ma i dati raccolti non hanno fornito prove sufficienti a supporto dell'esistenza di una sincronizzazione effettiva. Ad esempio, uno studio condotto nel 2006 su donne cinesi ha concluso che non c'era alcuna evidenza di sincronizzazione dei cicli mestruali tra donne che vivevano insieme. Analogamente, uno studio più recente, condotto su oltre 360 coppie di donne che vivevano sotto lo stesso tetto, ha confermato che i loro cicli mestruali non si sincronizzavano nel tempo. I critici dell’ipotesi della sincronizzazione suggeriscono che l'apparente allineamento possa essere spiegato da semplici coincidenze. Poiché la durata del ciclo mestruale varia da donna a donna (in media tra i 21 e i 35 giorni), è possibile che i cicli si sovrappongano temporaneamente per poi divergere nuovamente. Questa temporanea sovrapposizione può dare l'impressione di un allineamento, ma si tratta di un fenomeno casuale piuttosto che di una vera e propria sincronizzazione biologica. Sincronizzazione o connessione emotiva? Anche se le ricerche scientifiche non confermano in modo definitivo la sincronizzazione biologica dei cicli mestruali, c’è un altro aspetto importante da considerare: l’aspetto emotivo e simbolico dell’esperienza condivisa tra amiche. Il ciclo mestruale è una parte centrale della vita femminile e, per molte donne, è anche una delle esperienze più intime e personali. Condividere le proprie esperienze legate al ciclo mestruale con le amiche crea una forte connessione emotiva. Il semplice fatto di poter parlare apertamente dei propri sintomi, emozioni e difficoltà legate al ciclo può generare un senso di solidarietà e sorellanza. Quando amiche strette attraversano insieme fasi simili del loro ciclo, come i giorni di sindrome premestruale o le mestruazioni, possono sentirsi ancora più unite. Questo tipo di condivisione, anche senza una reale sincronizzazione biologica, può rafforzare i legami e creare un senso di appartenenza reciproca. Alcune donne possono percepire la sincronizzazione come una manifestazione di questa profonda connessione emotiva, anche se si tratta solo di una coincidenza.  L'influenza della ciclicità sulla vita sociale  Indipendentemente dal fatto che i cicli mestruali si allineino o meno, ciò che è indiscutibile è l’impatto che la ciclicità femminile ha sulle relazioni e la vita sociale. Le diverse fasi del ciclo mestruale influenzano non solo il corpo, ma anche l’umore, la creatività e il livello di energia. Questo significa che, durante i vari momenti del ciclo, una donna può sentirsi più o meno propensa a socializzare o a partecipare ad attività di gruppo. Nelle prime fasi del ciclo, quando gli estrogeni sono in aumento, molte donne riferiscono di sentirsi più socievoli, energiche e creative. Questa è la fase in cui le relazioni interpersonali, incluse le amicizie, possono essere più forti e dinamiche. Al contrario, durante la fase luteale o la sindrome premestruale, la stanchezza e gli sbalzi d’umore possono portare a una maggiore introspezione e alla necessità di spazi personali. Comprendere e rispettare queste variazioni cicliche può aiutare a mantenere rapporti più equilibrati e consapevoli. Come vivere la ciclicità con le tue amiche Che la sincronizzazione sia reale o no, ci sono tanti modi in cui puoi vivere la tua ciclicità insieme alle tue amiche: Condivisione delle esperienze: parla apertamente con le tue amiche dei tuoi sintomi e delle tue emozioni legate al ciclo. Creare uno spazio sicuro di condivisione aiuta a sentirsi meno sole. Prendersi cura reciproca: durante i giorni più difficili del ciclo, come quelli di sindrome premestruale o mestruazioni dolorose, sostieniti a vicenda. Può essere utile organizzare momenti di relax o fare attività che alleviano lo stress. Celebrare la ciclicità: puoi anche considerare di creare dei rituali con le tue amiche per celebrare i momenti del ciclo. Che si tratti di una serata rilassante durante la fase mestruale o di una giornata di creatività durante la fase ovulatoria, queste piccole celebrazioni possono rafforzare il legame. Supporto olistico: scoprire pratiche naturali come l’uso di oli essenziali o tecniche di rilassamento può essere un modo per prendersi cura del proprio corpo insieme, migliorando il benessere durante tutto il ciclo. Cerchi di donne: partecipate insieme a dei cerchi di donne, oramai se ne trovano in tutte le città e anche nei piccoli paesi, questo vi aiuterà a trovare un ambiente di supporto e condivisione con altre donne. Sentirsi sole e vivere con difficoltà la propria ciclicità Purtroppo quello che mi capita spesso di sentire, è invece il problema contrario. Donne che vivono male la propria ciclicità, a causa degli sbalzi d’umore, di fastidi e disturbi o addirittura dolori che le portano anche a dover assentarsi dal lavoro, attirandosi gli sguardi e i commenti delle colleghe intorno. Non sempre la presenza di altre donne nella propria vita porta supporto e sorellanza ma al contrario può farci sentire sbagliate, sole e in continua competizione. In questo caso, può essere molto utile il supporto di una life coach al femminile, che può accompagnare a comprendere le proprie fasi e le variazioni che ogni donna in modo unico vive, ad imparare a navigare queste onde umorali ogni mese e a capire da dove arrivano questi dolori (ovviamente non parlo di patologie ma dei classici dolori mestruali, che comunque non sono normali), per potersene finalmente liberare. Stare male non è mai normale e con il giusto supporto si può sempre tornare a stare bene! PAOLA GHILARDINI - Life coach al femminile

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Il ruolo della prevenzione della menopausa

Il ruolo della prevenzione della menopausa

La menopausa è una fase naturale della vita di ogni donna, che segna la fine del ciclo mestruale e della fertilità. Solitamente si verifica tra i 45 e i 55 anni, ma può manifestarsi anche prima o dopo questa fascia d’età. Spesso è preceduta e seguita da cambiamenti fisici e psicologici che possono influire sul benessere generale. Tuttavia, con una prevenzione adeguata, è possibile vivere questa transizione in modo equilibrato, riducendo i disagi e promuovendo il benessere a lungo termine. Facciamo innanzitutto un po’ di chiarezza sull’utilizzo dei termini, perché purtroppo con il termine menopausa al giorno d’oggi si definiscono altre fasi della vita di una donna che menopausa non sono. In generale abbiamo: • Perimenopausa: può durare anche 10 anni e caratterizza tutto il periodo in cui si cominciano ad avvertire squilibri del ciclo mestruale (irregolarità, cicli più lunghi o corti, flussi più scarsi o più abbondanti). Importante: In questa fase si è ancora fertili!!! • Menopausa: non ci crederete ma la menopausa tanto temuta dura solo 24 ore! Essa coincide con le 24 ore che si succedono ad un anno completo privo di cicli mestruali. • Post-menopausa: si succede alla menopausa ed è caratterizzato ancora dai vari disturbi e fastidi • Senilità: i disturbi ormonali sono finiti. Questa fase ci accompagna fino alla fine della vita. • Climaterio: comprende tutte e 3 le fasi (perimenopausa, menopausa e post-menopausa) in cui, se non si è fatto nulla all’inizio per prevenire, si possono avvertire i famosi disturbi Comprendere i Cambiamenti del Climaterio La menopausa è appunto preceduta dalla perimenopausa, durante la quale il corpo inizia a prepararsi per la fine della funzione ovarica. In questa fase, i livelli di estrogeni e progesterone si riducono progressivamente, causando una serie di sintomi come: • Irregolarità mestruali: Cicli più brevi o più lunghi. • Vampate di calore: Sensazioni improvvise di calore intenso che possono durare da pochi secondi a diversi minuti. • Sudorazioni notturne: Simili alle vampate, ma durante la notte, spesso causando disturbi del sonno. • Cambiamenti dell'umore: Aumento dell’irritabilità, ansia o tristezza. • Secchezza vaginale: Dovuta alla riduzione degli estrogeni, che può rendere i rapporti sessuali dolorosi. • Affaticamento, difficoltà di concentrazione e brain fog. Prevedere e comprendere questi cambiamenti è il primo passo verso una prevenzione efficace. Molti sintomi del climateriopossono essere gestiti o ridotti attraverso scelte di vita sane, che dovrebbero essere adottate già prima. Prevenzione Attraverso l’Alimentazione Uno degli aspetti fondamentali per il benessere durante il climaterio è l’alimentazione. Una dieta equilibrata può aiutare a prevenire molti dei problemi associati a questa fase, come l'aumento di peso, la perdita di densità ossea e il rischio di malattie cardiovascolari. Fondamentale in questo caso affidarsi ad un nutrizionista.   L'Importanza dell'Esercizio Fisico L'esercizio fisico gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione dei problemi di salute legati al climaterio. Non solo aiuta a mantenere un peso sano, ma può anche migliorare l'umore, ridurre il rischio di malattie cardiache e proteggere la salute delle ossa.Anche un’attività moderata come una passeggiata quotidiana può fare la differenza nel lungo termine. Prevenzione della Salute Ossea e Cardiovascolare Due dei principali rischi per la salute delle donne in climateriosono l’osteoporosi e le malattie cardiovascolari. L’abbassamento dei livelli di estrogeni riduce la protezione naturale del corpo contro la perdita di massa ossea e l’indurimento delle arterie. Per prevenire l'osteoporosi, oltre a una dieta ricca di calcio e vitamina D, è importante sottoporsi a regolari controlli della densità ossea. Integrare l'allenamento con pesi nella routine quotidiana può aiutare a rafforzare le ossa. Le malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus, sono la principale causa di morte tra le donne in post-menopausa. Monitorare regolarmente la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, mantenere un peso sano e fare esercizio fisico sono tutte misure preventive efficaci. Inoltre, smettere di fumare e limitare il consumo di alcol può ridurre significativamente il rischio di problemi cardiovascolari. Un Sostegno Naturale Durante la menopausa, molte donne sperimentano sintomi fisici ed emotivi difficili da gestire. Integrando terapie naturali come gli oli essenziali, i fiori di Bach e l'uso dei cristalli, è possibile attenuare alcuni di questi sintomi in modo delicato ma efficace. 1. Oli Essenziali: Questi oli possono essere utilizzati attraverso diffusori, massaggi (diluiti con oli vettori) o bagni rilassanti: o Olio di Salvia Sclarea: Eccellente per bilanciare i livelli ormonali e ridurre le vampate di calore. Ha anche proprietà calmanti e può migliorare l'umore. o Olio di Lavanda: Rilassante e calmante, la lavanda è perfetta per migliorare il sonno e ridurre lo stress. o Olio di Menta Piperita: Utile per contrastare la fatica e la confusione mentale, la menta piperita rinfresca la mente e aiuta a combattere il "brain fog". 2. Fiori di Bach: I fiori di Bach sono rimedi floreali che agiscono sul piano emotivo, aiutando a ristabilire l'equilibrio mentale: o Walnut: Ottimo per adattarsi ai cambiamenti e alle transizioni, inclusa la menopausa. o Mustard: Aiuta a contrastare la tristezza improvvisa e senza causa apparente, un sintomo comune durante la perimenopausa. o Olive: Per chi si sente stanco o esaurito, questo fiore aiuta a ritrovare energia e vitalità. 3. Cristalli: I cristalli possono essere portati come gioielli, usati durante la meditazione o tenuti vicino a sé per potenziarne gli effetti energetici. o Adularia (Pietra di Luna): Aiuta a bilanciare le energie femminili, supportando il ciclo ormonale. o Ametista: Perfetta per favorire il rilassamento e migliorare la qualità del sonno, riducendo lo stress. o Malachite: È conosciuta come la "pietra della trasformazione" e aiuta a rilasciare vecchi schemi emozionali, facilitando il cambiamento. Il Ritmo della Luna e la Ciclicità Femminile Il climaterio può rappresentare una sfida per molte donne, che vedono cambiare il loro ritmo naturale. Tuttavia, seguire le fasi lunari può aiutare a ritrovare una nuova forma di ciclicità e connessione con la natura. La luna, simbolo antico delle energie femminili, offre una guida per ristabilire l’equilibrio. Ogni fase lunare è collegata a un aspetto diverso della vita e del ciclo: la mappatura ed il supporto di una Life Coach Femminile possono accompagnare la donna a sentirsi più in sintonia con il proprio corpo e ad accettare i cambiamenti del climaterio come una nuova forma di ciclicità. Il Life Coaching: Contrastare la "Brain Fog" con Domande Potenti Uno dei sintomi più comuni del climaterio è la brain fog, ovvero la sensazione di confusione mentale, difficoltà di concentrazione e perdita di memoria. Questa condizione può essere frustrante, ma il life coaching può offrire strumenti utili per affrontarla. Il Life Coach utilizza durante le sue sessioni domande potenti per stimolare il ragionamento e aiutare a chiarire pensieri e obiettivi. Attraverso il dialogo e la riflessione, può aiutare le donne in climaterio a ritrovare la chiarezza mentale, stimolare il pensiero creativo e riscoprire il loro potenziale in questa fase di cambiamento. Quando il Life Coaching è integrato ad un approccio olistico, è possibile inserire nelle sessioni anche tecniche di gestione dello stress come la meditazione e la respirazione profonda, chepossono riportare benessere ed equilibrio e migliorare la qualità del sonno. Quando Cercare Aiuto Professionale Se i sintomi del climaterio interferiscono gravemente con la vita quotidiana, potrebbe essere necessario cercare un aiuto professionale. Quando questi non si riducono più a fastidi, per quanto invalidanti, ma si tramutano in vere e proprie patologie (depressione, osteoporosi, ipercolesterolemia o aumento della pressione arteriosa, prolassi, malattie cardiovascolari), ricordo che è sempre fondamentale rivolgersi ad un Medico! Stare male non è mai normale e con il giusto supporto si può sempre tornare a stare bene!   PAOLA GHILARDINI - Life coach al femminile

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Posso rimanere incinta con il precum?

Posso rimanere incinta con il precum?

Tra i tanti “consigli” dell’internet, tra le voci e credenze di amicə e conoscenti è molto diffuso il pensiero che si possa evitare una gravidanza attraverso il coito interrotto, ma, in tutto ciò, ci si dimentica di un protagonista - per tantə - inaspettato: il precum. Il precum: che cos’è? È il fluido pre-eiaculatorio, ossia quel fluido trasparente che viene emesso attraverso il meato uretrale esterno durante l’eccitazione sessuale e il rapporto sessuale vero e proprio, prima dell'effettiva eiaculazione.   È il prodotto delle ghiandole di Littrè e delle ghiandole bulbo-uretrali di Cowper, le quali sono due piccole ghiandole situate ai lati dell'uretra maschile. Queste, difatti, rilasciano un fluido alcalino (pH 8,1-9,1) costituito da muco ed enzimi, la cui funzione principale è quella di lubrificare l'uretra, neutralizzando, poi, eventuali tracce di acidità dovute al passaggio dell’urina, creando, così, un ambiente più favorevole per il passaggio degli spermatozoi e riducendo il rischio di infezioni delle vie urinarie maschili. La sua produzione varia notevolmente e, spesso, l'uomo non si accorge nemmeno di rilasciarlo: ecco perché il coito interrotto è così pericoloso. La quantità media prodotta dalle ghiandole va, solitamente, da 2 a 5 mL, ma può oscillare tra 0,5 e 14 mL. È diverso dal liquido eiaculatorio? Il fluido pre-eiaculatorio ha una composizione simile a quella dello sperma, contenendo alcune delle stesse sostanze chimiche, come la fosfatasi acida, mentre altri marcatori, come la gamma-glutamil-transferasi, sono assenti. Tra le componenti del liquido preseminale si trovano: Glicoproteine, incluso l'antigene prostatico specifico (PSA), che migliorano la risposta immunitaria dell'uretra e dell'apparato urogenitale. Fattore antimicrobico di Cowper, un insieme di sostanze con proprietà antibatteriche, antimicotiche e una certa capacità antinfiammatoria e protettiva per l'uretra maschile. Zinco libero e magnesio in quantità rilevanti. Albumina e altre proteine, che aiutano a fluidificare lo sperma sia nell'uretra che nell'ambiente acido vaginale. Fattore riepitelizzante, contenente mucina e altre mucoproteine, con una funzione protettiva e lubrificante per il rivestimento dell'uretra. Zuccheri, come il galattosio, presente esclusivamente nel liquido pre-eiaculatorio, utile per nutrire gli spermatozoi che saranno rilasciati durante l'eiaculazione. Altre sostanze con proprietà antimicrobiche e, in misura minore, antinfiammatorie, tra cui acido sialico, potassio, fosforo, acido ialuronico e rame.   Non prestando troppa attenzione a questo particolare fluido, molte persone ritengono che il coito interrotto, ovvero ritirare il pene dalla vagina appena prima dell’eiaculazione, possa essere e sia un metodo efficace per prevenire la gravidanza. Tuttavia, questa convinzione è errata per diverse ragioni, legate principalmente alla presenza di spermatozoi nel liquido pre-eiaculatorio. Il fluido pre-eiaculatorio contiene spermatozoi? Sebbene la concentrazione di spermatozoi nel fluido pre-eiaculatorio sia generalmente inferiore rispetto all'eiaculato vero e proprio, anche una piccola quantità può essere sufficiente a provocare una gravidanza. Anche se l'uomo riesce a ritirare il pene prima dell'eiaculazione, gli spermatozoi presenti nel liquido pre-eiaculatorio possono migrare verso l'utero, proseguendo così il proprio percorso, fino a causare una gravidanza. Come fanno, però, a esserci degli spermatozoi? La presenza di spermatozoi nel precum può derivare da spermatozoi residui nell'uretra rimasti da una precedente eiaculazione, che non sono stati completamente eliminati in precedenza. Dopo l'eiaculazione, infatti, gli spermatozoi possono sopravvivere nell'uretra per un massimo di 5 ore e vengono completamente eliminati attraverso la minzione. Pertanto, in una situazione di eccitazione sessuale, questi spermatozoi possono essere trascinati fuori dal pene con il fluido pre-eiaculatorio. Il coito interrotto: perché non è un metodo contraccettivo sicuro? Il coito interrotto, come detto sopra, consiste nel ritirare il pene dalla vagina prima dell’eiaculazione, allontanandolo anche dai genitali esterni della partner, per evitare che lo sperma entri nel tratto riproduttivo femminile e giunga fino all’ampolla delle tube uterine, dove questo possa fecondare l’ovocita maturo. Teoricamente, il coito interrotto potrebbe sembrare un metodo contraccettivo infallibile, anche se nella pratica non è affatto così. In realtà, si tratta di una pratica sessuale ad alto rischio che appare più sicura di quanto effettivamente sia: né un perfetto autocontrollo da parte dell'uomo, né la sua esperienza sessuale sono sufficienti per prevenire completamente la possibilità di una gravidanza. Questo metodo, difatti, presenta numerosi rischi, come:   Difficoltà di esecuzione, dato che il ritirare il pene in tempo, prima dell'eiaculazione, richiede un perfetto controllo e tempismo. Anche una frazione di secondo di ritardo può permettere agli spermatozoi di entrare nella vagina e fecondare un ovulo. Esiste il precum, infatti, come accennato, il fluido pre-eiaculatorio può contenere spermatozoi, quindi, anche se l'uomo riesce a ritirare il pene prima dell'eiaculazione, gli spermatozoi presenti nel precum possono migrare verso l'utero e causare una gravidanza. Totale assenza di protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili (MST), infatti il liquido pre-eiaculatorio può contenere virus, batteri e/o altri agenti patogeni responsabili di infezioni sessualmente trasmissibili, come HIV, clamidia o gonorrea.   Le statistiche indicano, poi, che il coito interrotto ha un tasso di fallimento elevato: è stato stimato che circa 27 donne su 100 che utilizzano il coito interrotto come unica forma di contraccezione possano rimanere incinte entro un anno (circa 1 donna su 5). Questo tasso di fallimento è significativamente più alto rispetto a quello di altri metodi contraccettivi, come i preservativi o la pillola anticoncezionale.   La donna, poi, non ha alcun controllo su questo metodo, poiché la sua esecuzione dipende esclusivamente dal partner maschile. D'altra parte, la consapevolezza di tale responsabilità può causare nell'uomo ansia e riduzione della soddisfazione sessuale, portando talvolta allo sviluppo di problematiche come ansia da prestazione, perdita dell'erezione, eiaculazione precoce o ritardata. Nel caso della donna, l'interruzione improvvisa del rapporto può causare difficoltà nell'eccitazione, ansia, dispareunia e dolori vaginali, spesso associati a una mancata lubrificazione del tratto vaginale. Come comportarsi? Il coito interrotto, in conclusione, non è un metodo contraccettivo sicuro. Per evitare, quindi, gravidanze indesiderate e per proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili, è importante utilizzare metodi contraccettivi comprovati e affidabili, come il preservativo, che è l’unico a proteggere anche dalle MST. Affidarsi a metodi realmente efficaci è fondamentale per evitare sorprese indesiderate. Quando si parla di contraccezione, meglio non lasciare nulla al caso!   LORENZO CIOL

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Gli assorbenti compostabili riducono il rischio di irritazioni

Gli assorbenti compostabili riducono il rischio di irritazioni

Quando si parla di benessere intimo durante il ciclo mestruale, è fondamentale scegliere prodotti che siano sicuri e rispettosi della pelle. Gli assorbenti tradizionali, spesso realizzati con materiali sintetici e trattati chimicamente, possono comportare rischi per la salute della pelle e la salute vaginale. In questo articolo esploreremo come gli assorbenti compostabili riducano il rischio di irritazioni e infezioni, grazie all’uso di materiali naturali e ipoallergenici.   Materiali sintetici e irritazioni: il problema degli assorbenti tradizionali   Molti assorbenti convenzionali sono realizzati con materiali sintetici, come plastica o rayon, e possono essere trattati con sostanze chimiche aggressive, tra cui sbiancanti a base di cloro e profumi artificiali. Questi componenti possono creare una barriera non traspirante, causando l’accumulo di umidità e creando l’ambiente ideale per la proliferazione di batteri e funghi. Questa situazione aumenta il rischio di infezioni come la candidosi e favorisce la comparsa di irritazioni e pruriti.   Inoltre, alcune donne sono particolarmente sensibili agli additivi chimici presenti nei tradizionali assorbenti, il che può portare a dermatiti da contatto, rossori e altre reazioni allergiche. Gli assorbenti tradizionali, quindi, non solo rischiano di compromettere la salute vaginale, ma possono anche influenzare negativamente l’equilibrio del pH della pelle.   I benefici degli assorbenti compostabili di This Unique   Gli assorbenti compostabili, come quelli offerti da This Unique, rappresentano una valida alternativa per chi desidera proteggere la propria salute intima senza rinunciare alla comodità. Realizzati con materiali naturali, come il cotone biologico e altre fibre biodegradabili, questi assorbenti sono privi di sostanze chimiche nocive, profumi e sbiancanti artificiali.   Materiali naturali e ipoallergenici: L’utilizzo di fibre naturali aiuta a mantenere la pelle asciutta e permette alla pelle di respirare, prevenendo l’eccesso di umidità e riducendo così il rischio di proliferazione batterica. Questi materiali sono anche noti per essere più delicati sulla pelle, rendendoli ideali per le persone con pelle sensibile o soggetta a reazioni allergiche.   Equilibrio del pH e salute vaginale: Poiché i prodotti di This Unique sono realizzati senza l’uso di sostanze chimiche aggressive, contribuiscono a mantenere l’equilibrio del pH della pelle, un elemento chiave per prevenire infezioni e irritazioni. Un pH equilibrato favorisce la salute vaginale e previene la crescita di batteri nocivi, proteggendo così da infezioni comuni come la vaginosi batterica.   Riconoscere e prevenire le irritazioni da assorbente: consigli pratici   Sintomi di irritazioni: Se noti prurito, rossore o una sensazione di bruciore nella zona intima durante il ciclo, potrebbe trattarsi di una reazione a un prodotto mestruale. Anche la presenza di piccoli sfoghi cutanei o la sensazione di pelle secca possono essere segnali di irritazione.   Come prevenirle:   • Opta per prodotti naturali e ipoallergenici: Utilizzare assorbenti compostabili come quelli di This Unique può ridurre significativamente il rischio di irritazioni. Questi prodotti sono privi di profumi, sbiancanti e materiali sintetici che possono alterare il delicato equilibrio della pelle. • Cambia regolarmente l’assorbente: Anche con assorbenti traspiranti e ipoallergenici, è consigliabile cambiarli ogni 4-6 ore per evitare l’accumulo di umidità. • Scegli biancheria intima traspirante: L’uso di slip in cotone naturale può aiutare a migliorare la circolazione dell’aria e ridurre ulteriormente il rischio di irritazioni. • Idratazione e cura post-ciclo: Dopo il ciclo, è utile idratare la pelle con creme delicate e prive di profumi, per mantenere la pelle sana ed evitare ulteriori irritazioni.   Conclusione   Gli assorbenti compostabili non solo rappresentano una scelta più sostenibile per l’ambiente, ma offrono anche numerosi vantaggi per la salute intima. Riducendo l’esposizione a sostanze chimiche e promuovendo la traspirazione, questi prodotti aiutano a prevenire irritazioni e infezioni, rendendoli un’opzione ideale per chi desidera proteggere la propria pelle e il proprio benessere. Scegliere prodotti naturali e ipoallergenici come quelli di This Unique significa fare un passo in avanti verso una cura mestruale più sicura e rispettosa del corpo.

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