PILLOL*
A partire dagli anni ’60 le donne hanno combattuto, scontrandosi con i pregiudizi della società e gli attacchi da parte di ogni fede religiosa, per ottenere il diritto di assumere contraccettivi, facendosi carico di tutti i loro effetti collaterali, per poter vivere la sessualità non solo più come atto principalmente procreativo ma anche ludico, sottraendosi a gravidanze indesiderate senza dover ricorrere all’aborto.
Di contraccezione maschile si parla molto poco, eppure già Ippocarte aveva studiato un metodo per rendere gli uomini temporaneamente sterili. Il medico greco infatti aveva osservato che, immergendo i testicoli in acqua molto calda, l’efficacia riproduttiva dell’uomo si riduceva.
La moderna ricerca sugli anticoncezionali maschili è iniziata nello stesso periodo di quelli femminili, negli anni ’30 del secolo scorso, ma i progressi fatti sono stati nettamente inferiori.
Da un’indagine della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia del 2016 è emerso che il 62% degli uomini intervistati sostiene che la contraccezione sia compito della donna. Fortunatamente però non tutti la pensano così: molti uomini, soprattutto dopo aver fatto parte di un gruppo di sperimentazione di contraccezione maschile, si dicono disponibili se non anche desiderosi di alleviare la propria partner dal carico mentale di una possibile gravidanza indesiderata e dagli effetti collaterali della pillola anticoncezionale, assumendosi la propria parte di responsabilità. Ci auguriamo che grazie all’esempio, alla partecipazione e alla condivisione di queste esperienze, il pregiudizio che pone la contraccezione maschile in antitesi alla virilità, ancora saldamente radicato all’interno della nostra società, possa essere finalmente eliminato.
BEATRICE UGUAGLIATI