LA GABBIA DEL CORPO PERFETTO

Lungi dalla spensieratezza che tutti attribuiamo più o meno inconsciamente all’estate, l’arrivo di questa stagione comporta ben più di una perplessità. In primis quella legata al corpo: indossare un costume, un abitino, o un bermuda ci mette davanti al quesito principe della nostra società. Sarò abbastanza adeguatə?

Di recente, vi abbiamo chiesto la vostra opinione rispetto a questo argomento in una serie di storie pubblicate sulla nostra pagina Instagram e le vostre risposte ci hanno confermato quanto tuttə siamo soggettə all’influenza di modelli dai quali veniamo costantemente bombardatə e che ci riducono a pensare a noi stessə come a degli esseri inadeguatə al contesto che vivono.

Se è vero infatti che negli ultimi anni i media stanno tentando di veicolare l’idea che tuttə possiamo essere chi scegliamo di essere, è anche impossibile non notare un dato in piena contraddizione con questo assunto: la predominanza di figure snelle, giovani, possibilmente sexy, tutti attributi che devono essere mantenuti nel tempo, rievocando il mito irraggiungibile dell’eterna giovinezza. È questo il corpo che siamo abituatə a considerare come vincente, limitando diverse possibilità di espressione di sé, categorizzate come implicitamente sbagliate in quanto difformi dal modello dominante.
Quanto sia diffusa questa idea lo dimostrano i numerosi episodi di body shaming, denunciati o meno, che le persone subiscono: da una recente indagine svolta da Nutrimente Onlus, pare che una donna su due abbia vissuto esperienze di questa forma di bullismo, per la quale si viene giudicati per la propria forma fisica. Le parti del corpo più prese di mira sarebbero gambe, pancia, glutei e fianchi; questo per quanto riguarda le donne. Per quanto riguarda gli uomini, il 65% dei ragazzi intervistati ha riferito di aver subito critiche umilianti in relazione al proprio aspetto fisico.
Anche se a lungo sono stati sottovalutati, questo genere di commenti ha una ripercussione diretta sull’autostima, alimentando quel senso di inadeguatezza che purtroppo tuttə noi abbiamo sperimentato in qualche episodio della vita.
Spintə dal pensiero che il corpo è il nostro biglietto da visita, prima ancora dell’abbigliamento, dell’acconciatura, del livello di istruzione che abbiamo raggiunto, veniamo avvoltə da un mare di pensieri e forse, a volte, insicurezze. Immancabilmente ci sforziamo di appartenere alla nostra epoca storica, ricostruendo il nostro aspetto seguendo i canoni dell’ideologia dominante, anche quando questa è tossica e strumentalizza, come ai nostri tempi, i corpi, e per antonomasia quello femminile. Questa smagliatura? Il seno troppo grosso? E le gambe gonfie? Quesiti che diventano sempre più pressanti quando l’arrivo della bella stagione ci invoglierebbe a scoprire la nostra figura. Ma di fronte allo status symbol dei nostri tempi, quello del corpo perfetto, non possiamo che cadere unə dopo l’altrə: a poco vale l’accavallarsi di diete o intense sessioni di allenamento. Anche questo è strumentalizzare se stessə e il proprio aspetto se non ci si muove da un principio più sano: ad esempio, allenarsi o curare la propria alimentazione per volersi bene e non per essere maggiormente conformi all’immagine che la società ha deciso che dobbiamo rivestire.


Solo così, in attesa che alle nostre latitudini decadano stereotipi di questo tipo, potremo dare il nostro contributo: accettando un chilo di troppo, una ceretta in ritardo, una ruga. Non c’è niente di più bello di una persona che si ama per quello che è, anche d’estate.

 

ALICE CARBONARA




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