Nuoto e ciclo mestruale

Quante volte avere le mestruazioni ha reso più difficile una qualsiasi azione quotidiana, dallo studiare, al cucinare o semplicemente allo svolgere un lavoro?

Pensate a quanto questa difficoltà possa ampliarsi nel momento in cui il nostro corpo, oltre a cercare di affrontare i dolori legati al ciclo mestruale, deve svolgere un’attività sportiva. E cosa dire, oltretutto, se quell’attività si svolge in acqua, rendendo ancora più scomodo – e a volte persino complicato! – il modo di allenarsi o di svolgere una gara?

Nel mio piccolo, avendo nuotato ad alto livello agonistico per oltre vent’anni, posso raccontare la mia personale esperienza con le mestruazioni, con tutto ciò che di positivo e negativo hanno comportato.

In effetti, il ciclo mestruale ha sempre avuto a che fare con la mia carriera agonistica: le prime mestruazioni mi vennero durante un collegiale fuori casa, all’età di tredici anni, senza avere la più pallida idea di cosa fare e senza capire perché tutti i compagni e allenatori continuassero a dirmi “Congratulazioni!”. In fondo, mi faceva male la pancia e non riuscivo ad allenarmi, cosa avrei dovuto festeggiare?

Proprio non riuscivo a capirlo. Da quel giorno è iniziato un percorso che mi ha insegnato tanto e di cui forse si parla troppo poco, visto che accomuna così tante atlete che si ritrovano a dover gestire e affrontare le stesse difficoltà.

Il ciclo, infatti, influenza tantissimo le prestazioni sportive, soprattutto nell’anno dello sviluppo: il corpo cambia, gli ormoni aumentano e inevitabilmente – almeno nel nuoto – si ha quel “salto” di qualità in cui si riesce a migliorare addirittura secondi, anche se spesso veniamo giustificate con un semplice “Ah, sì, di sicuro ha sviluppato!”. Allo stesso tempo, però, nessuno parla dell’altro lato della medaglia: i mal di pancia, il flusso spesso abbondante da dover gestire in acqua, i mal di testa, gli assorbenti interni da utilizzare sotto il costumone per non sporcarsi in attesa di gareggiare, le forze che vengono meno proprio la mattina di quella gara importante, che ti qualificherà per quella nazionale che hai tanto aspettato e per cui ti alleni da mesi, se non anni.

Allora provi a gestire il tuo ciclo, magari con una pillola anticoncezionale che riesca a regolarizzarlo rendendo più “prevedibile” l’arrivo delle mestruazioni e sperando che non vada a combaciare con una gara o con l’altra. Ma anche in quel caso, con la pillola non tutti i corpi reagiscono allo stesso modo e può capitare che la ritenzione idrica prenda il sopravvento, e quei due o tre chili in più si facciano sentire, soprattutto quando lotti per migliorare anche solo qualche decimo.

Insomma, un vero schifo!

Ogni corpo è diverso, ogni persona reagisce in modo differente e riuscire a trovare un equilibrio che permetta a ogni atleta di dare il massimo mettendo sempre al primo posto la propria salute – fisica e mentale – non è mai facile. Quello che servirebbe e su cui credo ci sia ancora tanta strada da fare è
riuscire ad adattare la propria preparazione sportiva alle varie fasi del ciclo, approfondendo di più l’impatto che esso può avere sulle prestazioni e non nascondendo un cattivo allenamento dietro a un semplice e scontato “Oggi non ha proprio voglia di far nulla”.

Allo stesso tempo, però, bisognerebbe normalizzare l’argomento delle mestruazioni, che purtroppo spesso sono ancora un tabù e insegnare alle bambine che saranno giovani donne a non considerarlo un periodo invalidante, ma cercare di comportarsi normalmente sempre ascoltando il proprio corpo per capire ciò di cui si ha bisogno.
Per quanto sia difficile riuscire a organizzare allenamenti di decine di persone – con altrettanti cicli mestruali diversi –, un po’ di consapevolezza su quello che ogni fase può comportare e su ciò che potrebbe aiutarci in un momento o in un altro – che si tratti di cibo, esercizi di rilassamento muscolare, possibilità di sforzi o meno – secondo me potrebbe fare la differenza.

Come spesso accade, basterebbe poco per avere dei miglioramenti e, come in tutti gli ambiti della vita, servirebbe solo parlarne di più e averne consapevolezza. Il corpo è una macchina perfetta e per il suo ottimale funzionamento è importante conoscerne a fondo ogni aspetto che lo compone, senza il timore e la paura di affrontare in modo diverso – e quindi anche unico, come ognuna di noi lo è – l’intero ciclo mestruale.


Teresa Strickner




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