POTRAI ESSERE TUTTO CIÒ CHE VUOI

Di donne e di STEM

Non molto tempo fa una dichiarazione che non avrebbe stonato durante il buio medioevo ha trovato spazio nelle prime pagine dei quotidiani italiani: “è naturale che i maschi siano più portati verso discipline tecniche“…”mentre le femmine abbiano una maggior propensione per l’accudimento”. Da molti anni ormai le neuroscienze hanno smentito questo assurdo stereotipo e le ragazze stanno sgomitando per farsi spazio nelle discipline STEM (acronimo inglese che sta ad indicare scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). 

La strada da fare è però ancora molto lunga: secondo i dati UNESCO riferiti al 2017 meno del 30% dei ricercatorə nel mondo è donna. In Italia gli scienziati o ingegneri uomini sono il 68% contro il 32% delle donne. Se entriamo nelle Università italiane negli ultimi 40 anni il numero di ragazze iscritte è aumentato esponenzialmente, ma nei corsi STEM la rappresentanza femminile è ancora piuttosto bassa e se si chiede alle adolescenti italiane solo il 5% di loro afferma di voler intraprendere una carriera nel mondo STEM, contro il 20% dei coetanei maschi.
Riuscire a farsi spazio nel mondo scientifico è stata una vera e propria battaglia per molte donne, che hanno dovuto affrontare innumerevoli ostacoli, umiliazioni e mancati riconoscimenti. Nel 1993 la storica della scienza Margaret W. Rossiter descrisse il triste ”Effetto Matilda”: il fenomeno per il quale i contributi delle donne alla ricerca scientifica vengono sminuiti, attribuendoli in parte o in toto a uomini. Un esempio su tutti è la storia di Rosalind Franklin, scienziata che assieme a Francis Crick, Maurice Wilkins e James Dewey Watson scoprì la struttura del DNA. Franklin però, al contrario dei colleghi che vinsero il Nobel per la medicina, non ottenne alcun riconoscimento.
Questa disparità di genere nelle cosiddette scienze dure ha anche un importante impatto nella società. Ad esempio nell’intelligenza artificiale in cui i maggiori centri di ricerca sono dislocati nel mondo occidentale e popolati da uomini stiamo assistendo alla creazione di intelligenze artificiali a misura di maschio bianco, macchine insomma che pensano come gli uomini che le hanno create. 

 

Ma, come dicevamo prima, qualcosa si sta muovendo spinto dalla forza e dalla determinazione di moltissime donne e ragazze che stanno lottando per farsi spazio nel mondo STEM. Uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU è il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e le ragazze. Numerose iniziative stanno portando nelle scuole di ogni ordine e grado esempi di donne impegnate nelle discipline STEM. Si stanno moltiplicando i laboratori per avvicinare le bambine al coding, all’ingegneria e alle scienze. In questo modo, ampliando gli orizzonti e creando dei modelli di riferimento tutte le bambine si sentiranno libere di scegliere cosa vorranno fare da grandi e nessuno dovrà permettersi di dire loro che è un lavoro da uomini. Allo stesso modo qualsiasi bambino potrà intraprendere qualunque carriera esso voglia: sarà libero di insegnare, ballare, accudire, viaggiare nello spazio, perché anche da quest’altro lato della medaglia è giusto accettare che ad un maschietto le STEM proprio non interessino!

BEATRICE UGUAGLIATI




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