Gender fluids

Identità non binarie/trans* e prodotti per mestruazioni

Trigger Warning: disforia, mestruazioni

Immaginiamo di essere al supermercato, e di stare girando per i reparti. Ad un tratto entriamo nella corsia dei prodotti per mestruazioni. Immediatamente veniamo travoltз da uno tsunami di sfumature di rosa, violetti, colori pastello, font farfallosi, frasi motivazionali dal retrogusto artificiale, delicati petali di rosa, che si innalzano imponenti fino sopra la nostra testa, tutti allineati in un enorme esercito in miniatura che odora di fiore sintetico. È una cosa a cui siamo abituatз, non ci facciamo neanche più caso, ma perché in questa corsia sembra esplosa una bomba di zucchero filato alla caramella?

Il rosa è un colore bellissimo, come lo sono i fiori e le farfalle, non è chiaramente questo il problema. Però perché quando si parla di prodotti per mestruazioni allora tutto diventa esclusivamente rosa e fiorelloso? Perché è difficile trovare un qualsiasi altro tipo di rappresentazione, grafica e cromatica, in questo tipo di prodotti?

L’equazione mestruazioni = “cosa da donne (cis)”, è tanto immediata e consolidata nella mentalità dominante tradizionale quanto sbagliata, o meglio, escludente: non tutte le persone che mestruano sono donne, così come non tutte le donne mestruano. E, se da un lato la narrativa del “rosa = donna” ha già esasperato le donne cisgender per prime, si rivela decisamente più dannosa e problematica per le persone con mestruazioni che non sono donne. Ma chi sono lз esclusз di questa rappresentazione stereotipizzante?

Esiste una vastità di identità di genere che non si identifica, o non si identifica esclusivamente, nel binarismo di genere uomo/donna, o nel genere assegnato alla nascita: persone non binarie, genderqueer, gender nonconforming, genderfluid, agender, e ragazzi e uomini transgender (per semplificazione nell’articolo saranno riportate come identità non binarie/trans*). Persone che mestruano, ma che restano invisibili nelle rappresentazioni dei prodotti per mestruazioni.

Infatti, proprio a causa di questa marcata femminilizzazione dei prodotti per mestruazioni, le persone non binarie/trans* possono provare disforia nel momento in cui devono interfacciarsi con un intero sistema-prodotto che non è pensato per loro, ma di cui non possono fare a meno (avere o non avere le mestruazioni in molti casi non è una scelta).

Se tutta la società non fa altro che ripetere che l’esperienza di mestruare è solo delle donne, è difficile vedersi, e diventa doloroso e faticoso essere continuamente schiacciatз e appiattitз in un genere a cui non si appartiene, e dalla cui rappresentazione stereotipica ci si vuole allontanare.

La disforia di genere infatti (gender dysphoria), è una sensazione di malessere, disagio, alienazione, che una persona non binaria/trans* può provare quando percepisce un disallineamento fra la propria identità di genere e le caratteristiche sessuali assegnate alla nascita. Può essere triggerata utilizzando i pronomi sbagliati (misgendering) o costringendo una persona a rientrare in una categoria binaria (M o F) in cui non si identifica. Come nel caso dei prodotti mestruali. Ma che cosa significa nel pratico?

Ho intervistato confidenzialmente alcune persone non binarie/trans* che provano, o hanno provato in passato, disforia in connessione alle mestruazioni, con l’obiettivo condiviso di mettere in luce nel quotidiano cosa comporta convivere con un disagio, causato da una cultura binaria, che viene costantemente invisibilizzato. Lз intervistatз si sono anche resз disponibili nell’offrire spunti utili per immaginare un possibile sistema-prodotto di articoli per mestruazioni meno triggerante e più inclusivo, partendo dalle soluzioni individuali per cui optano nel loro piccolo per marginare, almeno in parte, la disforia (nb: la disforia non viene tuttavia innescata dagli stessi trigger per tutte le persone trans*/non binarie, si è cercato di evidenziare i trigger più condivisi. Non provare disforia non rende una persona “meno” non binaria/trans*, e assumere che una persona provi disforia solo perché non binaria/trans* è sbagliato, ogni esperienza è tanto singolare quanto valida. Ultima precisazione, non tutte le persone trans*/non binarie necessariamente mestruano).

Uno dei principali punti è “l’outing al supermercato”: per tornare all’inizio dell’articolo, per molte persone non binarie/trans* acquistare prodotti per mestruazioni è stressante e disforico. Significa recarsi al supermercato, affrontare una corsia di prodotti tutti rosa specificatamente dedicati alle donne, in cui troppo spesso ci sono solo donne, poi arrivare alla cassa e subire misgendering perché gli assorbenti “tradiscono” la propria identità di genere, costringendo all’outing. Per questo alcune persone non binarie/trans* preferiscono, se possono, delegare l’acquisto ad amicз o parenti, acquistare prodotti per le mestruazioni in un quartiere lontano da casa (anche per proteggersi da possibili discriminazioni transfobiche), acquistare i prodotti online, e farseli recapitare a casa, o adottare soluzioni non usa e getta, come la coppetta mestruale, che oltre ad essere più gender neutral (ne esistono trasparenti, o di vari colori, non ha odore, né una forma iconica), risolve il problema di dover reperire ogni mese assorbenti o tamponi. Inoltre, va svuotata meno spesso rispetto ai comuni assorbenti, evitando sia i frequenti cambi in luoghi pubblici, sia di doversi muovere con assorbenti o tamponi in tasca.

Un altro punto è “l’universale femminile”: basta navigare nel sito di qualsiasi grande azienda di prodotti per mestruazioni, o guardare qualsiasi pubblicità di assorbenti o tamponi, per accorgersi che sono prodotti “adatti a tutte le donne”, con cui “ogni donna può sentirsi libera di essere sé stessa” e “meravigliosamente unica”. Anche le aziende che stanno provando a svecchiare la loro comunicazione, dando un’immagine più inclusiva e diversificata delle persone con mestruazioni (rappresentando perciò persone disabili, grasse, non bianche, con peli, non giovani e addirittura, in rarissimi casi, trans*), quando si devono rivolgere al loro pubblico consumatore, si rivolgono alle donne e utilizzano i pronomi femminili.

E se questo avviene sul piano della comunicazione verbale, è ancora più radicato ed evidente nella comunicazione non verbale: un altro punto è “il rosa imperante”. La scelta di palette-colore nei packaging è nella maggior parte dei casi sui toni del rosa/lilla, i segni grafici sono morbidi e delicati (fiori, gocce, stelline luccicanti, linee curve), i font scelti sono sempre dei corsivi arrotondati: non ci sono spigoli o elementi appuntiti, dinamici, duri. In prima analisi, ingenuamente, si può pensare che una comunicazione così “morbida” possa essere una scelta progettuale consapevole dovuta allo scopo del prodotto, destinato a stare a contatto con parti delicate del corpo. Ma è sufficiente cercare prodotti degli stessi brand destinati ad un pubblico “maschile” (ad esempio assorbenti/salva slip “maschili”) per poter constatare che la comunicazione di immagine del prodotto cambia radicalmente: i colori si fanno cupi (nero, grigio e blu scuro poco saturato), le linee diventano appuntite e nette, i font dritti, imponenti, austeri, non c’è spazio per farfalline e fiorellini. La scritta “men”, per togliere ogni dubbio, è sempre la più grande, al centro del prodotto.

Anche in questo caso, per non dover entrare in contatto con questo tipo di comunicazione estremamente binaria, le persone non binarie/trans* con mestruazioni preferiscono adottare soluzioni long lasting (coppetta mestruale, slip assorbenti lavabili), o rivolgersi a brand online più nuovi e attenti ad una rappresentazione inclusiva.

In ogni caso, adottare soluzioni a livello personale per scendere a compromessi e convivere il meno a disagio possibile con le mestruazioni non elimina completamente la disforia: la radice del problema è da ricercarsi nella società trans-escludente che invisibilizza tutto ciò che non rientra nei margini di un’ottica cisnormata, e che non offre la giusta rappresentazione e i giusti strumenti di affermazione a tuttз nello stesso modo. Costringere il singolo a giostrarsi fra pochi prodotti involontariamente inclusivi, non è tutelante da un punto di vista sociale, e non troppo brillante da un punto di vista commerciale, perché resta inesplorata una nicchia voraginosa di mercato, che accontenterebbe tuttз, donne cis comprese.

Perciò, cosa potrebbe essere fatto?

Nel microcosmo, possiamo informarci, ascoltare l’esperienza di chi appartiene alla community non binaria/trans*, educarci al rispetto e ad un linguaggio più inclusivo, co-partecipando alla loro battaglia, soprattutto davanti ad atteggiamenti e affermazioni trans-escludenti, anche se involontarie o inconsapevoli. Correggiamo nei nostri contesti sociali di riferimento le persone che quando parlano di mestruazioni utilizzano l’universale femminile. Se abbiamo amicз/partner non binary/trans* che provano disforia, validiamo e rispettiamo il loro dolore, informandoci senza essere inopportunз su quale sia il modo migliore per essere realmente di supporto in questi momenti (anche farci da parte, se questo è ciò che ci viene richiesto). Se possiamo, acquistiamo da aziende di prodotti mestruali che hanno adottato politiche inclusive, preferendole a quelle che ancora non lo fanno.

Nel macrocosmo, d’altra parte, le grandi aziende produttrici di assorbenti dovrebbero rendere i propri prodotti e la propria comunicazione genderfree: superare il binomio rosa/blu scegliendo colori e termini non genderizzanti. L’intero sistema-prodotto dovrebbe essere riprogettato, tenendo a mente che gli assorbenti non sono solo per le donne. Non è un enorme sacrificio parlare di “persone con mestruazioni” anziché di “donne”, non esclude e non offende nessunǝ. Non viene sottratto spazio o rappresentazione alle consumatrici, ma aggiunta e finalmente concessa visibilità al pubblico non binario/trans*.

In fondo, tutto sommato, sarebbe così male se un giorno il reparto di prodotti per mestruazioni nei supermercati fosse un’esplosione variopinta di colori?

 

Attivistз non binary/trans* che hanno trattato il tema: https://www.instagram.com/elia.lien/

Video-esperienza utili per approfondire:

Dealing with Dysphoria, The Monthly Cycle (For all Genders): https://www.youtube.com/watch?v=deSVNdR_q-I&t=207s

Period advice for trans guys: https://www.youtube.com/watch?v=4dcondd69vY




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