Shall we clear the air? Dialoghi sul cambiamento climatico.

Un momento decisivo nella lotta ai cambiamenti climatici. 

Il 30 e 31 ottobre 2021 i leader del G20 si sono riuniti a Roma per un vertice di due giorni organizzato dalla presidenza italiana del G20. L'UE è stata rappresentata da Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, e da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. Durante questi due giorni  i leader hanno discusso di molteplici argomenti, tra cui il principale argomento di discussione è stato: la lotta ai cambiamenti climatici.

Al termine del G20 i leader per quanto riguarda il tema della lotta ai cambiamenti climatici hanno convenuto di:

  • Mantenere l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali;
  • Accelerare le proprie azioni tese a conseguire zero emissioni nette di gas serra a livello mondiale oppure la neutralità carbonica entro la metà del secolo o intorno a tale data;
  • Ribadire l'impegno dei paesi sviluppati in materia di finanziamenti per il clima che prevede la mobilitazione congiunta di 100 miliardi di USD l'anno e accogliere con favore nuovi impegni da parte di alcuni membri del G20.
Vediamo ora i principali argomenti di discussione.

 

CLIMA ED ENERGIA

I leader del G20 si sono impegnati a lavorare insieme per garantire il successo della conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP 26), iniziata a Glasgow (Regno Unito) il primo novembre subito dopo il vertice del G20. Hanno ribadito il loro impegno a favore della piena ed efficace attuazione della convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e dell'accordo di Parigi. I leader del G20 hanno osservato che per mantenere a portata di mano l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi saranno necessari un'azione e un impegno significativi ed effettivi da parte di tutti i paesi, tenendo conto dei differenti approcci.

 

BIODIVERSITA’ E AMBIENTE

I leader del G20 si sono impegnati a intensificare le azioni tese ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. Si adopereranno per garantire che almeno il 30% della superficie globale e almeno il 30% degli oceani e dei mari globali siano conservati o protetti entro il 2030 e aiuteranno i membri a progredire nel raggiungimento di tale obiettivo in funzione delle circostanze nazionali. I leader hanno esortato altri paesi a unire le proprie forze a quelle del G20 per conseguire l'obiettivo indicativo di piantare mille miliardi di alberi entro il 2030, coinvolgendo il settore privato e la società civile.

 

SVILUPPO SOSTENIBILE

I leader del G20 hanno espresso profonda preoccupazione in merito alle ripercussioni della crisi COVID-19, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Hanno riaffermato il loro impegno a favore di una risposta globale volta ad accelerare i progressi verso la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e a sostenere una ripresa sostenibile, inclusiva e resiliente in tutto il mondo. I leader si sono impegnati a intensificare le proprie azioni tese ad attuare il piano d'azione del G20 sull'agenda 2030 e il sostegno del G20 alla risposta e ripresa post-COVID-19 nei paesi in via di sviluppo. Hanno inoltre ribadito il loro costante sostegno ai paesi africani attraverso una serie di iniziative, quali il Patto del G20 con l'Africa.

Viste le decisioni prese dai principali leader mondiali in occasione del G20, concentriamoci ora sulla conferenza di Glasgow detta anche COP 26, iniziata il primo novembre 2021, il giorno dopo la conclusione del G20.

 

 

CHE COS’E’ LA COP 26?

La COP 26 è la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021.

Da quasi tre decenni l’ONU riunisce quasi tutti i Paesi della terra per i vertici globali sul clima, chiamati COP, ovvero ”Conferenza delle Parti”. 

La COP21 si tenne a Parigi nel 2015.  Per la prima volta successe qualcosa di epocale: tutti i Paesi accettarono di collaborare per limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2 gradi, puntando a limitarlo a 1,5 gradi. Inoltre i Paesi si impegnarono ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici e a mobilitare i fondi necessari per raggiungere questi obiettivi. 

Nasceva così l’Accordo di Parigi. 

I Paesi concordarono che ogni cinque anni avrebbero presentato un piano aggiornato che rifletteva la loro massima ambizione possibile in quel momento. Da allora il cambiamento climatico è passato dall’essere una questione marginale a diventare una priorità globale. 

Quest’anno, proprio in questi giorni, si sta tenendo il 26 esimo vertice annuale, di qui il nome COP 26. La COP 26 quest’anno è presieduta dal Regno Unito che la ospita a Glasgow. In vista della COP 26 il Regno Unito ha lavorato con ciascun Paese per raggiungere un accordo su come affrontare i cambiamenti climatici. I leader mondiali che sono arrivati in Scozia sono più di 190. Ad essi si sono uniti migliaia di negoziatori, rappresentanti di governo, imprese e cittadini per dodici giorni di negoziati.

 

OBIETTIVI COP 26

Gli obiettivi principali della COP 26 possono essere riassunti in quattro punti, vediamo insieme quali sono:

  1. Assicurare lo zero netto di CO2 globale entro il 2050 e mantenere la temperatura globale a 1,5 gradi, rispetto ai livelli pre-industriali. Ai paesi viene chiesto di presentare ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas metano del 30% per il 2030 che si allineino con il raggiungimento dello zero netto entro la metà del secolo.
Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi, i paesi dovranno:
  • Accelerare l'eliminazione graduale del carbone;
  • Ridurre la deforestazione, cento nazioni al mondo, che rappresentano l’85% della superficie forestale globale hanno deciso che fermeranno la rotta della deforestazione;
  • Accelerare il passaggio ai veicoli elettrici;
  • Incoraggiare gli investimenti nelle rinnovabili.

2. Adattarsi per proteggere le comunità e gli habitat naturali. Il clima sta già cambiando e continuerà a cambiare anche se riduciamo le emissioni, con effetti devastanti. Alla COP 26 si è discusso di come lavorare insieme per consentire e incoraggiare i paesi colpiti dai cambiamenti climatici a:

  • Proteggere e ripristinare gli ecosistemi;
  • Costruire difese, sistemi di allarme e infrastrutture e agricoltura resilienti per evitare la perdita di case, mezzi di sussistenza e persino vite umane.
3.  Mobilitare la finanza. Per raggiungere i primi due obiettivi, i paesi sviluppati devono mantenere la loro promessa di mobilitare almeno 100 miliardi di dollari l'anno in finanziamenti per il clima, le istituzioni finanziarie internazionali devono fare la loro parte e bisogna lavorare per liberare i trilioni di finanziamenti del settore pubblico e privato necessari per garantire lo zero netto globale.

 

 4. Collaborare. Si possono affrontare le sfide della crisi climatica solo lavorando insieme. La collaborazione tra governi, imprese e società civili è di fondamentale importanza per affrontare la crisi climatica. Cina e Stati Uniti in data 10 novembre hanno finalmente trovato intesa proprio alla COP 26 alla quale Xi Jinping non ha partecipato di persona, attirandosi le critiche di Joe Biden. Usa e Cina sono divise su molte questioni, ma sulla lotta al cambiamento climatico non hanno scelta, se non collaborare. Una svolta dopo la frenata di India e Arabia Saudita.

Siamo ora alla resa dei conti, la fase finale della conferenza. Se all’inizio della conferenza per il clima, infatti, generalmente si esprimono buoni propositi e si valutano le basi su cui iniziare i lavori, nella seconda parte invece vanno prese le decisioni più difficili, e intraprese azioni politiche concrete. Si decide il come si raggiungeranno gli obiettivi preposti, si firmano accordi e si sceglie se renderli vincolanti. Alcuni di questi obiettivi sono già stati raggiunti, come l’accordo sulla deforestazione, già firmato da oltre cento paesi. Ma ora che si arriva alle battute finali anche sugli altri obiettivi, ecco arrivare alla Cop 26 scontri, disaccordi e problemi.

 

Una delle novità più importanti delle scorse ore è stata la presenza a Glasgow di Barack Obama. L’ex presidente degli Stati Uniti ha fatto un discorso molto apprezzato e commentato in cui tra le altre cose ha criticato il suo predecessore Donald Trump, per aver deciso unilateralmente di uscire dagli accordi di Parigi, e definito deludente l’assenza del presidente cinese Xi Jinping e di quello russo Vladimir Putin. Obama ha anche detto che i giovani hanno il diritto di essere arrabbiati.

Tra le reazioni al discorso però ci sono state anche quelle critiche, di una parte importante dell’attivismo. Come l’ugandese Vanessa Nakate che, twittando un video di dodici anni fa di un discorso dello stesso Obama, ha sottolineato come le sue promesse di 100 miliardi di dollari per i finanziamenti alla transizione ecologica siano state disattese. Nakate ha anche lanciato un hashtag apposito, #ShowUsTheMoney, che fa eco a Greta Thunberg, secondo cui quelle dei politici sarebbero solo chiacchiere. Letteralmente, dei «bla bla bla». A questo proposito durante la COP 26 il 5 novembre è stata indetta dai Fridays For Future una manifestazione tra le strade di Glasgow dove c’erano più di 30.000 persone e il 6 novembre il Climate Day of Action dove si sono presentate 250.000 persone.

 

L’obiettivo del mantenimento delle temperature è raggiungibile? Difficile dirlo. Da una parte è vero che ormai i paesi che si sono impegnati a raggiungere la neutralità carbonica sono così tanti da equivalere al 90% dell’economia mondiale. Nel caso in cui tutti gli impegni recenti presi dalla comunità internazionale per la riduzione delle emissioni venissero rispettati allora si riuscirà a mantenere la temperatura terrestre a circa +1,8° rispetto ai livelli preindustriali. L’obiettivo di mantenerla entro i +1,5° sarebbe quindi disatteso, ma considerato che gli scienziati raccomandano un contenimento entro i +2° sarebbe comunque un’ottima notizia!

 

“Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare.” Andy Warhol.

 

Grazie per aver letto l’articolo e alla prossima!

Simona Danos




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