FEMEN, IL SUPPORTO DEL MOVIMENTO DI PROTESTA ALLA RESISTENZA UCRAINA
Il movimento ha avuto amplissima risonanza, su scala internazionale, per la pratica di manifestare mostrando i seni, utilizzati metaforicamente contro il turismo sessuale, il sessismo e altre discriminazioni sociali. Alcuni degli obiettivi del movimento sono "incrementare le capacità intellettuali e morali delle giovani donne in Ucraina", "ricostruire l'immagine dell’Ucraina, un paese dalle ricche opportunità per le donne" e modificare l'immagine dell’Ucraina all’estero, spesso considerata prettamente come meta di turismo sessuale.
Già dall'aprile del 2010 il movimento stava considerando l’idea di costituirsi in un partito politico per avere un ruolo attivo alle elezioni parlamentari.
Le attiviste sono riconosciute e apprezzate in tutto il mondo per i loro metodi provocatori e sono sempre riuscite a catalizzare l’attenzione dei media. Il loro motto è «Our God is a Woman! Our Mission is Protest! Our Weapon are bare breasts!», affermando dunque che il loro Dio è la Donna, la loro missione è quella di protestare e non hanno armi se non i loro corpi, o meglio i loro seni.
Caratteristica principale, infatti, è quella di manifestare in topless, scrivendo slogan chiari sulla pelle: è proprio il petto, spesso, ad essere usato come lavagna sulla quale imprimere i testi delle proprie proteste. Durante le prime proteste in realtà vestivano di rosa, e si parlava di Pink Revolution, poi nell’agosto del 2009 succede che Oksana si sveste e questo atto ebbe un’eco enorme. Da lì tutte le manifestazioni prevedono di spogliarsi davanti alle telecamere, e quasi sempre vengono indossate le tradizionali corone di fiori ucraine. Le FEMEN si battono per le principali questioni femministe, dalla mancata rappresentanza di donne nel governo alle politiche oppressive operate dalle religioni. Facciamo qualche esempio: il gruppo si schiera contro il sex-work e la capitalizzazione del suo sfruttamento, hanno manifestato contro il dittatore bielorusso Lukashenko, hanno manifestato pacificamente contro il Papa, contro Berlusconi e nel 2012 anche contro la moda, definita fascista e pro-anoressia, durante una sfilata di Versace.
Questa è stata la sua crescita: il movimento ha assunto una nuova risonanza, in relazione agli ultimi tristi sviluppi della politica mondiale. Poteva un movimento di protesta fondato a Kiev astenersi dal manifestare la sua contrarietà alla guerra nei giorni in cui la Russia aveva minacciato di invadere l’intera Ucraina? Era da tanto che non si vedevano le FEMEN in azione e il 22 febbraio, due giorni prima dell’invasione russa, un’attivista del movimento si è mostrata davanti alla stazione ferroviaria centrale di Kiev con un look decisamente spettrale ed evocativo della morte, classicamente in topless, con la scritta sul petto: “Don’t Panic” e con una falce da “angelo della morte”, segnando un altro capitolo della loro storia. Dopo l’invasione russa in Ucraina, la protesta contro la guerra è proseguita il 6 Marzo in Francia dove FEMEN France ha organizzato una manifestazione sotto la Tour Eiffel con lo slogan “Stop Putin’s War”. Il gruppo si è diffuso in Europa e sta manifestando attivamente contro la guerra in atto, dando solidarietà ai resistenti.
Inna Shevchenko, fondatrice del movimento e giornalista, chiede nelle ultime interviste armi e aiuti umanitari per l’Ucraina. In una delle sue ultime apparizioni pubbliche afferma: “Fino a poco tempo fa non avevo mai pensato di voler tornare in Ucraina, ma quando vedo quello che sta succedendo lì ora, il desiderio di essere lì è estremamente forte. È così per molti ucraini in tutto il mondo in questo momento, io sono solo una di loro”.
Simona Danos