Locale: buone pratiche per diminuire il proprio impatto sull’ambiente a due passi da casa

Discutendo di uno stile di vita attento all’ecosostenibilità, prima o poi potreste imbattervi in qualcuno che vi dirà che non pensa esistano pratiche quotidiane percorribili da chiunque, che siano veramente utili ed efficaci per l’ambiente e che è troppo complicato seguire davvero e alla lettera tutto quello che dovremmo fare per dare un apporto sensato alla lotta contro il cambiamento climatico.

A mio parere, niente di più sbagliato. Perché essere attentə all’ambiente e prestare attenzione alle proprie modalità di consumo deve essere per forza una cosa complicata?
Una tra le best practice per contrastare l’emergenza climatica nel quotidiano, e che può essere bene o male adottata da tuttə e quasi in qualsiasi ambito, è agire nel locale.
Il primo vantaggio è chiaramente la riduzione di inquinamento ed emissioni legate ai trasporti, sia di noi stessi che dei prodotti che acquistiamo. Siamo abituati a un mondo in cui possiamo avere tutto, anche se proviene dall’altra parte del mondo, e subito o almeno in breve tempo. Spesso non ci soffermiamo a considerare quali e quante risorse vengano impiegate per trasportare i nostri ordini, e se era veramente necessario ricorrere a questa modalità di acquisto. Comprare locale equivale anche all’utilizzo di meno packaging e materiali di imballaggio per i nostri acquisti e quindi a meno spreco di materiale.
Il locale è anche utile a diminuire il consumo e l’acquisto di beni prodotti dalle giganti aziende multinazionali o dalla grande distribuzione organizzata, che a volte purtroppo manca di trasparenza quando si tratta di specificare come, dove e da chi vengono lavorati i loro prodotti e quanto siano state rispettate le linee guida di ecosostenibilità. Acquistare da una fonte vicina a noi, al contrario, può permetterci di ricavare maggiori informazioni sulla filiera di produzione e, di conseguenza, di fare scelte più consapevoli.
Se sfavoriamo il consumo di prodotti provenienti da questo tipo di fonti, dall’altra parte favoriremo quello dei beni realizzati dalla comunità a cui apparteniamo, che sia di quartiere, cittadina o del proprio paese. Comprare e consumare da produttori vicino a noi, e non da aziende stabilite dall’altra parte del mondo, diventa non solo un modo per supportare l’economia locale, ma più direttamente un modo per supportare il vicino di casa.

In sostanza, agire locale è molto più facile di quello che sembra e può essere un’ottima pratica da adottare per cercare di diminuire il nostro impatto sull’ambiente, senza per forza considerare metodi che non sono fatti per noi o ai quali non potremmo mai adattarci a causa della nostra posizione geografica, delle questioni di salute o della disposizione economica, tutti elementi che, quando si tratta di attenzione all’ambiente, possono risultare decisivi nelle nostre scelte quotidiane.

 

• Locale: cibo

Il primo punto sul quale si può agire in termini di locale è il cosa mangiamo e soprattutto dove lo mangiamo.
Nel 2005, durante il World Environment Day, veniva coniato il termine locavore per indicare una persona la cui dieta è composta per la maggior parte da prodotti realizzati non più lontano di un’area delimitata da un raggio di 100 miglia.
Per quanto lo scopo sia nobile, e uno stile di vita del genere possa essere interessante da provare, non c’è necessariamente bisogno di porsi questo tipo di limiti per cercare di diminuire l’impatto che le nostre abitudini alimentari hanno sull’ambiente.
Quando si tratta di spesa, è sempre preferibile scegliere prodotti che non provengano da paesi troppo lontani, se possibile. Se non possiamo andare al mercato di quartiere o di paese, dove spesso i produttori locali vendono la propria frutta, verdura, carne, latticini, al supermercato possiamo comunque cercare di rimanere nei paraggi, privilegiando prodotti dei dintorni o del nostro paese, senza dimenticarci della stagionalità.
Questi prodotti avranno sicuramente intrapreso viaggi meno lunghi, per cui il nostro acquisto peserà di meno in termini di consumi legati al trasporto. Inoltre, abbiamo la possibilità di reperire più informazioni sul cibo prodotto nel nostro paese: possiamo informarci sulla filiera di produzione e accertarci del rispetto di leggi e linee guida adottate nel processo di produzione di ciò che stiamo acquistando.
Anche quando parliamo di ristoranti possiamo indirizzare le nostre scelte sul locale: d’altronde viviamo in una nazione che gode di una certa fama per piatti e prodotti alimentari di prima qualità. Quindi perché preferire la pizza della catena di fast food multinazionale, quando possiamo mangiarne una nel nostro ristorante locale di fiducia?
Anche se alcuni famosi franchising stanno sempre di più cercando di reperire materie prime legate al territorio anche quando si tratta di fast food, è più facile che i ristoranti locali privilegino produttori più vicini e che quindi i loro piatti abbiano un minore impatto non solo sul trasporto degli ingredienti, ma anche sulla produzione degli stessi.

In ristoranti tipici o osterie italiane di qualunque città, la qualità degli ingredienti è uno dei fattori ai quali i ristoratori sono più attenti ed è per questo che vengono preferiti prodotti locali e del territorio più prossimi come, ad esempio, verdure tipiche del luogo, a volte raccolte direttamente da contadini, invece che provenire dall’altra parte del mondo, o carni reperite da produzioni a conduzione familiare vicine, invece che da allevamenti intensivi.

 

• Locale: acquisti

Benefici legati al locale, simili a quelli sull’argomento food, si trovano quando decidiamo di effettuare i nostri acquisti di tutti i giorni. Se abbiamo bisogno di un set di coltelli nuovi da cucina, difficilmente ci recheremo dall’artigiano più vicino in grado di realizzarli come accadeva molto tempo fa (anche se non sarebbe una scelta da disdegnare), ma possiamo comunque adottare delle accortezze per scelte più locali e meno pesanti per l’ambiente.
Prima fra tutte, sarebbe meglio preferire sempre una modalità di acquisto di persona, in negozio, ove possibile. Questo perché, come già accennato, le spedizioni richiedono non solo consumi in termini di packaging ma anche di emissioni di CO2 legate ai trasporti.
Questi consumi si accentuano quando le modalità di ricezione dei pacchi sono super veloci o super economiche, modalità adottate spesso da alcuni dei colossi dell’e-commerce che tutti conosciamo, il cui scopo, essendo quello di massimizzare i propri profitti, è movimentare quanti più ordini possibile, nel meno tempo possibile e al prezzo più basso: queste piattaforme sono indubbiamente comode, ma è importante chiedersi quando è il momento giusto per utilizzarle e quando invece possiamo farne a meno. Hai veramente bisogno di quel particolare spremiagrumi entro l’ora di pranzo di domani o puoi aspettare il tuo prossimo giorno libero per andarlo a comprare nel negozio sotto casa?
Ovviamente non tutti i marchi o piattaforme di e-commerce trascurano l’ecosostenibilità quando si tratta di spedizione dei propri prodotti, l’importante è informarsi prima dell’acquisto su quali sono le linee guida adottate in merito all’ecosostenibilità.
Se vogliamo fare acquisti più consapevoli e meno di impatto sul pianeta, infine, non è sempre necessario ricercare brand che inneggiano al green a tutti i costi e materie prime dai nomi esotici che sembrano purificare l’aria inquinata solo pronunciandone il nome. In genere, si può preferire la scelta locale a quella cosiddetta “green” per qualsiasi tipo di acquisto. Ad esempio, invece che nel negozio di abbigliamento fast fashion che ha appena lanciato la propria linea realizzata con materiali riciclati, si può fare un giro per il quartiere e dare un occhio ai negozi che producono localmente o ai mercatini dell’usato dei dintorni (che anche se non è locale, alla fine, usato va sempre comunque bene). In questo modo, qualsiasi prodotto comprato avrà sicuramente un impatto in termini di trasporti ridotto e dal nostro punto di vista possiamo sempre avere più controllo su come ciò che acquistiamo viene realizzato.

 

• Locale: trasporti e viaggi

L’ultimo ambito in cui le buone pratiche locali fanno bene all’ambiente è sicuramente quello dei trasporti e in generale dei nostri movimenti. Sarebbe bello pensare di poter soddisfare tutti i nostri bisogni all’interno di una zona delimitata che potrebbe essere il nostro quartiere, con il nostro panettiere di fiducia, il supermercato sotto casa e il ferramenta dietro l’angolo. In questo modo, rimanendo anche geograficamente nel locale, gli spostamenti sarebbero sempre fattibili a piedi o in bici e il nostro impatto sull’inquinamento atmosferico, e smog più in generale, sarebbe ridotto al minimo.
Ovviamente, ragionare così non è sempre possibile: tuttə hanno necessità diverse e i nostri movimenti vanno molto più in là di un raggio di pochi chilometri.
Se abbiamo necessità di spostarci più lontano e non possiamo farlo a piedi o in bici, è sempre consigliabile utilizzare i mezzi pubblici locali, evitando così il mostro del traffico cittadino, che in Italia rappresenta la principale fonte di inquinamento atmosferico. Chi abita in una grande città ha probabilmente molta più facilità nell’utilizzarli, rispetto a chi invece, come me, viene da un piccolissimo paese di campagna, dove i mezzi sono pochi e sporadici, e le strade non sono pensate per chi viaggia in bici: in questi casi, prendere l’auto è una scelta obbligata anche solo per raggiungere il supermercato più vicino. In questi casi si può sempre valutare l’effettiva necessità di ogni trasferimento, magari condividendo qualche passaggio e organizzare più commissioni in una sola uscita ogni volta che si decide di viaggiare in macchina.
Per quanto nel nostro stile di vita possiamo cercare di fare scelte locali su più versanti, a volte tutti sentiamo il bisogno di uscire dal nostro quartiere, città o paese quando dopo un po’ di tempo si fanno sentire stretti. In questo caso, oltre a ricercare per i nostri spostamenti le soluzioni meno impattanti possibile, come ad esempio i viaggi in carpooling o in treno, di locale possiamo scegliere ben poco.
Se non sentiamo la necessità di esplorare proprio l’altro lato del mondo però, sono le mete che scegliamo per le nostre vacanze che possono essere più vicine a noi, magari potrebbe essere proprio l’occasione per scoprire i piccoli borghi appena fuori dalla provincia di cui ti hanno recentemente parlato o esplorare esattamente quella regione del paese in cui non sei mai statə prima.

In sostanza, quando non riusciamo ad essere sempre green, eco, zero waste e altre bellissime parole che hanno comunque la loro importanza, in ogni nostra azione possiamo cercare di essere più leggerə per il pianeta facendo scelte che siano semplicemente un po’ più locali.

ARIANNA PRIMAVERA




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