Le mie migliori letture del 2023

Dicembre è alle porte ed è tempo di bilanci, è già uscito il Wrapped di Spotify, a breve il nostro Google Immagini farà la sintesi dei nostri migliori momenti dell’anno: insomma, è arrivato il tempo della nostalgia o di quel desiderio insidioso di andare avanti e farsi guidare dalla curiosità di un nuovo anno. 


Infine, è arrivato anche il momento della TOP TEN delle migliori letture di questo 2023, di cui sono molto soddisfatta, soprattutto per la quantità inestimabile di scrittrici che mi hanno aiutata a tessere le trame della mia vita.


Ma bando alle ciance, qui di seguito l’elenco dei libri più belli per me letti quest’anno, in ordine decrescente, dalla posizione numero 10 alla pole position. 


10 - Piccole cose connesse al peccato di Lorena Spampinato.
Questo libro mi ha portato indietro negli anni, a quando ero adolescente, alla scoperta del corpo rivelato tramite il corpo altrui, alla scoperta del desiderio maschile suggellata dal corteggiamento, dalla validazione, dal senso inarrestabile del primeggiare, rivaleggiare tra amiche. Se non potrà essere mio allora non potrà nemmeno essere tuo. Se non potrà essere mio allora dirò chi realmente sei, solamente una poco di buono. Ambientato in un’estate di mare in un piccolo paese della Sicilia, immersivo, afferente alla nostra memoria storica e adolescenziale. “Mai penserebbe a quanto può essere triste - ridicola, disperata - una mattina d’estate quando si è solo ragazze”.


9 - Farmaco di Almudena Sanchez

Questa è la storia autobiografica della scrittrice che, con toni sentimentali e ironici insieme, racconta dei suoi disturbi mentali. Credo ci sia tanto bisogno di narrazioni femminili che parlino in modo aperto e sconfinato della depressione, dell’ansia, degli attacchi di panico, delle sedute da una psicoterapeuta o da una psichiatra. La forza dei memoir non è tanto nel senso di immedesimazione, nel sentimento di appartenenza alla stessa sfera emotiva dell’evento narrato, sta piuttosto nella rappresentazione. Abbiamo bisogno di più donne rappresentate, di più donne con malattie mentali rappresentate, per rendere sempre meno intensa la colpevolizzazione indotta da chi ci sta accanto - non siamo meno forti, siamo anche fragili.


8 - L’ultima nomade di Shugri Said Salh

Sono stata affascinata, ammaliata e trasportata nelle atmosfere descritte da Shugri in questo libro in cui racconta la sua vita, a partire dall’infanzia trascorsa nel deserto somalo insieme a sua nonna che faceva parte di una tribù nomade. C’è tutto lo spazio della Somalia, l’arte di sopravvivere nel deserto, l’insegnamento più grande che qui - con occhi occidentali e colonialisti - non riusciamo mai a cogliere per intero, che è quello di sentirci fortunati con l’abbondanza e il tanto di tutto che possediamo e viviamo. Shugri è una bambina felice nel deserto con sua nonna, che le tramanda le tradizioni, la conoscenza degli animali più feroci, delle stelle nel cielo, dei canti e dei balli attorno al fuoco la sera. La Somalia, però, è un Paese in estrema difficoltà. Presto, salirà al potere un dittatore che porterà il popolo somalo ad una sanguinosa guerra civile. Shugri, dopo un faticoso viaggio verso il Sud insieme a parte della sua famiglia, riesce infine a scappare in Canada, per stabilirsi poi in California. La narrazione, per contrasto, si sposta in America, dove le notti nel deserto sembrano un lontano ricordo, mai però dimenticato. Dolce, intimo, da leggere con lo sguardo più decostruito possibile.


7 - Vicoli della memoria di Conceicao Evaristo

Maria vive in una favela del Brasile e va a scuola felice di andarci quando, con l’arroganza e la violenza che li e ci contraddistingue, i padroni bianchi inviano un mandato di demolizione delle baracche. Questo testo raccoglie le storie viste dagli occhi di Maria, donne, uomini, bambini, domestiche, prostitute, ladri, gente qualunque, che vive nella miseria, nella sporcizia, senz’acqua, persone che vedono le proprie case crollare, quello zinco e quel legno ridursi a niente. Ma non c’è mai una vera fine se c’è la comunità. La narrazione ci restituisce il senso di collettività ma soprattutto la consapevolezza di quanto male abbia fatto la colonizzazione e quanto male continua a fare il suprematismo bianco, dimenticando in continuazione il valore della vita di ogni essere umano che nasce a questo mondo.


6 - Le piccole virtù di Natalia Ginzburg.

È una raccolta di racconti in cui Ginzburg dà il meglio di sé. Una delle scrittrici più potenti del nostro Novecento, una delle più brave, intime, di quelle che con le parole sanno scendere fino nel profondo, raccoglierlo e tornare in superficie con le immagini migliori. Qui sono raccolti degli scritti d’occasione, composti tra il 1944 e il 1960, e l'autrice riflette sulle relazioni, sugli affetti, sulla società in generale. “Era quello il tempo migliore della mia vita e solo adesso che m’è sfuggito per sempre, solo adesso lo so”. Direi che ci potremmo sentire tutte rappresentate da questa frase. 


5 - La vita altrove di Guadalupe Nettel.

Amo follemente la narrazione di Nettel: questa che vi consiglio è una raccolta di racconti che ha al centro il tema degli erranti che navigano dentro di noi, spingono per uscire, talvolta fanno capolino desiderosi di aria, presupponendo più ossigeno al di sopra delle cantine in cui li releghiamo. Tutti quei nostri “io” che seppelliamo perché anche solo a pensare di farli vivere, anche solo a immaginare una prospettiva altra, moriamo un po’. Forse moriremmo di meraviglia per davveroi. C’è un’immagine in particolare che credo non dimenticherò mai: la potenza delle ali di un albatros. Uscirete dalla lettura di questo libro con una sconfinata voglia di vedere un documentario sulle ali degli albatros. La potenza, la dimestichezza con la natura, con l’elemento essenziale. Lì dove tutto sembra funzionale a procedere, mentre noi umani a volte ci fermiamo, ci incastoniamo, sappiamo solo immaginare una vita altrove non riuscendo più a vedere la vita qui.



4 - Caro stronzo di Virginie Despentes.

Despentes è una delle voci contemporanee francesi più dissidenti nella scrittura. Talvolta dissacrante, talvolta scandalosa, considerata troppo o eccessiva o imparentata con un certo tipo di femminismo radicale, ma pur sempre una pensatrice che riesce a riportare certe questioni - quelle sociali, quelle dei diritti - nel punto giusto al momento giusto sotto la luce giusta. I personaggi di questo libro sono tre e le loro storie ben assestate, architettate secondo il rigoroso assioma dell’ordine narrativo. Due protagoniste donne, una adulta e una adolescente, una disillusa o interprete della realtà delle donne e l’altra femminista, e un uomo, al centro di una complicata accusa. “E oggi non mi do tregua. So bene che nel mondo stanno succedendo cose importanti”, tra cui la presa di coscienza collettiva della violenza di genere. Sarebbe bello scrivere il nostro Caro stronzo. 



3 - Dalla parte di lei di Alba de Cespedes.

Da quando ho letto per la prima volta Quaderno prooibito, Alba de Cespedes è entrata a pieno titolo nel podio delle mie scrittrici italiane preferite di sempre. La sua scrittura è al tempo stesso testimonianza e ponte. De Cespedes ci racconta - sfidando talvolta la censura fascista - il ruolo delle donne durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Grazie ai suoi libri riusciamo a ricostruire i piccoli drammi, la quotidianità, l’intimità, gli innamoramenti, le speranze, i ripensamenti delle donne di città. De Cespedes racconta molto delle donne di Roma, le piccole borghesi, del desiderio di trovare uno spazio che - seppure confinato solo a quello amoroso - sia il più possibile sincero, pulito, aderente al proprio sentire. Non ho potuto fare a meno di essere dalla parte di lei, perché non posso fare a meno di essere da una certa parte della storia, da una certa parte del genere, da una certa parte dove il cuore batte forte, dove il racconto non cela la realtà, dove esprimersi è occasione per rivendicare sé stesse e dove i tentativi di spiegare la profondità dell’anima non restano altro che una misera illusione. Forse il finale rimane il più inaspettato, non googlate per non avere spoiler. 


2 - Memorie d’una ragazza perbene di Simone de Beauvoir.
Ricordo ancora i giorni delle vacanze di Pasqua, sotto le coperte del letto nella mia camera di bambina, a leggere senza mai riuscire a smettere questo testo di de Beauvoir. Non so ancora bene a quale parte di me la sua narrazione abbia parlato così a lungo, quale emozione incastonata nei ricordi abbia intercettato, so solo che se si cerca un libro in cui specchiare la propria adolescenza che si frantuma per fare spazio a un certo tipo di adultità, questa narrazione è potente, inclemente, vivida, vera come solo le autobiografie riescono a narrare. Un concerto di vicinanza, attesa, promiscuità, leggere Memorie è un tuffo dove tutto è davvero ancora blu. 


1 - Girlhood di Melissa Febos

Il mio preferito senza alcun dubbio. Dovessi provare a scrivere qualcosa di sensato oggi forse vorrei avere la capacità di Febos di attingere dal personale per farne saggistica, per farne politica, per farne rivoluzione. Parla di adolescenza, di corpo delle donne, di violenza, di abuso, di trauma, di isolamento, di vergogna, e ne parla dal punto di vista di chi non ha mai saputo cosa fare del proprio stesso corpo, della propria stessa carne, dei propri stessi sentimenti, dei propri stessi tormenti. Certe esperienze ci accomunano, ce le tramandiamo come in una staffetta perfetta, ma sembra che non arriva mai il traguardo, sembra che siamo destinate sempre a correre, scambiarci di mano il testimone, avere gli occhi indietro per non dimenticare la strada fatta, e rivolgere lo sguardo poi di nuovo avanti, per scoprire il pezzo che manca. Attualmente infinito. Questo libro è per chiunque abbia voglia di capirci un po’ di più. Non lo dimenticherò facilmente. 


Nel produrre questa lista mi sono resa conto di quanto siano impietose le TOP TEN, ti costringono a fare una cernita considerata sul millimetro, a ricordare nel dettaglio la combinazione di scrittura ed emozione del momento. Posso quindi dire di aver lasciato fuori tante altre letture che lo stesso consiglierei e che magari consiglierò in altre occasioni.
Ho preferito, inoltre, non indicare testi di saggistica, ma molte pensatrici e teoriche della politica femminista come bell hooks, Audre Lord, Angela Davis e tante altre mi hanno fatto compagnia, ricordandomi il senso della collettività e dello stare al mondo. 


Spero che le mie proposte vi possano incuriosire e soprattutto vi faccio tanti auguri per le imminenti feste natalizie e per il nuovo anno. Ché un libro possa accompagnarvi sempre!

 

CLARA MARZIALI




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